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Insetti da mangiare? Una realtà in divenire

La stampa generalista ha lanciato – in diverse ondate e con varie sfumature, colorate dalla neofobia indotta da alcune organizzazioni – la notizia secondo cui, a partire dall’1 gennaio 2018, gli insetti saranno disponibili da mangiare grazie al nuovo regolamento sui c.d. Novel Food. (1) Prima di esprimere commenti, appare il caso di fare chiarezza sull’argomento.

Premessa

Nel Vangelo secondo Marco si narra che ‘Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico’ (Mc 1.6). I candidati emuli del Battista, che già possono acquistare abiti e cinture in pelle, così come il miele selvatico, dovranno però attendere almeno qualche mese per reperire cavallette, locuste e altri insetti ortotteri a scaffale dei supermercati italiani.

Il nuovo regolamento Novel Food, reg. UE 2015/2283, introduce la possibilità di utilizzare anche gli insetti e loro parti nell’alimentazione dei cittadini europei. Gli insetti sono infatti espressamente riconosciuti e citati quali potenziali ingredienti alimentari, nel rispetto delle procedure di valutazione del rischio e autorizzazione stabilite nel regolamento.

Alcuni Stati membri UE – come Belgio, Olanda, Regno Unito e Finlandia – hanno frattanto autorizzato l’impiego di insetti o loro parti nella produzione di alimenti e mangimi, tenuto anche conto della valutazione positiva – in termini di sostanziale assenza di rischi per la salute umana e degli animali – espressa dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) nel 2015. (2)

Insetti da mangiare, quali specie?

Gli insetti rappresentano a tutt’oggi in Europa un settore di nicchia, a fronte dei consumi sporadici e occasionali segnalati in alcuni soli Paesi membri.

Le specie di insetti con il maggior potenziale di utilizzo in UE nella produzione di alimenti e mangimi comprendono grilli e bachi da seta, vermi della farina, mosche domestiche.

La FAO, Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (3) ha eseguito valutazioni del rischio sul consumo di vari insetti da parte di esseri umani e animali.

La Commissione europea, a sua volta, sta cofinanziando un progetto di ricerca per esplorare la fattibilità dell’uso di proteine degli insetti nei mangimi.

L’EFSA (European Food Safety Authority), su incarico della Commissione europea, ha valutato le condizioni necessarie a garantire la sicurezza di una serie di insetti (4) nelle produzioni di alimenti e mangimi. Tenuto conto sia delle condizioni di allevamento degli insetti – con particolare attenzione al substrato organico per il loro nutrimento – sia delle modalità di preparazione e consumo.

Dal punto di vista nutrizionale, secondo Efsa, gli insetti si distinguono per un elevato e talora straordinario contenuto di proteine. Fino al 71%, nei grilli. Un aspetto positivo, che merita tuttavia attenzione in quanto le proteine costituiscono uno dei principali vettori allergizzanti.

Insetti da mangiare, quali regole?

ll regolamento sulle produzioni bio (6), d’altra parte, già nel 2007 aveva inserito gli insetti tra gli animali che possono venire allevati nel rispetto della natura, includendoli nella definizione di livestock production.

L’attuale regolamento sui Novel Food (5) effettivamente contempla l’ipotesi di autorizzazione di ‘prodotti a base di insetti’ (ivi incluse le loro farine), insetti tal quali o insetti come ingredienti in nuovi alimenti

In vista della ricerca scientifica e sviluppi tecnologici (…), è opportuno rivedere, chiarire e aggiornare le categorie di cibo che costituiscono nuovi alimenti. Le categorie dovrebbero coprire interi insetti e loro parti.

(reg. UE 2015/2283, Considerando 8)

Rimane da verificare l’eventuale esperienza di consumo alimentare in Europa, prima del 1997, di alcune specie di insetti. Qualora fosse raggiunta prova in tal senso, la loro immissione sul mercato sarebbe piuttosto semplice. Sia pure, previa garanzia del rispetto dei requisiti di sicurezza alimentare e igiene delle produzioni che vigono in UE. (6)

Più verosimilmente, nella gran parte dei casi, la Commissione europea sarà chiamata ad autorizzare l’immissione sul mercato di Novel Food parzialmente o totalmente realizzati a partire da insetti, dopo apposite valutazioni del rischio da parte delll’EFSA. Con la facoltà di adottare una procedura semplificata a favore di matrici alimentari che siano state consumate per almeno 25 anni in Paesi terzi. (7)

Insetti da mangiare, una realtà in essere

Le esperienze sviluppate in Europa negli ultimi anni mostrano come l’entomofagia sia una realtà in essere, prima ancora che in divenire. Soprattutto in Belgio, Olanda e Danimarca (oltreché in Finlandia e Norvegia). Gli insetti più comunemente utilizzati appartengono a una decina di specie tra cui Tenebrio molitor, grilli, locuste e bachi-vermi (anche della seta).

Le farine di insetti (o parti di insetti) essiccate e tritate sembrano raccogliere il maggior successo, quali ingredienti inseriti – spesso in quota marginale, bensì utile per il contributo di proteine offerto – in alimenti ordinari, che appartengono alle abitudini di consumo.

I prodotti di destinazione sono barrette per sportivi, snack, pasta e prodotti da forno (anche il pane comune, addizionato di farina di insetti), integratori alimentari. Gli alimenti per sportivi e le delicatessen ammantate d’esotismo hanno avviato un percorso che si è dapprima orientato verso consumatori attenti ad aspetti specifici (di tipo nutrizionale, ambientale o esperienziale). Fino a intercettare il gusto comune, ampliando le prospettive di mercato verso gli alimenti di uso corrente e i canali della distribuzione moderna.

Conclusioni

Solo il tempo potrà mostrarci l’evoluzione dei consumi alimentari nella direzione dell’entomofagia, ed è al momento difficile prevedere cambiamenti radicali. Soprattutto in Paesi come il nostro, ove la cultura alimentare è ancorata alle tradizioni e impassibile alle novità, dalla novelle cuisine alla gastronomia molecolare.

Gli insetti non diverranno probabilmente la fonte primaria di proteine – né lo sono mai stati, in alcuna civiltà che abbia potuto disporre di alternative – e tuttavia alcune loro specie, sotto forma di farine soprattutto, potrebbero entrare progressivamente a far parte della nostra dieta. All’insegna della nutrizione e della sostenibilità delle produzioni, in termini di impronta idrica e ambientale. (8)

Chissà anzi se i nostri figli e nipoti un tempo scherzeranno sulle perplessità degli anni che furono, verso ciò che tra non molto potrebbe risultare del tutto scontato, oltreché innocuo.

Dario Dongo

Note

(1) V. reg. UE 2015/2283, abrogativo del precedente reg. CE 258/97)

(2) V. EFSA Scientific Committee, 2015. Scientific Opinion on a risk profile related to production and consumption of insects as food and feed. EFSA Journal 2015;13(10):4257, 60 pp. doi:10.2903/j.efsa.2015.4257. V. https://www.efsa.europa.eu/en/press/news/151008a

(3) V. http://www.fao.org/edible-insects/en/

(4) Musca domestica (Common housefly); Hermetia illucens (Black soldier fly); Tenebrio molitor (Mealworm); Zophobas atratus (Giant mealworm); Alphitobus diaperinus (Lesser mealworm); Galleria mellonella (Greater wax moth); Achroia grisella (Lesser wax moth); Bombyx mori (Silkworm); Acheta domesticus (House cricket); Gryllodes sigillatus (Banded cricket); Locusta migratora migratorioides (African migratory locust); Schistocerca Americana (American grasshopper. V. precedente Nota 2

(6) V. reg. CE 834/2007, art. 2.f

(5) V. reg. UE 2015/2283, Considerando 8, articolo 3.2

(6) Cfr. reg. CE 178/02, 852/03, 853/04

(7) V. reg. UE 2015/2283, articoli 14-20 reg. 2283

(8) L’attuazione delle regole già in essere, così come la loro evoluzione, non potrà neppure astenersi dal considerare il benessere animale anche nell’allevamento di insetti. Come è già accaduto per i molluschi, al cui benessere non molto avrebbero pensato in epoca anteriore alla nostra

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