Sovrappeso e obesità infantile. Al male estremo della globesity il Messico – come già Cile, Perù e Uruguay – risponde con le avvertenze nutrizionali obbligatorie sul fronte etichetta di alimenti e bevande HFSS (High in Fats, Sugar and Sodium). Tra warning labels e NutriScore, alcune brevi riflessioni.
Messico, emergenza sanitaria
L’UNICEF e le altre agenzie internazionali di tutela della salute pubblica denunciano da anni una ‘emergenza epidemiologica’, in Messico. Obesità infantile e giovanile, sovrappeso e malattie correlate, diabete in primis, colpiscono il 36,5% dei bambini 5-11 anni) e il 38,4% dei 12-19enni. Uno scenario neppure molto distante rispetto a quello italiano ove – come si è visto nel rapporto Eurispes 31.1.20 – il 30,6% dei bambini è sovrappeso (21,3%) o obeso (9,3%). (1)
Obesità e sovrappeso – non a caso indicati come uno dei tre fattori della Global Syndemic, nell’omonimo studio della The Lancet Commission on Obesity – comportano lo sviluppo di diabete, malattie cardiovascolari e metaboliche. Nel più ampio contesto delle malattie gravi e croniche non trasmissibili (Non-Communicable Diseases, NCDs) associate al consumo di alimenti ultraprocessati e junk-food. Infiammazioni acute, alterazioni del DNA e deficit del sistema immunitario, sindrome del fegato grasso, tumori e mortalità prematura. (2)
L’assedio degli alimenti ultraprocessati
‘Ciò che troviamo nelle famiglie con elevata emarginazione e nei bambini con obesità o malnutrizione è l’invasione dei loro spazi, delle loro case, con alimenti ultraprocessati. Questi cibi e marchi sono penetrati nella loro intimità, hanno conquistato la loro fiducia. Ma sono alimenti che possono condurre alla denutrizione e all’obesità (…) sono la vera immondizia. Ed è il momento di recuperare il nostro panorama alimentare, per rivalutare il nostro cibo’ (Julieta Ponce, direttrice del Centro de Orientación Alimentaria, COA Nutrición).
L’invasione del cibo-immondizia è riconosciuta da ogni agenzia sanitaria locale e internazionale come la prima causa dell’epidemia sanitaria in atto. Il ‘modello’ di consumo compulsivo di bevande gassate e zuccherate al posto dell’acqua, snack ipercalorici in luogo della frutta fuori pasto, ha demolito la tradizione alimentare messicana. Al pari di quanto accaduto in Europa, nei Paesi che furono culla della dieta mediterranea e svettano ora per la prevalenza di obesità infantile.
L’alchimia di grassi, zucchero e sale – negli alimenti ultraprocessati – genera oltretutto dipendenza fisica, oltreché psicologica. Numerosi studi scientifici dimostrano infatti come questo tipo di prodotti attivi meccanismi simili a quelli stimolati da alcol e tabacco. È dunque a maggior ragione indispensabile introdurre sul fronte etichetta informazioni chiare in merito ai rischi associati al loro consumo. E gli studi condotti in Messico, Cile, Perù e Uruguay mostrano come le avvertenze nutrizionali sui cibi HFSS rappresentino la forma di comunicazione più efficace. (3)
La rivoluzione messicana, #EtiquetadoClaroYa!
Il Messico ha già dimostrato la capacità di privilegiare la salute pubblica agli interessi privati. Ha introdotto nel 2014 una tassa sulle bevande zuccherate, la cui efficacia è stata apprezzata anche da parte soda tax (Organizzazione Mondiale della Sanità). Il Parlamento messicano sta lavorando tra l’altro su milk sounding, meat sounding e limiti all’aggiunta di acqua alle carni.
#EtiquetadoClaroYa! è il nome del progetto che inaugura il 2020, con una riforma importante dello standard ufficiale messicano di etichettatura dei prodotti alimentari (NOM-051-SCFI / SSA1-2010). Le nuove regole, a breve in Gazzetta Ufficiale, prescrivono quanto segue:
– adozione dei profili nutrizionali predisposti dalla Pan American Health Organization (PAHO), in linea con le raccomandazioni dell’OMS (o WHO, World Health Organization),
– avvertenza nutrizionale obbligatoria sul fronte etichetta degli alimenti che, sulla base dei profili nutrizionali anzidetti, risultino eccessivi in calorie, zucchero, sodio, acidi grassi saturi e acidi grassi trans. Le avvertenze devono venire fornite in un formato apposito, bianco su nero, all’interno di un riquadro di forma ottagonale,
– eliminazione delle c.d. GDA (Guideline Daily Amounts) sviluppate da Big Food per fornire informazioni nutrizionali di sintesi che prevedono l’indicazione della quota di energia e micronutrienti ‘critici’ offerta da una porzione di alimento rispetto a un ‘fabbisogno giornaliero medio’, (4)
– avviso sulla presenza di caffeina ed edulcoranti artificiali quali ‘ingredienti non raccomandati per il consumo da parte dei bambini’,
– restrizioni all’impiego di ‘personaggi e disegni rivolti ai bambini’. Al preciso scopo di limitare l’uso di informazioni persuasive, come personaggi e disegni che ‘manipolano le decisioni della popolazione, in particolare dei bambini, di scegliere prodotti non salutari’. (5)
#etiquetadosclaros, le ragioni del successo
Il programma #etiquetadosclaros – che trova piena espressione nell’attuale riforma messicana – è stato sviluppato grazie alla sinergia tra agenzie internazionali, centri di istruzione superiore, associazioni professionali e della società civile, centri di ricerca. In collaborazione con le agenzie federali Cofepris (Comisión Federal para la Protección contra Riesgos Sanitarios) e la Profeco (Procuraduría Federal del Consumidor) e i ministeri (economia, salute, agricoltura e sviluppo rurale, ambiente e risorse naturali, lavoro e benessere sociale, comunicazioni e trasporti, welfare, energia, turismo).
La riforma è stata preceduta da una consultazione estesa di tutte le parti interessate che ha raccolto più di 5 mila commenti. Ed è stata dichiarata dai rappresentanti in Messico di UNICEF, OMS, FAO e PAHO ‘una delle misure più efficaci dal punto di vista dei costi per guidare adeguatamente le famiglie nella selezione e nel consumo di alimenti e invertire le distorsioni che hanno causato i prodotti altamente trasformati negli ultimi decenni’.
Tra warning labels e NutriScore
La reazione industriale alla riforma messicana è stata molto negativa, come prevedibile. Proprio in ragione dell’impatto che essa potrà avrà sulle vendite di alimenti ultraprocessati HFSS, in un mercato di circa 129 milioni di persone. E dell’effetto-domino che potrà avere in altri Paesi del pianeta. (6)
È facile prevedere nuove pressioni da parte di USA e Canada sui tavoli di lavoro dei negoziati internazionali di libero scambio (NAFTA, CETA). Lo stesso governo italiano ha da tempo dichiarato guerra a profili nutrizionali e informazioni nutrizionali di sintesi sul fronte etichetta, in sede europea e di OMS (WHO).
Il sistema NutriScore – già ampiamente diffuso in diversi Paesi del Vecchio Continente, nonché oggetto di un’apposita iniziativa dei cittadini europei – merita dunque una più attenta considerazione. Quale ragionevole compromesso tra le esigenze prioritarie di salute pubblica e i timori industriali di discriminazione di alcuni alimenti. Nel rispetto delle scelte democratiche adottate in Messico e altri Stati, e soprattutto nella consapevolezza di un’emergenza sanitaria globale.
Dario Dongo
Note
(1) La situazione italiana sembra purtroppo destinata a peggiorare. Il rapporto ‘La malnutrizione infantile in Italia e nel mondo’ (2018), a cura dell’Ospedale pediatrico Gaslini di Genova e dell’associazione Helpcode, indica che il 53% dei minori italiani eccede nei consumi fuori pasto di cibo spazzatura, il 36% assume ogni giorno bevande gassate e zuccherate. Dati coerenti con quelli espressi nel primo ‘Italian Obesity Barometer Report’ di aprile 2019 (v. https://www.greatitalianfoodtrade.it/salute/obesità-in-italia-un-paese-malato).
Il diabete in Italia nei giovani di età 20-30 è di conseguenza raddoppiato negli ultimi 10 anni, fino a raggiungere i 150 mila casi (per il 95% di diabete di tipo 2, associato a consumi eccessivi di zucchero e sale). Come esposto al congresso ‘Panorama diabete’, l’8-13.3.19 a Riccione (v. nota 5 al precedente articolo https://www.greatitalianfoodtrade.it/progresso/salute-a-scuola-belle-parole-in-accordo-stato-regioni)
(2) Su alimenti ultraprocessati, junk-food e mortalità prematura si vedano gli studi scientifici citati nei precedenti articoli https://www.greatitalianfoodtrade.it/salute/alimenti-ultraprocessati-e-mortalità-prematura-due-studi-scientifici, https://www.greatitalianfoodtrade.it/salute/bevande-zuccherate-e-dolcificate-snack-dolci-studi-su-mortalità-prematura-e-sugar-tax.
(3) Alianza por la Salud Alimentaria, posizione e razionale con bibliografia scientifica, su https://alianzasalud.org.mx/wp-content/uploads/2020/02/d-2002-etiquetado-hi-util-a-industria-no-al-consumidor-ante-oposicion-d-la-idustria.pdf. Approfondimenti su https://etiquetadosclaros.org/la-evidencia-cientifica/
(4) I c.d. Guideline Daily Amounts (GDA) sono stati introdotti in Europa, con la dicitura ‘Assunzioni di Riferimento’ (Reference Intakes), su base volontaria, nel reg. UE 1169/11.
(5) L’esposizione dei minori e delle loro madri al marketing aggressivo e diseducativo di alimenti HFSS è stato oggetto di recenti studi, dedicati alle campagne di Coca-Cola e Ferrero. Si vedano i precedenti articoli https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/coca-cola-falsa-propaganda-su-salute-e-benessere-rivolta-ai-teenager-studio-scientifico, https://www.greatitalianfoodtrade.it/sicurezza/bambini-e-cibo-spazzatura-pubblicizzato-su-youtube-il-caso-del-nutella-day.
(6) Le warning labels, o avvertenze nutrizionali sul fronte etichetta, sono attualmente considerate in diversi Paesi del mondo, inclusa l’India. Si veda Amit Khurana, Junk food monster: Global practice is moving to warning labels. Down to Earth, 17.12.19, https://www-downtoearth-org-in.cdn.ampproject.org/c/s/www.downtoearth.org.in/news/food/amp/junk-food-monster-global-practice-is-moving-to-warning-labels-68423. In merito alle politiche nutrizionali in India, si veda anche https://www.greatitalianfoodtrade.it/progresso/junk-food-espulso-dalla-scuola-l-esempio-in-india.
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.