Il viaggio infinito nella biodiversità da proteggere in Italia ci porta oggi a celebrare la pompìa. Un agrume tipico di Sardegna che viene da lontano, figlio del cedro e dell’arancia amara.
‘Sa pompìa’, un agrume di Sardegna
‘Sa pompìa’, in dialetto sardo, è stata a lungo catalogata come Citrus monstruosa, per via del suo insolito aspetto. Più grande rispetto agli altri agrumi del Mediterraneo, dalla forma irregolare e bitorzoluta, gialla come un limone e simile al cedro. Il nome ufficiale è ora Citrus limon var. pompìa Camarda var. nova, in onore di Ignazio Camarda, docente di botanica dell’Università di Sassari, che ne ha favorito una classificazione agronomica esatta. L’agrume è presente soltanto nell’isola, nella Baronia (area geografica che comprende i Comuni di Posada, Lodè, Torpè, Budoni, San Teodoro e soprattutto Siniscola). Le sue piante sempreverdi fioriscono tra marzo e maggio. I frutti maturano da novembre fino a gennaio e devono venire raccolti a completa maturazione. Il prodotto, a seguito di trasformazione, è reperibile tutto l’anno.
In Europa l’agrume è giunto, secondo il botanico greco Teofrasto, grazie ai reduci delle spedizioni di Alessandro Magno in Asia, all’inizio del IV secolo d.C. La sua descrizione corrisponde peraltro a quella di Dioscoride (40-90 d.C.), medico-farmacista e botanico greco vissuto a Roma al tempo di Nerone. Il quale, nel ‘De materia medica’, riferisce al Citrus Medica Cetra come frutto bislungo e rugoso da consumare previa bollitura nel vino o nel miele. Proprio così a Oliena (Nuoro, NU), grazie alla bollitura nel miele, si prepara da tempo immemorabile il Citrus Medica Monstruosa candito.
In Sardegna l’agrume fu invece portato alla fine del IV sec. d.C. da un ricco proprietario terriero appassionato di agronomia, Rutilio Tauro Palladio. Il quale, nella sua opera ‘Res rustica’, riporta di avere esso stesso introdotto la pianta nei propri possedimenti vicini a Neapolis, antica città del golfo di Oristano. La pompia compare poi tra i testi di agronomia e botanica del Settecento, in particolare in un saggio sulla biodiversità vegetale e animale della Sardegna di Andrea Manca dell’Arca (1780).
Pompia, proprietà e utilizzi
Nelle tradizioni locali, la pompia veniva utilizzata per lucidare il rame e l’ottone. Oltreché per la produzione di cosmetici e alimentari, che solo da pochi anni si prova a valorizzare quali risorse uniche del territorio, legate a progetti di sostenibilità ambientale. L’agrume, già riconosciuto come Presidio Slow Food (1), è stato di recente inserito nel progetto transfrontaliero ‘Mare di Agrumi’. (2)
L’olio essenziale di pompìa è rinomato come ‘elisir della salute’. L’olio è ottenuto dalla scorza del frutto, mediante decantazione ed estrazione in corrente di vapore, senza utilizzo di solventi chimici. Diversi studi con sperimentazioni in vivo e in vitro ne hanno rivelato numerose proprietà. Antinfiammatorio, antiafte, antibatterico, antimicotico, disinfettante, cicatrizzante e antimacchie. (3)
Uno spin-off dell’università di Sassari – la Phareco Srl, guidata dalla docente associata Grazia Fenu, sta lavorando allo sviluppo di nuovi prodotti, in ambito cosmetico e nutraceutico. ‘La parte bianca del frutto contiene quantità elevate di pectine, che sono favorevoli alla regolazione del transito intestinale’, spiega la professoressa Fenu. La ricerca merita perciò ulteriori sviluppi, che potranno ricevere il supporto dell’agenzia per l’attuazione dei programmi regionali in campo agricolo e per lo sviluppo rurale (Laore).
Le istituzioni scolastiche e l’imprenditoria locale a loro volta dedicano attenzione all’agrume sardo, a cui sono state dedicate tesi di laurea, studi dottorali e piccoli progetti di filiera avviati nelle scuole. Come il ‘Golden Citrus Pompia’, della quinta liceo dell’istituto M. Pira, nell’anno scolastico 2015/16. (4) L’Università di Sassari collabora da anni con il Comune di Siniscola. ‘Lavoriamo insieme per un progetto di sviluppo locale prendendo esempio da quanto ha fatto Savona con il chinotto’, spiega il professor Gianni Nieddu. La creatività non manca, dai ‘Pretziosos’ di Graziella Frau (dolci decorati ad arte contenenti farcia alla pompia) alla ‘fruit beer’ ‘Sexy Pompia’, prodotta dal birrificio agricolo Marduk di Irgoli (NU).
Un ‘Mare di Agrumi’, iniziative e polemiche
‘Mare di Agrumi’ è un progetto transfrontaliero, Italia-Francia, portato avanti da istituti di ricerca e amministrazioni locali in Liguria, Sardegna, Toscana e Corsica. Con l’obiettivo di tutelare e valorizzare gli agrumi rari autoctoni. (5) Partner ufficiale per la Pompia è il Comune di Siniscola (NU), ove lo scorso marzo è stato inaugurato – nei terreni della scuola agraria di San Narciso – un agrumeto con 200 portainnesti. Le duecento piante, supportate da un sistema di irrigazione sotterranea, esprimono dieci biotipi prelevati dalle piante più anziane individuate in cortili, giardini e campagne. Per la raccolta dei frutti si dovrà attendere un periodo di due anni.
Negli spazi della scuola sono altresì presenti alcuni degli altri agrumi protagonisti del progetto ‘Mare di Agrumi’. Il chinotto, il pernambucco, il cedro corso, il pomelo e la clementina. (6)
Le polemiche non mancano, neppure a Siniscola. Caterina Floris, consigliere comunale dell’opposizione e fondatrice dell’associazione ‘Resilienza’, denuncia che ‘due campi sperimentali per la coltivazione della pompìa in vent’anni non hanno prodotto nessuna ricaduta sociale, economica e di immagine. L’idea progettuale nata nel 1997 sulla base della legge regionale 20/97 vede la luce nel 1999 attraverso il partenariato tra il centro di salute mentale del distretto Asl di Siniscola, Comune ed Ersat’. L’obiettivo della legge regionale 20/97 era infatti quello di promuovere iniziative di rilevanza socio-economica, ma il progetto di cooperativa sociale che si avrebbe dovuto giustificare i finanziamenti frattanto concessi non ha mai visto la luce. Mentre in altri Comuni come quello di Irgoli, spiega Caterina Floris, ‘una cooperativa sociale nata con la stessa legge ha tredici dipendenti fissi oltre agli stagionali e, lo scorso anno, ha raggiunto un fatturato di oltre 800mila euro. Una coop che diversificato la sua attività e che si occupa ora di della coltivazione di fiori e ortofrutta’. Paese che vai, inefficienza che trovi.
Dario Dongo e Giulia Caddeo
Note
(1) I presidi Slow Food sono nati per sostenere le piccole produzioni tradizionali ‘a rischio di estinzione’. Valorizzare biodiversità e territori, varietà di ortaggi e frutta, razze autoctone, saperi e tradizioni, antichi mestieri e tecniche. l disciplinare di produzione cristallizza e custodisce il ‘sapere dei sapori’, processi e prodotti
(2) ‘Mare di agrumi’ è un progetto di durata biennale, finalizzato a promuovere un’offerta originale di prodotti e servizi innovativi e comuni, legati agli agrumi rari. Avviato il 15.2.17 e finanziato dal P.C. Italia Francia Marittimo 2014-2020, ambisce ad aumentare la competitività delle microimprese e PMI nei settori agricolo, agroalimentare e del turismo ‘green’. Grazie a innovazioni nella produzione, trasformazione e gestione degli scarti delle imprese agrumicole. Oltreché attraverso strategie di aggregazione e marketing condivise. Il progetto ha una dotazione finanziaria complessiva di € 1.334.572,25, di cui 1.134.386,41 provengono dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR),
(3) Alcuni spunti possono venire tratti da precedenti articoli sul quotidiano La nuova Sardegna
http://www.lanuovasardegna.it/tempo-libero/2019/04/23/news/quell-agrume-mostruoso-che-spegne-le-infiammazioni-1.17805981
http://www.lanuovasardegna.it/regione/2019/03/10/news/pompia-agrume-multiuso-dai-canditi-ai-cosmetici-1.17783357
http://www.lanuovasardegna.it/nuoro/cronaca/2019/04/11/news/anche-la-pompia-finisce-in-polemica-1.17799479
(4) Pagina Facebook https://m.facebook.com/goldencitruspompia/, Instagram goldencitruspompia_
(5) Comune di Savona, Comune di Siniscola, Provincia di Livorno, CERSAA (Centro di sperimentazione ed assistenza agricola), Chambre de Commerce et d’industrie territoriale de Bastia et de la Haute Corse, Institut National de la Recherche Agronomique (Francia), Università di Pisa
(6) Gli agrumi compresi nel progetto sono gli aranci dell’Isola d’Elba, la clementina, il pomelo e il cedro di Corsica, la pompia sarda, l’arancia pernambucco di Finale ligure e il chinotto di Savona