Dopo decenni di disinteresse e ostilità, Coldiretti ha deciso di conquistare anche il settore dell’agricoltura e la produzione agroalimentare bio. Con le modalità che caratterizzano il sistema di potere delle ‘bandiere gialle’. Prevaricazioni, spartizioni di poteri e risorse, conflitti d’interesse. #VanghePulite.
1) Coldiretti e agricoltura biologica, mondi lontanissimi
Coldiretti è da sempre schierata contro i principi a base della filiera biologica e le posizioni espresse dai suoi rappresentanti. Alcuni esempi attuali:
– Coldiretti è impegnata con successo nel boicottare la proposta SUR (Sustainable Use of Pesticides Regulation), volta a ottenere la drastica riduzione d’impiego dei pesticidi in UE (1,2),
– le bandiere gialle sono impegnate nel contrasto alla Nature Restoration Law, per il recupero degli habitat naturali degradati e il ripristino della biodiversità (3,4),
– Palazzo Rospigliosi promuove la deregulation dei nuovi OGM e la loro sperimentazione in campo aperto, senza preventiva valutazione del rischio né tracciabilità né etichettatura (5,6).
1) L’assalto di Coldiretti a Federbio, primo tentativo
A luglio 2000 Coldiretti aveva costituito ANAGRIBIOS, l’Associazione Nazionale dell’Agricoltura Biologica. Una sigla del tutto inattiva fino al 2019, quando a Palazzo Rospigliosi sono giunte le prime notizie di finanziamenti europei specificamente dedicati al settore biologico. Ed è allora che Coldiretti ha deciso di avvicinarsi a Federbio (7) – la Federazione italiana delle organizzazioni del biologico e del biodinamico – con l’obiettivo di colonizzare il settore bio.
Il 27 giugno 2019 Coldiretti entrava a gamba tesa in Federbio, il giorno stesso dell’assemblea elettiva di quest’ultima, provando a imporre la presidenza del suo responsabile ambiente Stefano Masini. Ma la base associativa di Federbio – che ha sempre considerato Coldiretti come ‘altro da sé’ – non eleggeva nemmeno un rappresentante delle bandiere gialle. Con grande soddisfazione di Paolo Carnemolla, presidente uscente di Federbio.
La presidenza di Federbio veniva invece affidata a Maria Grazia Mammuccini, allora invisa a Coldiretti e socia ma non sponsorizzata da CIA. I vicepresidenti Matteo Bartolini (CIA, già presidente di CEJA, European Conseil Young Farmers), Andrea Bertoldi e Carlo Triarico. Nell’ufficio di presidenza, eletti altresì Rossella Bartolozzi, Claudia Bastia (la storica assistente personale di Paolo Carnemolla), gli agricoltori Michele Monetta e Enrico Casarotti.
2) Coldiretti Bio, Demeter
Il 14 dicembre 2020 Coldiretti, in una ‘assemblea’ con pochissimi soci, rifondava l’associazione ANAGRIBIOS rinominandola ‘Associazione delle Imprese biologiche e biodinamiche di Coldiretti – Coldiretti Bio’. Con l’obiettivo di estendere la conquista al
settore biodinamico, altra componente del mondo biologico italiano. Presidente di Coldiretti Bio è Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche nonché consigliera della giunta nazionale di Coldiretti.
In quel periodo si trattava degli ingenti fondi UE per il biologico e del bando di filiera con progetti milionari. Voci di corridoio riferiscono a riunioni private per definire la costruzione e spartizione dei bandi tra i rappresentanti del biologico e biodinamico, tutti in quota Coldiretti.
Tra i tanti vincitori in area Coldiretti del dibattuto V bando di filiera MASAF si segnala il progetto ‘AmicoBio’, per 17,761 milioni di euro, di Enrico Amico (fondatore di Coldiretti Bio e membro del suo consiglio nazionale, nonché presidente di Demeter Italia – il marchio privato certificatore della biodinamica in Italia).
Le voci su possibili accordi che avrebbero escluso dai bandi altri operatori della biodinamica hanno provocato una tempesta in Demeter Italia, con la cacciata di Amico da presidente e un successivo contenzioso in tribunale. Il presidente dell’Associazione Biodinamica Carlo Triarico viene inserito nel Comitato scientifico di Coldiretti Bio ma ne prende subito le distanze, cercando in ogni modo di salvare l’autonomia del movimento biodinamico.
3) Federbio – Coldiretti, un accordo informale?
Un accordo informale con la presidente Maria Grazia Mammuccini, secondo voci di corridoio, avrebbe posto le basi per conquista di FederBio da parte di Coldiretti. Tale accordo avrebbe previsto:
– il trasferimento della gestione di Federbio servizi S.r.l. a Federconsorzi 2, alias Consorzi Agrari d’Italia (CAI) S.p.A., che dovrebbe acquisirne il pacchetto di controllo. CAI S.p.A. è una rete che produce oltre 1 miliardo di euro di ricavi annui. Il socio di minoranza con poteri straordinari è Bonifiche Ferraresi S.p.A., il più grande proprietario terriero italiano con oltre 7.000 ettari sparsi tra le province di Ferrara, Arezzo, Grosseto e Oristano, un mega-allevamento da 4.500 bovini nel ferrarese e il controllo di SIS, Società Italiana Sementi (già sanzionata dall’Antitrust per aver imposto agli acquirenti delle sementi di grano Senatore Capelli l’obbligo della riconsegna del grano prodotto per costituire un monopolio, nonché per aver ritardato o rifiutato la fornitura delle sementi ai coltivatori non aderenti a Coldiretti e per avere aumentato in maniera ingiustificata i prezzi delle sementi). (9)
I Consorzi agrari dell’Emilia, del Tirreno, Centro Sud, Adriatico e del Nordest – che sono confluiti nel progetto ‘Federconsorzi 2’ al caro prezzo della perdita di autonomia, mutualismo e 21 milioni di euro di tesori immobiliari (10) – sono i maggiori rivenditori di pesticidi e mangimi OGM sul mercato italiano. La struttura tecnica costituita da FederBio per il settore biologico passerebbe così nelle mani dei big player di agricoltura convenzionale, pesticidi e mangimi OGM,
– una presidenza a termine di Maria Grazia Mammuccini, con dimissioni anticipate in favore di Maria Letizia Gardoni che dovrebbe subentrare nel ruolo durante il mandato,
– almeno due vicepresidenze di Federbio a Coldiretti,
– il controllo dell’interprofessione del biologico da parte di Coldiretti,
– il coordinamento della sezione produttori agricoli di Federbio a Coldiretti.
4) Federbio, le opposizioni della base associativa
Le organizzazioni che compongono la sezione produttori di Federbio si sono opposte alla proposta di eleggere Maria Letizia Gardoni (Coldiretti) quale loro coordinatrice. Coldiretti avrebbe potuto contare solo sul voto suo e di Enrico Amico di Demeter. La presidente Mammuccini, constatato che il voto sarebbe stato sfavorevole, avrebbe perciò deciso di non porre tale carica al voto e di mantenere lo status quo ‘ad interim’, adducendo che eleggere qualcun altro avrebbe comportato una rottura con Coldiretti e la messa in pericolo della sopravvivenza di Federbio.
Gli agricoltori biologici di Federbio, di conseguenza, decidevano di ritirare le loro candidature e rinunciare all’elezione del proprio rappresentante. Le organizzazioni di base degli agricoltori biologici erano entrate in collisione con la dirigenza di FederBio pochi mesi prima quando FederBio – dopo aver concordato l’appoggio della federazione al loro candidato per rappresentare l’Italia nel parlamentino europeo di IFOAM Organics Europe – aveva annunciato in assemblea un improvviso cambio di rotta, a favore di un rappresentante dell’industria. Scambi di email infuocate, minacce di ‘ritiro sull’Aventino’ e blocco per un paio di settimane del comunicato stampa.
5) Federbio, la conquista di Coldiretti
Il 21 luglio 2022, all’assemblea nazionale di Federbio, si verificava quanto preannunciato da Coldiretti:
– Maria Grazia Mammuccini veniva rieletta presidente avendo Coldiretti non più come oppositore, ma come grande elettore, (11)
– Maria Letizia Gardoni (Coldiretti) prendeva il posto di Matteo Bartolini (CIA), quale vicepresidente per la componente produttori agricoli,
– Marco Paravicini Crespi (consigliere nazionale di Coldiretti Bio, oltreché di Demeter Italia, dal 2012 socio di EcorNaturSì che distribuisce prodotti biodinamici e biologici con fatturato 2022 di € 412 milioni e una situazione finanziaria non brillante) veniva nominato vicepresidente per la componente biodinamica, su pressione di Coldiretti, al posto di Carlo Triarico (presidente dell’Associazione nazionale biodinamici).
Triarico dichiarava in assemblea di ritirare la propria candidatura per le pressioni ricevute, al fine di proteggere Federbio e tenere libera l’Associazione Biodinamica dalle gravose condizioni imposte da Coldiretti.
6) Resa dei conti provvisoria
Il 6 luglio 2023 l’assemblea dei produttori agricoli di Federbio si è tenuta per la prima volta a Palazzo Rospigliosi, sede di Coldiretti nazionale, anziché nella sede di Bologna della Federazione del bio. Proprio il capo dei capi Vincenzo Gesmundo ha aperto il congresso, prima di affidare la parola alla sua Maria Letizia Gardoni per esporre il nuovo ‘manifesto del futuro del bio’ e gestire l’assemblea. Così:
– alcune organizzazioni storiche del biologico hanno dichiarato ufficialmente di non partecipare all’assemblea, altre non si sono presentate direttamente. La gran parte delle organizzazioni storiche degli agricoltori bio, a quanto pare, starebbe considerando di uscire da Federbio a seguito della sua conquista da parte di Coldiretti,
– CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), per adesso, sembra accettare il ruolo subalterno nella spartizione delle risorse da parte di Coldiretti. Le risorse sono ingenti, poiché si tratta dell’assegnazione di milioni di euro del PNRR e i fondi UE per il bio, oltre alla gestione di Federbio servizi (v. sopra, paragrafo 3, primo trattino).
Gli organismi di controllo sono a loro volta usciti da FederBio. La maggioranza di essi (12 enti che nel complesso eseguono controlli su oltre il 90% delle aziende biologiche italiane) si è organizzata nella struttura autonoma AssoCertBio. Da ultimo è uscita anche ATBio, l’associazione dei tecnici consulenti e ispettori. Gli unici organismi di controllo rimasti in FederBio sono ICEA (che si è frattanto iscritta anche a AssoCertBio) e Q-certicazioni, acquisita nel 2019 da Bureau Veritas Italia.
7) Disegni imperiali e conflitti d’interessi
La conquista di Federbio e Federbio servizi consentirà a Coldiretti di gestire la struttura strategica centrale per il futuro del bio in Italia, l’interprofessione del biologico. Non a caso la recente legge italiana sul biologico ha attribuito all’organizzazione interprofessionale che rappresenti almeno un terzo del settore una serie di poteri straordinari, vincolanti anche per i non iscritti e perciò incostituzionali, ad avviso di chi scrive, come si è già denunciato (12,13).
Se nessuno avrà il coraggio di opporsi al delirio di onnipotenza del cerchio magico, Coldiretti diventerà la ‘voce unica’ anche per la filiera bio italiana. Nel più plateale dei conflitti di interessi su tutte le questioni ove gli operatori del settore biologico si oppongono alle politiche agricole dei grandi sindacati agricoli (v. sopra, paragrafo 1). Va ricordato che l’agricoltura è la prima voce del bilancio UE con enormi interessi, non ultimi quelli per l’introduzione in Italia dei nuovi OGM (NBTs o NGTs) a cui Coldiretti è molto dedicata.
8) Di male in peggio
FederBio servizi S.r.l. – fortemente voluta e presieduta dalla fondazione (2017) da Carnemolla – non ha mai ‘sfondato’ sul piano commerciale, ma non ha neppure fornito dividendi ai soci, nemmeno negli anni di boom del settore. Poiché è stata concepita come una struttura leggera che fornisce servizi al sistema delle imprese biologiche, senza contare su proprio personale tecnico ma limitandosi a intermediare le prestazioni di professionisti esterni. In una logica di rete che sotto il dominio di Coldiretti potrebbe invece tradursi in ennesima speculazione a danno degli associati. (14)
Direttore di Coldiretti Bio è Francesco Giardina, ex funzionario del ministero dell’Agricoltura. Era coordinatore SINAB (Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) presso il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e al contempo partecipava all’organo decisionale di un organismo privato di controllo, quale membro dell’esecutivo federale di AIAB da giugno 2005 a gennaio 2007. Assumere ex dirigenti pubblici è del resto parte delle strategie del cerchio magico di Coldiretti per favorire l’interazione con la pubblica amministrazione, come si è visto. (15)
9) Federbio, altri soci e accoliti
Tra i soci di FederBio figura anche Bologna Fiere – la quale organizza SANA, la fiera del biologico giunta alla 35ma edizione, con il supporto dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e i patrocini di ministero della transizione ecologica e Regione Emilia-Romagna) – che riconosce a FederBio un rilevante sostegno economico annuale in cambio della rinuncia della federazione a partecipare ad altre fiere nazionali concorrenti. Poco cambierà per Bologna Fiere, salva una defezione di massa da Federbio e da SANA di operatori coraggiosi che invece si organizzino altrove, magari in un settore dedicato alla maestosa TuttoFood.
Dove non può contare su soci, FederBio istituisce organizzazioni poco più che virtuali per millantare una rappresentanza a livello regionale e aumentare il suo peso percepito.
Un esempio è il socio Toscana Bio, che FederBio ha arruolato tra le organizzazioni dei produttori agricoli ma non ha un solo agricoltore negli organi dirigenti.
Presidente è Rossella Bartolozzi (CFO del distributore Probios), consiglieri Alessandra Alberti (agronoma presso CIA Toscana), Antonio Massa (titolare del piccolo Birrificio Valdarno Superiore, del tutto convenzionale e non biologico, come da lui stesso ammesso nell’intervista dopo l’investitura) e Carlo Triarico. (16)
9) Conclusioni provvisorie
La base sociale delle organizzazioni che hanno creato e partecipano a FederBio non risulta essere stata consultata sulle ‘grandi manovre’ con cui Paolo Carnemolla e Maria Grazia Mammuccini intendono regalare a Coldiretti il settore bio in Italia.
Questa base sociale considera Coldiretti una pericolosa controparte che invoca autorizzazioni in deroga a pesticidi vietati in UE, festeggia i nuovi OGM e ostacola la strategia ‘Farm to Fork’ volta a ridurre il carico di pesticidi, fertilizzanti e antibiotici sull’agricoltura europea.
Dario Dongo
Note
(1) Laura Miraglia. Coldiretti/Filiera Italia a Bruxelles: “C’è il rischio che la produzione di cibo crolli del 30%”. Euractiv. 27.10.22 https://tinyurl.com/349sxdzn
(2) Alessandra Mei. Regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi, SUR. I travagli della riforma UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 20.12.22
(3) Ue: lo stop al Ripristino natura salva 580 mld di cibo italiano. Coldiretti. 27.6.23. https://tinyurl.com/3nfav9mz
(4) Dario Dongo, Alessandra Mei. Nature Restoration Law, il Parlamento europeo approva la proposta. GIFT (Great Italian Food Trade). 12.7.23
(5) Ue: presidente Coldiretti Prandini, accelerare su Tea e cisgenetica. Agenzia Nova. 6.6.23. https://tinyurl.com/2p8bhwvw
(6) Nuovi OGM, NGTs. La proposta di deregulation della Commissione europea. GIFT (Great Italian Food Trade). 4.7.23
(7) Marta Strinati, Dario Dongo. Biologico in volata, Coldiretti sale a bordo. GIFT (Great Italian Food Trade). 13.4.19
(8) V. https://h2020-demeter.eu/wp-content/uploads/2020/02/DEMETER_PilotBooklet_Italy.pdf
(9) Dario Dongo. Consorzi Agrari d’Italia, Bonifiche Ferraresi e Filiera Agricola Italiana SpA, il vaso è colmo. GIFT (Great Italian Food Trade). 23.1.21
(10) Dario Dongo. Federconsorzi 2, 21 milioni di euro bruciati ai consorzi agrari nel falò della finanza. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 30.3.21
(11) Mammuccini rieletta alla presidenza di FederBio. Cambia la Terra. 21.7.22. https://tinyurl.com/2p8wbnjj
(12) Dario Dongo. Biologico italiano, il disegno di legge su misura di Coldiretti in voto al Senato. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 18.5.21
(13) Marta Strinati, Dario Dongo. Legge italiana sul bio, più ombre che luci. Intervista a Roberto Pinton. GIFT (Great Italian Food Trade). 7.3.22
(14) Gli esempi di speculazioni del sistema di Coldiretti sui suoi iscritti non mancano. Alcuni cenni negli articoli:
– Germina Campus, la holding di Coldiretti che specula sugli agricoltori. #VanghePulite. 13.6.21
– Campagna Amica, Coldiretti insiste nel taglieggiare gli agricoltori. 28.12.22
(15) Dario Dongo. Pubblica amministrazione, fedeltà allo Stato o a Coldiretti? #VanghePulite GIFT (Great Italian Food Trade). 27.6.21
(16) Non andava meglio con il precedente organo dirigente, presieduto da Alberto Bencistà (consulente commerciale, già sindaco e per due volte consigliere regionale), Mimmo Tringale (giornalista), Federico Chiesi (presidente di una società di comunicazione e eventi), Laura Lo Presti (collaboratrice del Centro di Ricerca Rifiuti Zero di Capannori) e Rossella Bartolozzi

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.