I vini biologici possono contenere solfiti, se pure in misura ridotta rispetto a quelli convenzionali. L’aggiunta di anidride solforosa è infatti una delle pratiche enologiche ammesse dal reg. UE 203/2012, che ha introdotto la nozione di vino biologico, e i suoi requisiti.
Tre categorie di vini biologici
L’etichetta ci permette peraltro di distinguere tre categorie di vini ‘bio’:
– il nettare di Bacco, allorché del tutto privo delle sostanze in esame, viene declamato con la dicitura ‘senza solfiti’ (o simili)
– se i solfiti sono presenti, ma inferiori a 10 mg/l, l’etichetta non riporta alcuna indicazione (né ‘senza…’, né ‘contiene…’). In questo caso, l’elenco di ingredienti e additivi rimane segreto in base alle deroghe da sempre concesse alle bevande alcoliche,
– qualora i solfiti siano invece contenuti in quantità superiore ai 10 mg/l, l’ipotesi a ben vedere più ricorrente, compare la dicitura ‘contiene solfiti’ (obbligatoria ai sensi della direttiva allergeni, ora ricompresa nel reg. UE 1169/11).