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Confédération paysanne e LiberiAgricoltori, le ragioni della protesta

La protesta degli agricoltori prosegue in Francia come in Italia – come si è visto (1,2) – mentre le posizioni espresse da Confédération paysanne e LiberiAgricoltori aiutano a comprendere le loro ragioni.

Una riforma delle politiche agricole è indispensabile, a livello UE e degli Stati membri, per garantire la sopravvivenza di un comparto tuttora radicato nell’agricoltura contadina e familiare.

Ed è necessario garantire un’adeguata rappresentanza e tutela delle piccole aziende agricole in un sistema invece dominato dalle grandi confederazioni agricole.

1) Francia, Confédération paysanne sostiene la protesta degli agricoltori

Il Comitato nazionale della Confédération paysanne, riunitosi il 24 gennaio 2024, ‘afferma la sua piena solidarietà con i movimenti contadini in Francia’ e ‘chiama alla mobilitazione per avere agricoltori più numerosi e meglio retribuiti!’ Dal Rodano alla Loira Atlantica e il Var, i Pirenei Orientali, la Bretagna, Calvados e oltre. ‘Collettivamente, vogliamo fornire soluzioni reali e fondamentali al malessere degli agricoltori’. Gli slogan seguono tre priorità condivise sui fronti economico, sociale e ambientale (3,4).

1.1) Basta! Alle vendite #sottocosto!

Un reddito dignitoso per tutti gli agricoltori’ è la priorità assoluta. ‘Per questo chiediamo con urgenza una legge che vieti tutti i prezzi agricoli inferiori ai costi di produzione’.

Poiché i nostri redditi non sono garantiti dal divieto di acquistare i nostri prodotti al di sotto dei costi di produzione, aspettavamo misure strutturali con prezzi minimi garantiti, regolamentazione del mercato (anche in Europa) e controllo dei volumi’.

Al di là del rispetto (finalmente!) della legge Egalim, oggi non è stato fatto alcun annuncio per garantire prezzi remunerativi per i nostri prodotti agricoli, che sono il problema principale’. (5)

1.2) ‘Interrompere il libero commercio’

Gli agricoltori francesi chiedono poi l’interruzione immediata dei negoziati sugli accordi di libero scambio. A partire dall’accordo UE – Mercosur che, come si è visto, è destinato a provocare un dumping sociale e ambientale a danno degli agricoltori europei. (6) I contadini e lavoratori della terra brasiliani, si noti bene, a loro volta si oppongono alla liberalizzazione degli scambi di derrate ottenute mediante rapine delle terre e deforestazioni, quand’anche (falsamente) certificate come sostenibili. (7)

Il libero scambio a ben vedere non è negativo di per sé, ma lo diventa quando esso comporti la globalizzazione dello sfruttamento dei lavoratori e la devastazione degli ecosistemi. Ed è perciò necessario, aggiunge chi scrive:

– garantire l’efficace applicazione di Deforestation Regulation (EU) No 2023/1115 (8) e Sustainable Finance Disclosure Regulation (EU) No 2022/1288, (9) ma soprattutto

– convertire in regolamento la proposta di direttiva ‘due diligence’ già presentata dalla Commissione europea ma (deliberatamente) non portata a termine nell’attuale legislatura (10)

– introdurre condizioni (contingenti tariffari, garanzie di sicurezza alimentare e socio-ambientali) sull’import di prodotti agroalimentari dall’Ucraina e da altri Paesi (11,12,13).

1.3) Agroecologia, avanti tutta!

Confédération paysanne in Francia, come Assorurale, Altragricoltura e LiberiAgricoltori in Italia, è a favore dell’agroecologia quale via maestra per garantire la sostenibilità economica delle attività agricole, il ripristino della salute e la produttività dei suoli, il ciclo dei nutrienti e l’indipendenza dalla volatilità dei costi degli input tecnici. Oltreché la salute degli agricoltori e dei consumatori, la tutela degli ecosistemi, la biodiversità e i paesaggi rurali.

La transizione ecologica è un beneficio collettivo che gli agricoltori e allevatori devono poter proseguire con i finanziamenti promessi nella strategia ‘Farm to Fork’, che il Parlamento e il Consiglio hanno deviato – dietro il diktat delle grandi confederazioni agricole, in conflitto d’interessi con le Big 4 (14) – sia nella riforma ‘grigio fumo’ della Politica Agricola Comune, sia nel boicottaggio del Sustainable Use of Pesticides Regulation (15,16).

Non sbagliamo bersaglio! La preoccupazione principale sul campo è quella di guadagnarsi da vivere dignitosamente con il proprio lavoro. Il sovraccarico amministrativo deve essere alleggerito senza mettere in discussione gli standard che proteggono la nostra salute, i nostri diritti sociali e il nostro pianeta’ (Confédération paysanne).

1.4) No alle false soluzioni

L’agricoltura agli agricoltori e ai lavoratori della terra! Le confederazioni agricole dominanti, come FNSEA in Francia (e Coldiretti in Italia), ‘hanno condotto congiuntamente l’agricoltura nell’attuale impasse di un sistema economico ultraliberista, ingiusto e distruttivo. Metteremo in guardia i nostri colleghi dal miraggio di ‘abolire le norme’ e ‘integrare il reddito’ attraverso la produzione di energia’.

Il ‘capo dei capi’ di Coldiretti, si ricorda, ha voluto sottrarre agli agricoltori € 1,5 su 2,8 miliardi di finanziamenti previsti nel PNRR, per destinarli ai ‘parchi agrisolari’ che con le attività agricole non hanno nulla a che fare, salvo aumentare gli extra-profitti delle compagnie energetiche socie della ‘sua’ Filiera Italia. (17)

I nuovi OGM (mascherati dietro l’acronimo NGTs, New Genomic Techniques) sono un’altra falsa soluzione i cui prevedibili esiti per gli agricoltori, in caso di deregulation, saranno:

– aggravare la dipendenza dai fornitori di sementi (con costi aggiuntivi) e altri input tecnici

– rischiare di dover pagare royalties in caso di contaminazione accidentale

– perdere la biodiversità che caratterizza e distingue le produzioni locali. (18)

Continuiamo quindi a mobilitarci per riunire il maggior numero possibile di persone e offrire finalmente un futuro auspicabile, sicuro e sostenibile a un gran numero di agricoltori retribuiti e orgogliosi di produrre cibo di qualità’ (Confédération paysanne).

2) Italia, LiberiAgricoltori sostiene la protesta

LiberiAgricoltori sostiene a sua volta la protesta degli agricoltori in Italia e articola una posizione adeguata al contesto nazionale. LiberiAgricoltori è una confederazione (non un ‘sindacato’, come vanta di essere Coldiretti), costruita nel 2012 da una rete di agricoltori, allevatori e tecnici che avevano e mantengono la loro fiducia.

Agricoltori sono il Presidente nazionale Iacopo Becherini, così come il vice-Presidente nazionale Furio Venarucci e i Presidenti delle regioni Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Gli altri Presidenti regionali sono tecnici eletti dagli agricoltori.

I dirigenti, si noti bene, non sono retribuiti per apposita previsione statutaria. Poiché LiberiAgricoltori è una missione per chi lavora in agricoltura e non una posizione di rendita. Le aziende agricole iscritte sono circa 55.000, di cui 35.000 medio-grandi, rispetto ai canoni italiani (tra 20 e 1000 ettari), nonché 20.000 piccole e microscopiche.

2.1) Agricoltura italiana, le criticità

L’agricoltura italiana è attraversata da una crisi profonda e senza precedenti, che rende incerto il prossimo futuro per migliaia di imprese agricole in un contesto internazionale caratterizzato da mutamenti epocali’ (LiberiAgricoltori, 24.1.24).

Tra le principali criticità, LiberiAgricoltori sottolinea:

– prezzi sempre meno remunerativi, anche a causa dell’aumento significativo dei costi di produzione

– crescente difficoltà nel collocare sul mercato dei prodotti agricoli nazionali

– concorrenza sleale di prodotti a bassissimo costo provenienti da altri Paesi, ove i controlli sanitari sono rarefatti.

2.2) Liberi agricoltori, le istanze al governo

La Confederazione italiana LiberiAgricoltori chiede al governo l’adozione di interventi immediati per garantire, in particolare:

– l’applicazione del divieto di vendite sottocosto sulle forniture all’industria e alla grande distribuzione organizzata

– ‘i controlli sulle speculazioni che portano i prezzi al ribasso continuo in ogni comparto produttivo

– ‘la promozione di un’agricoltura sempre più sostenibile in cui l’Europa sostenga in maniera più adeguata la fase di passaggio dal metodo di coltivazione convenzionale a metodi più sostenibili (biologico, integrato ecc.), attraverso adeguati incentivi per compensare i maggiori costi e la minore produzione e considerato che i prezzi all’origine continuano ad essere troppo bassi

– il sostegno alla zootecnica, quale ‘ultimo baluardo alla desertificazione e al dissesto idrogeologico

– maggiori controlli sulla qualità del grano importato da Paesi extra UE e sulla tracciabilità del latte nella filiera lattiero-casearia

– la semplificazione della burocrazia a carico delle aziende agricole, e

– ‘il commissariamento di tutti gli enti, pubblici o partecipati, che non hanno bilanci in ordine. E degli enti, come i Consorzi di Bonifica [Coldiretti, ndr] gestiti in modo privatistico e non nell’interesse pubblico’.

3) Italia, minaccia alla libertà di associazione

La partecipazione degli agricoltori alle politiche agroindustriali viene garantita, nei Paesi civili, attraverso le associazioni e i sindacati a cui essi hanno la libertà costituzionale di iscriversi e/o non iscriversi.

Il ministro italiano per l’Agricoltura si accinge tuttavia ad adottare un decreto volto a escludere i liberi professionisti dall’accesso ai registri informativi necessari a gestire le pratiche dei finanziamenti UE in agricoltura, come si è visto. (19)

La conseguenza della predetta misura è costringere i destinatari degli aiuti UE ad affidarsi a Coldiretti (o eventualmente a Confagricoltura) per chiedere e ricevere quanto loro spetta. In barba alla libertà di associazione.

4) Prospettive

La protezione sociale ed economica degli agricoltori rappresenta una priorità, poiché da essi dipendono la ‘food security’, nonché la manutenzione delle aree rurali. A condizione che tali attività vengano eseguite nel rispetto degli ecosistemi, la salute pubblica e il benessere animale.

Il #prezzoequo delle derrate agroalimentari è la priorità assoluta, le vendite sottocosto il primo nemico da abbattere. I contributi pubblici in agricoltura devono tuttavia venire condizionati a una vera transizione ecologica, nella direzione indicata (e finora boicottata) nella strategia ‘Farm to Fork’.

Le mobilitazioni frattanto proseguono, anche alla volta di Bruxelles ove l’1 febbraio 2024 Confédération paysanne aderisce all’iniziativa del sindacato belga FUGEA. Altrettanto in Italia, nonostante il silenzio dei media e le minacce di Coldiretti ai propri iscritti che vi partecipano.

5) Conclusioni provvisorie

L’introduzione di prezzi garantiti per i nostri prodotti agricoli, la definizione di prezzi minimi d’ingresso nel territorio nazionale, il sostegno economico alla transizione agro-ecologica commisurato alle problematiche in gioco, la priorità alla creazione e non all’ampliamento delle aziende agricole, il blocco dell’artificializzazione dei terreni agricoli: uniamoci per trovare soluzioni per il futuro, per trasformare questa rabbia in modo positivo e uscire dalla stagnazione in cui il mondo agricolo è sprofondato da troppo tempo’ (Confédération paysanne).

Dario Dongo

Note

(1) Dario Dongo. Sottocosto, protesta degli agricoltori in Francia. GIFT (Great Italian Food Trade). 21.1.24

(2) Dario Dongo. Italia, protesta degli agricoltori contro Coldiretti. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.1.24

(3) La Confédération paysanne appelle à se mobiliser pour des paysannes et paysans nombreux et rémunérés ! Communiqué de presse. Bagnolet, 24.1.24 http://tinyurl.com/mtzh2w86

(4) La Confédération paysanne ne peut se satisfaire des annonces du gouvernement et poursuit la mobilisation. 26.1.24 http://tinyurl.com/2bxy3wac

(5) Loi Egalim. Si veda il paragrafo 3 all’articolo citato in nota 1

(6) Dario Dongo. Brasile, alle deforestazioni si aggiunge l’ecatombe da pesticidi. Insostenibile accordo UE-Mercosur. GIFT (Great Italian Food Trade). 21.4.21

(7) Dario Dongo. Brasile, land grabbing e deforestazioni per l’olio di palma ‘sostenibile’ di Ferrero e Big Food. Lettera aperta. GIFT (Great Italian Food Trade). 22.5.23

(8) Dario Dongo. Deforestation Regulation. Al via la due diligence sulle materie prime critiche. GIFT (Great Italian Food Trade). 29.7.23

(9) Dario Dongo, Elena Bosani. Bilanci di sostenibilità e investimenti responsabili, due diligence ESG e CSR. Reg. UE 2022/1288. GIFT (Great Italian Food Trade). 29.7.22

(10) Dario Dongo, Elena Bosani. Due diligence ed ESG, sostenibilità sociale e ambientale delle imprese, la proposta di direttiva UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 20.4.22

(11) Si vedano i paragrafi 4,5,6 al precedente articolo di Dario Dongo. Agricoltori europei, la questione ucraina a Bruxelles. GIFT (Great Italian Food Trade). 16.1.24

(12) Dario Dongo, Guido Cortese. Ferrero, nocciole e lavoro minorile. Inchiesta BBC in Turchia. GIFT (Great Italian Food Trade). 16.11.19

(13) Dario Dongo. BBC Indonesia. Voce agli indigeni derubati per produrre olio di palma. GIFT (Great Italian Food Trade). 4.6.22

(14) Dario Dongo. Sementi, i 4 padroni del mondo. GIFT (Great Italian Food Trade). 15.1.19

(15) Dario Dongo. PAC post 2020, grigio fumo. Serve una rivoluzione bio. GIFT (Great Italian Food Trade). 22.10.20

(16) Dario Dongo. No alla riduzione dei pesticidi, sì al glifosate. Toxic Europe. GIFT (Great Italian Food Trade). 23.11.23

(17) Si veda il paragrafo 3.3 al precedente articolo di Dario Dongo. Piano di azione nazionale pesticidi, agricoltura sostenibile e PNRR. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 4.2.22

(18) Dario Dongo. NGTs, nuovi OGM, la deregulation avanza. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.1.24

(19) Dario Dongo. AGEA e MASAF ‘Coldiretti’. La soppressione dei liberi professionisti in agricolturaGIFT (Great Italian Food Trade). 30.9.23

(20) Gli agricoltori tornano a bloccare il quartiere europeo a Bruxelles. Dopo il duplice assedio messo in atto a inizio e fine febbraio per contestare le politiche Ue, un centinaio di trattori si stanno assembrando questa mattina in prossimità delle sedi delle principali istituzioni Ue. Alcuni roghi sono stati appiccati a Place du Luxembourg, davanti ai palazzi del Parlamento europeo, già presa d’assalto il 1° febbraio. E’ in corso un lancio di petardi nelle prossimità delle sedi della Commissione europea e del Consiglio Ue, dove si trovano riuniti i ministri europei dell’Agricoltura. Sono stati appiccati alcuni roghi bruciando copertoni e balle di fieno anche di fronte al dipartimento responsabile per l’erogazione dei fondi della Politica agricola comune (Pac). I trattori assembrati a Rue de la Loi, la principale arteria che attraversa il quartiere Ue, sono attualmente un centinaio. Gli agricoltori di FUGEA ed ECVC tornano a Bruxelles.

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