La grande festa dell’olio d’oliva italiano, a vantaggio dei suoi prezzolati dirigenti di Coldiretti e della Federconsorzi 2 alias CAI SpA, prosegue come sempre alle spese degli agricoltori italiani in protesta e dei finanziamenti europei. Un approfondimento. #VanghePulite.
1) Coldiretti, David Granieri e UNAPROL
David Granieri – membro di giunta della Coldiretti nazionale, oltreché presidente di Coldiretti Lazio e Coldiretti Roma – è al suo quarto mandato di presidenza di UNAPROL ScpA, Consorzio Olivicolo Italiano, con sede nello stesso Palazzo Rospigliosi che fu di Federconsorzi ed è ora sede di Coldiretti, oltreché di CAI SpA alias Federconsorzi 2.
UNAPROL ScpA, in un’orgia di conflitti d’interessi già denunciata su questo sito, (1) ha drenato e continua a drenare decine di milioni di finanziamenti pubblici europei e nazionali. Da ultimo attraverso l’aggiudicazione di ben 4 sui 38 progetti approvati e confermati dal MASAF nel V bando per i contratti di filiera del settore agroalimentare, finanziato dal PNRR. (2)
2) I fondi (pubblici) di UNAPROL a Coldiretti
I fondi pubblici destinati a UNAPROL vengono tra l’altro deviati a favore della ‘scuola di partito’ di Coldiretti, la AGER Srl di cui Germina Campus (GerCam) SpA detiene il 95% delle quote, Coldiretti nazionale il restante 5%. GerCam a sua volta è la ‘cassaforte’ di Coldiretti nazionale, che ne è l’unico socio. Oltre a essere proprietaria del lussuoso Palazzo Rospigliosi.
Vincenzo Gesmundo è vicepresidente, Ettore Prandini presidente del Consiglio di Amministrazione di GerCam. La quale tra l’altro possiede Green Assicurazioni Srl – di cui Vincenzo Gesmundo è consigliere di amministrazione – che vende agli agricoltori polizze con intermediazione doppia di Coldiretti (tramite la sua agenzia Agrifides, oltreché Green Assicurazioni). (3)
3) UNAPROL, Oleificio Paladino e Federconsorzi 2
Lo storico Oleificio Cooperativo della Riforma Fondiaria Paladino, costituito nel 1957 a Palo del Colle (BA), è stato protagonista della cooperazione in olivicoltura per oltre mezzo secolo. Fino a quando, a seguito del dissesto economico, è stato affidato dall’ex-ministero dello Sviluppo Economico alle cure di Coldiretti, mediante nomina del ‘suo’ Roberto Falcone quale liquidatore.
Roberto Falcone, combinazione, aveva lo studio assieme a Fabrizio Di Marzio (ex-consigliere di Cassazione, poi milionario responsabile dell’area giuridica di Coldiretti) e a Giuseppe Conte, allora presidente del Consiglio dei Ministri. E il ministero ha revocato il suo incarico solo a seguito di circostanziata denuncia di un suo esemplare conflitto d’interessi. (4)
L’azienda dell’Oleificio Paladino vale circa € 2 milioni circa, grazie agli impianti di molitura, lavaggio, cisterne, etc. che UNAPROL – sua affittuaria dal 26.9.19 al 22.9.21 – aveva acquistato tramite finanziamenti UE. Eppure, il successivo liquidatore Gianluca Piredda la ha ‘regalata’ a Federconsorzi 2 alias CAI SpA, il 22.12.22, con un ‘affitto’ per la ridicola somma di 32 mila euro/anno.
CAI Spa a sua volta ha subaffittato alla Puglia olive OP (sempre di casa Coldiretti) la quale, dopo un esperimento fallito nel progetto Oleum (di cui era socia nel 2019), ha ripreso le attività di molitura in concorrenza ai suoi stessi soci frantoiani
4) Coldiretti, OP Latium e il tradimento agli oli DOP della Sabina
OP Latium è un’organizzazione di produttori olivicoli del Lazio, costituita nel 2011 a Palombara Sabina (Roma). In una dozzina d’anni ha ‘integrato’ (o meglio, si è impossessata di) tutte le cooperative olivicole della Sabina, e i loro impianti produttivi. Il suo ultimo frantoio ‘Colli Sabini’ è stato inaugurato a gennaio 2023 da David Granieri, Vincenzo Gesmundo e il suo ministro Francesco Lollobrigida. (5)
La brama di potere, poltrone e fondi pubblici ha spinto Coldiretti a imporre la registrazione della IGP ‘Olio di Roma’, che compete direttamente con i quattro oli d’oliva extra vergine DOP già registrati in Sabina (Sabina, Tuscia, Canino, Colline Pontine). (6) Con il grottesco conflitto d’interessi di Stefano Petrucci, presidente del Consorzio di Tutela Olio DOP Sabina e al contempo consigliere d’amministrazione della OP Latium. (7)
5) Consorzio Unico OP, alias UNAPROL 2
Il Consorzio Unico OP è l’ultima organizzazione creata da Coldiretti per ‘valorizzare le IGP regionali dell’olio’ offrendo ‘servizi’ alle cinque organizzazioni professionali olivicole di Toscana, Lazio, Puglia, Calabria e Sicilia. (8) Suo attuale presidente è Stefano Terrasi (che al contempo presiede la OP Oleum Sicilia), direttore Francesco Bosio (lo stesso della OP Latium). E lo statuto del Consorzio Unico è terribilmente simile a quello di UNAPROL.
Coldiretti potrà così drenare altri finanziamenti pubblici e privati anche attraverso questa ‘UNAPROL 2’. La quale sembra proprio la scatola ideale ove David Guarnieri, alla scadenza del suo quarto mandato in UNAPROL (il più lungo dalla sua costituzione, avvenuta nel 1973), potrà atterrare. E gli olivicoltori subiranno magari un’ulteriore taglio dei loro prezzi per remunerare le provvigioni sulle vendite a Conad e Carrefour, soci della Filiera Italia presieduta da Paolo De Castro.
6) Coldiretti e l’olio ‘italico’
Il tradimento dell’olivicoltura italiana non è nuovo alla Coldiretti di Vincenzo Gesmundo che nel lontano 2018, si ricorda, aveva siglato un accordo di filiera con la UNAPROL del suo David Granieri e con Federolio, per lanciare il progetto dell’olio ‘italico’. (10) Un progetto peraltro fallito, come la stessa AIPO (Associazione Italiana Piccoli Olivicoltori) che poi aderì a UNAPROL per venire messa in liquidazione con lo stesso Roberto Falcone (v. supra, paragrafo 3) come liquidatore.
L’olio ’italico’, nel disegno di Gesmundo e Granieri, poteva venire etichettato come tale in quanto miscelato con ‘almeno il 50%’ di olio italiano e altri oli di qualsivoglia altra origine. Più che un ‘accordo di filiera’, un inganno collettivo basato sull’ennesimo conflitto d’interessi di Coldiretti con le industrie socie della sua Filiera Italia. Tra queste figurano:
– la De Cecco, il cui presidente è sotto processo per frode in commercio sull’origine del grano francese spacciato per italiano (11)
– Olitalia e vari altri colossi. Non certo rappresentativi degli olivicoltori e frantoiani italiani.
7) Conclusioni provvisorie
La gigantesca frode in commercio sull’olio toscano IGP, dopo quattro anni di indagini, ha condotto a 18 patteggiamenti e due sole condanne (12,13). Abbastanza per rendersi conto di come:
– la filiera olivicola italiana deve venire rafforzata sui singoli territori, privilegiando le registrazioni DOP (ove la materia prima deve provenire esclusivamente dall’areale di produzione) rispetto alle IGP (ove è invece sufficiente che la lavorazione avvenga in loco)
– i carrozzoni Coldiretti non offrono alcun beneficio agli agricoltori, i quali hanno invece bisogno di acquistare servizi (es. assistenza agricola, assicurazioni) in un mercato libero e di vendere i loro prodotti a prezzi equi, senza le intermediazioni dei vari enti nell’orbita di Palazzo Rospigliosi
– la valorizzazione degli oli d’oliva extra vergini italiani può venire realizzata attraverso tecnologie ora alla portata di tutti come la blockchain, per garantire l’effettiva autenticità e la tracciabilità dei prodotti a partire dalla geolocalizzazione delle piante d’ulivo. (14)
#VanghePulite
Dario Dongo
Note
(1) Dario Dongo. Coldiretti e Unaprol. Il destino incerto di fondi pubblici destinati agli olivicoltori italiani. GIFT (Great Italian Food Trade). 6.2.21
(2) Dario Dongo. PNRR e bando sui contratti di filiera, Coldiretti ‘asso pigliatutto’. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 2.7.23
(3) Dario Dongo. Germina Campus, la holding di Coldiretti che specula sugli agricoltori. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 13.6.21
(4) Dario Dongo. UNAPROL, AIPO e Oleificio Paladino, conflitti d’interessi a macchia d’olio. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 13.1.22
(5) Coldiretti inaugura nuovo frantoio OP Latium con Ministro Lollobrigida. Meta magazine. 12.1.23 https://tinyurl.com/yd926w7t
(6) Daniel Dawson. Polemiche in Italia per la nuova IGP “Olio di Roma”. 10.8.18 https://tinyurl.com/yndje53j
(7) Stefano Petrucci riconfermato Presidente del Consorzio Sabina D.O.P. OP Latium. 29.9.17 https://tinyurl.com/mwwjwbzv
(8) Cinque regioni olivicole per una OP nazionale dell’olio d’oliva. Teatro Naturale. 27.10.23 https://tinyurl.com/3pvjfzyx
(9) Vale la pena ricordare che già la Filiera Agricola Italiana S.p.A., di cui Ettore Prandini è presidente (come pure della SCCA, la GerCam e la Fondazione Campagna Amica che ne sono socie) intermedia questi e altri tipi di vendite. Si veda il paragrafo C dell’articolo citato in nota 3
(10) Marta Strinati, Dario Dongo. Olio Italico, l’Italian sounding di Coldiretti. GIFT (Great Italian Food Trade). 29.6.18
(11) Dario Dongo. Filippo Antonio De Cecco a processo per frode sull’origine del grano nella pasta. GIFT (Great Italian Food Trade). 5.5.23
(12) Francesca Gori. Olio taroccato, anche l’Olma al centro dell’inchiesta. Tutti i nomi degli indagati. Il Tirreno. 8.3.16 https://tinyurl.com/ye7cnnvz
(13) Francesca Gori. Frode dell’olio: il maxi processo finisce con due condanne lievi. Maremma Oggi. 13.12.23 https://tinyurl.com/46v5cx4p
(14) Dario Dongo. Blockchain agroalimentare, da Walmart alla FDA in USA, Wiise Chain in Italia. Verso il Web 3. GIFT (Great Italian Food Trade). 9.2.22

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.