HomeIdeeColdiretti, AIA e il vitello d'oro. L’operazione AIA 2, alias FEDANA

Coldiretti, AIA e il vitello d’oro. L’operazione AIA 2, alias FEDANA

Il cerchio magico di Coldiretti, AIA e il vitello d’oro. (1) Il saccheggio del sistema allevamento in Italia prosegue con l’operazione FEDANA, alias AIA 2.

Alcuni gruppi di allevatori italiani resistono a un tentativo di golpe volto a usurpare i loro tesori, anche nelle sedi giudiziarie e nelle piazze. In attesa di un’inchiesta della magistratura inquirente. #VanghePulite.

FEDANA, il progetto di golpe

Dopo avere colonizzato AIA (Associazione Italiana Allevatori), depredato le APA (associazioni provinciali) e trasferito i loro poteri alle ARA (associazioni regionali), a maggio 2018 il cerchio magico di Coldiretti costituiva FEDANA, Federazione delle Associazioni Nazionali. Con il preciso scopo di aggirare il regolamento UE 2016/1012 e il decreto legislativo 52/2018, ove si affermano:

– il ruolo centrale delle Associazioni di razza nel processo di miglioramento genetico,

– la necessità di aprire alla concorrenza i servizi di miglioramento genetico, (2)

– il dovere di separare il sistema di rilevazione dei dati (affidato alle associazioni regionali) rispetto ai servizi di miglioramento genetico, storicamente gestiti dalle ANA (Associazioni Nazionali Allevatori di razza). (3)

L’obiettivo del cerchio magico era chiaro, conquistare le ANA prima che esse – non più soggette al controllo delle ARA – possano venire gestite dai circa 20 mila allevatori italiani che vi si iscrivano direttamente. Il coordinamento delle operazioni veniva affidato al Consorzio Sistema Servizi e in particolare a una squadra guidata da Enrico Leccisi.

Associazioni di razza, l’indipendenza prescritta dalla legge

‘Ai fini del presente decreto, è definita «Associazione di primo grado» un’Associazione di allevatori di livello nazionale che associa direttamente gli  allevatori, senza il rapporto associativo   di intermediazione di altre Associazioni, a eccezione delle Province autonome di  Trento e di Bolzano nel cui territorio agli  Enti selezionatori possono aderire anche cooperative di allevatori’ (d.lgs. 52/ 2018. Articolo 2, enti selezionatori).

FEDANA, l’assalto alle associazioni di razza

L’assalto alle ANA (Associazioni Nazionali Allevatori di razza) viene realizzato con l’imposizione alle stesse di una modifica radicale dei loro statuti. Per impedire che esse possano divenire associazioni di primo grado (a cui gli allevatori possono associarsi direttamente) e assoggettarle invece a FEDANA.

Le associazioni di razza, nel disegno del cerchio magico di Coldiretti dovrebbero essere iscritte per statuto a FEDANA – il cui statuto non ha neppure superato il vaglio della Prefettura – e rimanervi legate con vincoli pressoché indissolubili. FEDANA si affanna a comunicare (falsamente) a tutte le ANA di avere concordato con il Ministero la riforma da portare avanti.

‘Statuti capestro’

A fine 2018 il cerchio magico di Coldiretti organizza con il Consorzio Sistema Servizi (CSS) la raccolta di procure e deleghe dei presidenti delle ARA a favore dei propri collaboratori. Scaltri funzionari e commercialisti intervengono così in nome delle ARA alle assemblee delle ANA (Associazioni Nazionali degli Allevatori di razza) – che il regolamento europeo prescrive siano indipendenti e controllate direttamente dagli allevatori – per imporre l’adozione degli ‘statuti capestro.’ Alcuni allevatori rivendicano i loro diritti e il gruppo di potere aumenta la pressione con la Digos nelle assemblee e le forze di polizia fuori dalle sedi durante il loro svolgimento.

Palazzo Rospigliosi sottomette così la gran parte delle ANA al proprio potere assoluto. Fino a ottenere la resa incondizionata di ANAFIJ, ANACLI, ANABIC, ASSONAPA – con delega all’incasso delle loro quote associative a favore di FEDANA – e la sottomissione meno convinta di ANARE e ANAS. Altre ANA (ANAPRI, ANABORAPI) discutono vivacemente ma non riescono a sottrarsi all’assalto. Mentre ANARB, ANABORAVA (Associazione Nazionale Allevatori di Razza Valdostana) e ANAGA (Associazione Nazionale Allevatori bovini di razza Grigio Alpina) si ribellano.

Purga e saccheggio

‘La cupola’ – come viene definita nell’ambiente – riesce a ribaltare in poche ore le organizzazioni delle ANA radicate da decenni, dopo averle costrette a cambiare statuto. Dalla sera alla mattina il gruppo di potere attribuisce gli incarichi sociali e di controlli ai propri uomini. Cambia le chiavi delle serrature e fa letteralmente propri gli enti selezionatori che, secondo il reg. UE 2016/1012, devono invece essere indipendenti e controllati dagli allevatori. Purga e saccheggio.

Il delirio di onnipotenza si esprime anche nelle comunicazioni imperiose rivolte alle Prefetture che ‘osino’ non concedere il via libera ai cambi di statuto. Il via libera prefettizio è infatti prescritto per le ANA riconosciute, ma alcuni organi dello Stato ancora rispondono alla legge anziché alla cupola di Coldiretti. Il ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali è invece sottomesso, tace e acconsente all’abominio del diritto e al saccheggio dei tesori degli allevatori.

Antitrust e MiPAAF

ANARB, l’Associazione Nazionale degli Allevatori di Razza Bruna, interpella l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM). E l’Antitrust risponde con una nota rivolta al MiPAAF ove si sottolinea l’esigenza di vigilare, affinché AIA non interferisca in alcun modo con il percorso riorganizzativo degli enti selezionatori (v. Allegato).

ANAFIJ, Associazione Nazionale Allevatori Razza Frisona e Razza Jersey, a sua volta si sottomette. Il direttore generale responsabile in MiPAAF riscontra la non ammissibilità dello statuto-capestro imposto da Palazzo Rospigliosi ma il capo dipartimento lo sconfessa e lo bypassa, rivolgendosi direttamente al funzionario di grado inferiore per sistemare la pratica. Lo statuto ANAFIJ viene così alfine approvato.

Cause civili e rivolte

Il cerchio magico prova ad accanirsi nei confronti dei ribelli. Il consulente di AIA prof. avv. Saverio Ruperto raccoglie i mandati di alcuni allevatori fedeli al comando centrale e promuove azioni giudiziarie, in sede civile, nei confronti di ANABORAVA e di ANARB. Effetto boomerang. I giudici rigettano le istanze delle parti attrici e le condannano a pagare le spese legali, dopo avere evidenziato la correttezza degli enti selezionatori che hanno resistito al tentativo di assalto.

In altri casi sono gli allevatori a opporsi alle modalità di organizzazione delle assemblee, ove gli emissari del potere centrale assumono decisioni per conto dei tanti soci assenti col sostegno dei fedelissimi e di deleghe pre-compilate. Riunioni infuocate e manifestazioni di piazza non bastano tuttavia a impedire il saccheggio. Gli allevatori resistenti spediscono numerose PEC di protesta ad AIA, MiPAAF e Regioni. E denunciano ai Carabinieri la violazione delle norme vigenti.

In attesa che la Direzione Italiana Antimafia assuma il coordinamento delle indagini da condurre sull‘intero territorio italiano. #VanghePulite

Dario Dongo

Note

(1) Dario Dongo. Coldiretti, AIA e il vitello d’oro. #VanghePulite urgono. GIFT (Great Italian Food Trade). 9.2.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/coldiretti-aia-e-il-vitello-d-oro-vanghepulite-urgono

(2) Reg. (UE) 2016/1012, relativo alle condizioni zootecniche e genealogiche applicabili alla riproduzione, agli scambi commerciali e all’ingresso nell’Unione di animali riproduttori di razza pura, di suini ibridi riproduttori e del loro materiale germinale. Testo consolidato al 29.6.16 su https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?qid=1612803363378&uri=CELEX%3A32016R1012

(3) D.lgs. 11.5.18, n. 52. Disciplina della riproduzione animale in attuazione dell’articolo 15 della legge 28 luglio 2016, n. 154. (18G00076) (GU Serie Generale n.120 del 25-05-2018)

ALLEGATO PEC 18.10.19 di AGCM, Segretario Generale, ai Sottosegretari di MiPAAF e Ministero Interno

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