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NutriScore, un rapporto di 320 scienziati per sollecitare la Commissione europea

Il Gruppo europeo di scienziati e professionisti della salute a sostegno di NutriScore (GESHPSN) pubblica un rapporto scientifico per sollecitare la Commissione europea a superare lo stallo indotto dalle lobby e tutelare la salute pubblica dei cittadini, approvando al più presto il NutriScore quale sistema unico europeo di FOPNL (Front-of-Pack Nutrition Labelling). (1)

NutriScore, gli impegni assunti dalla Commissione europea

La Commissione europea, nell’ambito della strategia ‘Farm to fork’ (2021), si è impegnata a proporre entro il 2023 un logo con informazioni nutrizionali di sintesi sul fronte delle etichette di tutti gli alimenti in UE. (2) A seguito di tale annuncio, ricorda il rapporto, le lobby di Big Food hanno lavorato duramente per impedire che il NutriScore venisse scelto come logo unico di riferimento in UE, ovvero per ritardarne l’applicazione obbligatoria. O ancora, per proporre un logo alternativo come il Nutri-(dis)Inform battery, del tutto privo di esperienza applicativa nonché di basi scientifiche, oltreché palesemente inutile per i consumatori e la salute pubblica (3,4).

Le lobby anti-NutriScore sono sostenute dalle grandi industrie che continuano a esternalizzare sulla sanità pubblica i costi degli alimenti con profili nutrizionali scadenti. Ferrero in prima linea, ma anche Lactalis, Coca-Cola, Mars, Mondelez, Kraft, etc. Con il supporto strumentale di alcune confederazioni agricole, come Coldiretti in Italia e COPA-COGECA a livello UE. Queste azioni di lobby sono state e sono tuttora veicolate a livello di strutture europee da vari partiti politici e da politici a loro vicini, nonché dal governo italiano che continua a strumentalizzare il NutriScore come un ‘complotto’ dell’Europa contro i prodotti Made in Italy.

La pressione delle lobby

Le fake news propalate dalle lobby, anche attraverso ministri come l’italiano Francesco Lollobrigida, (5) sono state ampiamente riprese dal mainstream media per alterare il significato di uno strumento concepito per tutelare la salute pubblica e i consumatori. E le pressioni politiche sono state così efficaci da paralizzare la Commissione europea, che infatti non ha mantenuto gli impegni da essa stessa assunti per adottare il NutriScore entro la corrente legislatura (a scadere in primavera 2024).

I solidi argomenti scientifici, l’adozione da parte di grandi Stati membri come Germania, Francia e Spagna, l’espressione di una forte volontà sociale a favore del NutriScore (da parte di associazioni di consumatori, medici e operatori del settore sanitario, etc.) non sono bastati. Al punto che alcuni rappresentanti della Commissione hanno confessato la difficoltà di adottare il NutriScore come logo nutrizionale obbligatorio in UE in quanto troppo ‘polarizzante’.

Salute pubblica vs. cibo spazzatura

Non esiste alcun argomento scientifico né ragione di salute pubblica che giustifichi l’impasse della Commissione europea. Semplicemente, il Nutri-Score non è compatibile con il business-as-usual delle grandi industrie che non hanno alcuna intenzione di correggere le ricette e i profili nutrizionali di prodotti obesogeni, né di rinunciare al loro marketing aggressivo.

La responsabilità politica della Commissione guidata da Ursula Von der Leyen è ancor più grave ove si considerino i dati allarmanti di WHO Europe sulla prevalenza di sovrappeso e obesità infantile nel Vecchio Continente. (6) Una condanna alla salute e il benessere delle generazioni presenti e future, in barba agli impegni assunti in agenda ONU 2030. #SDG3, Ensure Health and Well-being.

NutriScore, un rapporto firmato da 320 scienziati

320 scienziati e professionisti della salute che lavorano nei settori di nutrizione, obesità, salute pubblica, medicina preventiva, endocrinologia, cancro, cardiologia, pediatria, psicologia, diritto europeo e marketing sociale – riuniti nell’ambito del ‘Gruppo di scienziati e professionisti della salute europei che sostengono NutriScore’ – si sono quindi mobilitati per far sentire la loro voce nel dibattito in corso con un corposo rapporto.

La relazione scientifica di 61 pagine, con 105 riferimenti bibliografici, pubblicata l’11 marzo 2023, ha un titolo chiarissimo: ‘Perché la Commissione europea dovrebbe scegliere il logo nutrizionale Nutri-Score – uno strumento di salute pubblica basato su prove scientifiche rigorose – come logo nutrizionale armonizzato e obbligatorio per l’Europa’. Ed ecco perché.

1) Le evidenze scientifiche

Oltre un centinaio di studi scientifici condotti in una ventina di Paesi e pubblicati su riviste internazionali soggette a peer-review hanno dimostrato, nell’ultimo decennio:

  • la validità dell’algoritmo utilizzato per il calcolo del Nutri-Score, anche in base ad ampi studi di coorte che hanno coinvolto più di 500.000 soggetti con follow-up a lungo termine,
  • la maggior efficacia di NutriScore, rispetto ad altre forme di FOPNL, nell’aiutare i consumatori a orientare le loro scelte verso alimenti di migliore qualità nutrizionale e perciò più favorevoli alla salute. Grazie ai dati raccolti in supermercati virtuali, negozi sperimentali e supermercati reali).

2) Un algoritmo agile

I recenti aggiornamenti dell’algoritmo di Nutri-Score da parte di un comitato scientifico composto da esperti europei indipendenti ha permesso di correggere alcuni dei suoi ‘limiti’ individuati nel corso della sua implementazione. E così di migliorarne ulteriormente la coerenza con le attuali raccomandazioni nutrizionali di salute pubblica (7,8).

3) Il supporto della ricerca europea

La relazione del Joint Research Center (JRC) della Commissione europea, pubblicata a settembre 2022, conclude chiaramente che i consumatori, compresi quelli a basso reddito, preferiscono loghi valutativi semplici e colorati (come Nutri-Score) rispetto a loghi monocromatici più complessi e non valutativi (come Nutrinform). (9)

4) Il chiaro esito della consultazione pubblica

I risultati della consultazione pubblica lanciata dalla CE tra dicembre 2021 e marzo 2022 hanno dimostrato che la maggior parte delle organizzazioni dei consumatori e delle ONG, i cittadini, gli istituti di ricerca e di istruzione e le autorità sanitarie pubbliche sono in gran parte favorevoli a un logo nutrizionale che fornisca informazioni graduate sulla qualità nutrizionale complessiva degli alimenti (che è pienamente in linea con le caratteristiche del Nutri-Score).

5) Il sostegno di scienziati e consumatori

A sostegno dell’adozione del NutriScore si sono espresse molte associazioni scientifiche e dei consumatori europee, ricorda il rapporto. Tra queste figurano l’Associazione europea di sanità pubblica (EUPHA), il Gruppo europeo sull’obesità infantile (ECOG), lo European Heart Network (EHN), l’Accademia europea di pediatria, l’United European Gastroenterology, e molte associazioni di consumatori, tra le quali l’Ufficio europeo delle unioni dei consumatori (BEUC), che riunisce 46 organizzazioni indipendenti di consumatori di 32 Paesi europei, nonché ONG come FoodWatch (presente in vari Paesi europei).

6) L’adozione di NutriScore in 7 Paesi

NutriScore è stato già adottato e implementato in 7 Paesi europei (Francia, Belgio, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Lussemburgo e Svizzera). A dimostrazione della fattibilità della sua diffusione, il forte sostegno dei consumatori che ne fanno largo uso e l’impatto sulle vendite di prodotti alimentari nei supermercati in linea con i suoi obiettivi.

I chiarimenti che smontano le critiche strumentali

Il rapporto fornisce anche risposte scientifiche a 7 domande che possono venire legittimamente sollevate su NutriScore, ma che sono spesso usate in modo improprio e sfruttate eccessivamente dalle lobby per cercare di screditare Nutri-Score. Vale a dire perché l’algoritmo:

– non penalizza gli alimenti ultraprocessati,
– è calcolato su 100g/100ml e non per porzione,
– non considera la totalità dei valori nutrizionali e i componenti alimentari di potenziale interesse,
– non sostituisce le raccomandazioni generali in materia di nutrizione e salute pubblica,
– non penalizza gli alimenti tradizionali e locali, come DOP e IGP, (10)
– non è una minaccia per la dieta mediterranea, (11)
– perché il NutrInform battery è un’alternativa priva di senso.

L’Europa tuteli la popolazione

Questo rapporto completo su NutriScore – scritto e sostenuto da un gran numero di scienziati e professionisti della salute del mondo accademico – mira a ricordare alle autorità europee che la loro decisione di implementare un logo nutrizionale obbligatorio per l’Europa deve essere basata sulla scienza e sulla salute pubblica. Senza cedere alle pressioni di lobby che difendono interessi economici in direzione opposta.

Per questo motivo, gli autori del rapporto (e il comitato di supporto composto da esperti internazionali che lavorano in questo campo) chiedono alla Commissione di proporre al più presto una legislazione per l’adozione di un’etichettatura nutrizionale interpretativa obbligatoria in tutta l’UE basata sulla scienza, come nel caso del Nutri-Score.

Un tassello cruciale delle politiche sanitarie europee

È chiaro che l’adozione del Nutri-Score in Europa aiuterà i consumatori europei a orientarsi verso scelte alimentari più favorevoli dal punto di vista nutrizionale e a ridurre il rischio di sviluppare malattie croniche legate all’alimentazione, come l’obesità, le malattie cardiovascolari, il diabete, l’ipertensione, i tumori, che sono problemi di salute pubblica con un costo umano, sociale ed economico importante in tutta Europa.

Se pure l’apposizione obbligatoria di un logo nutrizionale come il Nutri-Score sul fronte delle etichette di tutti gli alimenti non basterà da sola a risolvere tutti i problemi legati alla nutrizione, essa contribuirà ad aumentare la consapevolezza delle scelte alimentari e migliorare lo stato nutrizionale della popolazione (come è stato scientificamente dimostrato da numerosi studi). Il Nutri-Score si basa su solida evidenza scientifica e potrà venire utilizzato per sviluppare altre misure, quali le restrizioni al marketing di cibo spazzatura, nel contesto di una politica nutrizionale efficace per la salute pubblica.

All’atto pratico, questa semplice misura è importante sia per aiutare i consumatori a fare scelte alimentari più sane al momento dell’acquisto, sia per stimolare l’industria a migliorare i profili nutrizionali degli alimenti.

Marta Strinati e Dario Dongo 

Note

(1) EU scientists & health professionals for Nutri-Score. ‘Why the European Commission must choose the Nutri-Score nutrition label – a public health tool based in rigorous scientific evidence – as the harmonized mandatory nutrition label for Europe’. 11.5.23. https://nutriscore-europe.com/wp-content/uploads/2023/01/NS_rapport-EU-V10_230202.pdf 
(2) Dario Dongo. Farm to Fork, Nutri-Score e riformulazione dei prodotti. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.10.21
(3) Dario Dongo. NutrInform Battery, l’etichetta a batteria. Una vergogna italiana. GIFT (Great Italian Food Trade). 10.11.20
(4) Dario Dongo. NutriScore e Nutriform, il professor Serge Hercberg fa chiarezza. GIFT (Great Italian Food Trade). 20.4.23
(5) Dario Dongo. NutriScore, il professor Serge Hercberg corregge le fake news del ministro italiano. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.3.23
(6) Sabrina Bergamini, Dario Dongo. Obesità, obesità infantile e marketing. Rapporto WHO Europe 2022. GIFT (Great Italian Food Trade). 16.6.22
(7) Dario Dongo. NutriScore, evoluzione dell’algoritmo su base scientifica. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.8.22
(8) Dario Dongo. NutriScore, aggiornamento dell’algoritmo per le bevande. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.4.23
(9) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Commissione europea, la ricerca conferma l’approccio di NutriScore. GIFT (Great Italian Food Trade). 14.9.22
(10) Dario Dongo. NutriScore, pieni voti ai prodotti locali. E la qualità degli alimenti migliora. GIFT (Great Italian Food Trade). 14.4.23
(11) Studio scientifico italiano conferma l’efficacia di NutriScore. GIFT (Great Italian Food Trade). 7.1.23

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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