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NutriScore, nessuna condanna di Carrefour, GS, Interdis dall’Antitrust

L’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM, c.d. Antitrust), come si è visto, aveva aperto un’istruttoria su possibili pratiche commerciali scorrette da parte di Carrefour, GS e Interdis – oltre a vari altri operatori del settore alimentare – per avere applicato il logo NutriScore su alcuni loro prodotti. (1)

Le imprese della produzione e distribuzione coinvolte – dopo aver subito una campagna denigratoria da parte dei lobbisti e della stampa a loro servizio, per avere osato fornire ai consumatori informazioni utili sui profili nutrizionali degli alimenti a loro marchio immessi sul mercato italiano – hanno rinunciato a difendere le loro scelte.

Tutti i procedimenti amministrativi in questione sono stati così definiti mediante l’accettazione degli impegni assunti dagli operatori da parte dell’Antitrust, che non si è affatto pronunciata sulla ipotetica ingannevolezza del NutriScore,a differenza di quanto falsamente dedotto dai ‘soliti noti’. Un approfondimento.

1) NutriScore, l’inquisizione romana

L’inquisizione romana ha dimostrato la peculiare ‘sensibilità’ di AGCM e del governo guidato da Mario Draghi verso le lobby di Ferrero e Coldiretti, come si è già annotato. (1) In un periodo storico nel quale i cittadini e le imprese italiane avrebbero potuto giovare di ben altri interventi prioritari dell’Antitrust, su mercati e bollette di gas ed energia elettrica ad esempio (2,3).

L’Antitrust italiana ha altresì minacciato il diritto umano fondamentale alla libertà di espressione del pensiero, (4) con un’inchiesta parallela nei confronti dei gestori della app Yuka. I quali – messi all’indice per avere aiutato i consumatori a scegliere gli alimenti più equilibrati a scaffale utilizzando il sistema NutriScore – hanno poi definito la vicenda in accordo con gli inquisitori. (5)

2) NutriScore, i casi Carrefour, GS, Interdis

Carrefour Italia S.p.A., GS S.p.A. e Interdis sono parte del gruppo francese Carrefour, che attraverso la sua centrale d’acquisto e distribuzione dei prodotti a private label (Interdis) ha finora applicato il sistema NutriScore – e il suo logo, sul fronte delle confezioni – su oltre 3.000 prodotti alimentari. Dei quali 69 sono commercializzati anche in Italia, con etichette multilingue. Nel rispetto delle legislazioni vigenti in Francia, Belgio, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera. (6)

2.1) Antitrust, istruttoria ‘all’amatriciana’

Gli inquisitori hanno preparato una succulenta istruttoria ‘all’amatriciana’, con gli ingredienti locali tipici:

  • il denunciante Confagricoltura, come da scuola Coldiretti, ha interpretato il diritto UE ‘alla carlona’. Teorizzando l’applicazione a NutriScore del reg. CE 1924/06 (Nutrition and Health Claims Regulation) invece chiaramente esclusa. (7) Per mescolare il tutto con le obsolete teorie dell’inesistenza di ‘cibi buoni’ e ‘cibi cattivi’, smentite da due decenni di letteratura scientifica sui mali del junk-food,
  • il presidente del Comitato Nazionale della Sicurezza Alimentare Giorgio Calabrese – di cui si ricorda la celebre svolta a favore dell’olio di palma ma restano ignoti i rapporti di consulenza che potrebbero averla stimolata (8) – ha ripreso gli argomenti ritriti di cui sopra. Sollevando dubbi sull’unico sistema di FOPNL (Front-of-Pack Nutrition Labelling) basato su solida bibliografia scientifica,
  • il Ministero dello Sviluppo Economico e Centromarca, ça va sans dire, hanno riproposto gli argomenti di cui sopra.

2.2) Impegni ‘volontari’

Il gruppo Carrefour – dato atto di un clima politico e mediatico sfavorevole, con possibili ripercussioni sul mercato nei confronti della sola catena della GDO (grande distribuzione organizzata) che ha avuto il coraggio di anteporre la trasparenza e la tutela dei consumatori alla logica mercantile – ha così presentato ad Antitrust, il 10.5.22, una serie impegni ‘volontari’. (10) Obtorto collo. Impegnandosi in particolare a non utilizzare il marchio Nutri-Score sul mercato italiano:

  • sui prodotti commissionati da GS e Carrefour ai propri fornitori e commercializzati con l’indicazione di GS S.p.A. quale operatore responsabile delle informazioni in etichetta,
  • su alimenti con Geographical Indications (GIs. Es. DOP, IGP, STG). E addirittura sui Prodotti Alimentari Tradizionali (PAT), sebbene il loro registro sia privo di alcun valore legale, (11)
  • sui prodotti della tradizione gastronomica italiana (salumi, formaggi, olio d’oliva), indipendentemente dal luogo di produzione,
  • sui prodotti a MDD (marchio della distribuzione) ‘Terre d’Italia’. L’Antitrust italiana ha ovviamente accettato.

3) Conclusioni provvisorie

Il sistema NutriScore è oggi l’unica speranza per aiutare i consumatori a identificare gli alimenti ultraprocessati con profili nutrizionali squilibrati, al cui consumo è associata la prevalenza epidemica di malattie gravi e croniche (Non-Communicable Diseases, NCDs), obesità, sovrappeso e mortalità prematura. Anche in Italia, come si è visto.

Il trionfo del profitto dei produttori di cibo spazzatura sulla salute pubblica è l’ennesima conferma del fallimento di una classe politica e un sistema di potere che negli ultimi mesi ha provocato in Italia la più grave crisi economica e sociale dopo la seconda guerra mondiale, estremizzando le diseguaglianze tra le sue caste e la popolazione.

#SDG3 – Ensure Health and Well-being. #Égalité

Dario Dongo

Note

(1) Dario Dongo. Nutriscore e Yuka, l’Antitrust si butta nella mischia. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.11.21

(2) Gianluigi Paragone. L’Eni fa profitti, gli italiani pagano la crisi. Vinti e vincitori della guerra dell’energia. Il Tempo. 30.4.22

(3) Alessandro Runci. Extra-profitti: il governo cancella la tassa sulle compagnie energetiche. Gli utili di Eni sono intoccabili. ReCommon. 1.7.22

(4) Article 10: Freedom of expression. Equality and Human Rights Commission.

(5) Marta Strinati. NutriScore e Yuka, l’accordo con Antitrust in Italia. GIFT (Great Italian Food Trade). 27.7.22

(6) Dario Dongo. NutriScore, evoluzione dell’algoritmo su base scientifica. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.8.22

(7) Il compromesso politico sul testo finale del Nutrition and Health Claims Regulation venne infatti raggiunto da Commissione europea, Parlamento e Consiglio solo a esito di conferma dell’esclusione dal suo campo di applicazione dei sistemi di etichettatura nutrizionale di sintesi degli Stati membri, condizione essenziale per il via libera dell’Inghilterra

(8) Roberto La Pira. La domanda che non piace a Giorgio Calabrese, nutrizionista contro etichette a semaforo, tassa sullo zucchero ma favorevole all’olio di palma. Il Fatto Alimentare. 15.12.18

(9) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Alimenti ultraprocessati, malattie e mortalità prematura. Studio in Italia. GIFT (Great Italian Food Trade). 11.12.21

(10) Codice del consumo, d.lgs. 206/05, art. 27.7. Regolamento sulle procedure istruttorie, adottato da AGCM il 1.4.15, art. 9

(11) PAT, focaccia barese senza pomodoro? Risponde l’avvocato Dario Dongo. FARE (Food and Agriculture Requirements). 11.1.22

(12) AGCM. Pratiche commerciali scorrette. Provvedimenti:

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