Vegetariano e Vegano, due concetti da chiarire
Le parole Vegetariano e Vegano ricorrono ormai dappertutto, dai bar metropolitani à la page fino alle trattorie più rustiche. Non è mai troppo tardi per chiarire i due concetti.
La dieta vegetariana (1) non ammette l’impiego di alimenti ricavati dalle carcasse animali, bensì contempla il consumo di prodotti di origine animale. Quali latte e latticini – con alcuni limiti sui formaggi – nonché uova e miele. La pizza margherita è quindi un cibo potenzialmente vegetariano. (2)
La dieta vegana esclude invece il consumo di qualsivoglia alimento derivato dagli animali. Affidando perciò gli apporti di proteine a cereali e legumi, frutta secca e alghe. Pasta e fagioli è dunque un piatto vegano. (3)
Le certificazioni come Vegan Ok e V-Label (4) possono eventualmente rafforzare la fiducia dei consumAttori verso i marchi meno noti, ma non sono indispensabili né di per sé aggiungono valore all’alimento. È sufficiente l’auto-certificazione del produttore o della catena della GDO, (5) infatti, a fare scaturire una responsabilità legale.
‘Le informazioni sugli alimenti non inducono in errore, in particolare: a) per quanto riguarda le caratteristiche dell’alimento e, in particolare, la natura, l’identità, le proprietà, la composizione, la quantità, la durata di conservazione, il paese d’origine o il luogo di provenienza, il metodo di fabbricazione o di produzione; b) attribuendo al prodotto alimentare effetti o proprietà che non possiede (…).’
(Reg. UE 1169/2011, art. 7)
La Commissione europea dovrebbe regolare l’impiego delle parole Vegetariano e Vegano in modo apposito. Sulla scorta di una delega che risale al 2011, (6) ma non è ancora stata esercitata. Una disciplina esatta è indispensabile, per diverse ragioni:
– chiarire i due concetti in modo inequivoco, in accordo con le associazioni che rappresentano i consumatori vegetariani e vegani,
– definire in modo esatto i requisiti a carico degli operatori che utilizzino tali parole sulle etichette degli alimenti.
La Food Standard Agency (UK) indica il percorso da seguire, con le sue Linee guida del 2006. Giustamente severe nel pretendere che i cibi presentati come vegetarian e vegan siano protetti da contaminazione con gli alimenti comuni durante le fasi di conservazione, preparazione e cottura. Non solo da parte delle imprese di produzione, ma anche nei locali pubblici. (7)
Il documento britannico specifica altresì, ad esempio, che l’indicazione ‘vegetariano’ non può venire utilizzata per designare alimenti nella cui produzione sia intervenuto l’ausilio – anche solo marginale – di prodotti derivati da animali uccisi a scopo alimentare. Oltre a definire la categoria di animali che comprende, tra gli altri, gli insetti.
Ma il Commissario Vytenis Andriukaitis – ancora una volta – è mancato all’appuntamento. (8)
Dario Dongo
Note
(1) Un tempo nota come ovo-latteo-vegetariana
(2) A condizione che la mozzarella sia stata realizzata con caglio vegetale, o microbico. Non altrettanto la pizza napoletana, per via delle acciughe che vi sono aggiunte
(3) A condizione di non cuocere i fagioli con le cotiche di maiale, ed evitare il condimento con Parmigiano. Solo in tale ultimo caso, la pasta e fagioli rimane adatta ai vegetariani
(4) V-label è il logo concesso dalla European Vegetarian Union (EVU) ai ca. 1000 licenziatari che ne hanno finora fatto richiesta, per etichettare oltre 10.000 prodotti
(5) Grande Distribuzione Organizzata
(6) Regolamento UE 1169/11, articolo 36.3
(7) Scaldare il ‘burger‘ vegano sulla stessa piastra di quello bovino, ad esempio, non si può né si deve ammettere
(8) Vi sono almeno tre ragioni per chiedere le dimissioni del Commissario lituano:
– dolosa omissione nella gestione del grave rischio di sicurezza alimentare https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/‘palma-leaks-grande-puzza-di-bruciato-anche-a-bruxelles legato al consumo di cibi che contengono olio di palma,
– due mesi di ritardo nella presa in carico della crisi delle uova al Fipronil https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/uova-al-fipronil-riflessioni-sull-ennesima-frode-alimentare-in-europa,
– vergognoso ritardo nella disciplina del ‘Made in’

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.