Il richiamo agli ‘ingredienti naturali’ attrae i consumatori come mosche, confermano gli studi. Ma cosa vuol dire ’ingrediente naturale’? L’ABC secondo ISO (International Standard Organization), a seguire.
ISO/TS 19657, ingredienti alimentari ‘naturali’
La ‘Technical Specification’ ISO/TS 19657 offre ‘Definizioni e criteri tecnici per gli ingredienti alimentari da considerare naturali’. Obiettivo della norma è definire a livello globale i criteri tecnici da applicarsi per poter considerare e presentare come ‘naturali’ gli ingredienti utilizzati nella produzione di alimenti e bevande. Salva restando l’opportunità di sviluppare ulteriori criteri di dettaglio, da applicarsi alle singole categorie di prodotti.
Campo di applicazione. ISO/TS 19657 è volta ad armonizzare i parametri d’informazione nelle relazioni B2B (business to business), non anche B2C (business to consumer). (1) Le sue previsioni possono comunque venire considerate anche in vista della comunicazione al consumatore finale, laddove in particolare manchino regole cogenti a cui riferirsi. (2)
Sono esclusi espressamente dalla trattazione i seguenti temi e categorie di prodotti:
– sicurezza alimentare e ambientale,
– OGM e NPBT, pratiche agricole,
– aspetti socio-economici (es. commercio equo),
– caratteristiche dei MOCA (materiali, sostanze e oggetti a contatto con gli alimenti),
– aromi, (3)
– acque potabili in bottiglia.
ISO/TS 19657. Ingredienti alimentari naturali, l’ABC secondo ISO
I criteri tecnici per valutare se un ingrediente alimentare possa venire qualificato come ‘naturale’, secondo ISO, si riassumono in tre punti.
A) La materia prima deve essere costituita da uno o più dei seguenti elementi: piante, alghe, funghi, animali, microrganismi, minerali o acqua di mare. (4)
B) La trasformazione delle suddette materie prime deve consistere in un processo fisico e/o enzimatico e/o microbiologico. I trattamenti enzimatico e microbiologico non devono venire finalizzati alla deliberata realizzazione di sostanze che non esistono in natura.
C) Processi diversi da quelli di cui sopra sono ammessi a condizione che:
– siano richiesti da esigenze normative o di sicurezza alimentare,
– non siano disponibili tecniche di trattamento fisico o enzimatico o microbiologico in grado di soddisfare le predette esigenze,
– i componenti o costituenti dell’ingrediente alimentare non vengano alterati.
La regolazione del pH e la rimozione di uno o più componenti durante i processi sono ammesse.
Nel caso di ingrediente e/o prodotto composto, ogni suo componente deve soddisfare i criteri tecnici anzidetti per ottenere il via libera all’attribuzione di ‘naturalità’.
Dario Dongo
Note
(1) L’informazione al consumatore sui prodotti alimentari è invero regolata in modo specifico nelle diverse aree del pianeta. L’unica via possibile di armonizzazione è quindi il Codex Alimentarius, al cui sviluppo partecipano le rappresentanze dei quasi 200 Paesi aderenti a FAO e OMS
(2) La dicitura ‘naturale’ rappresenta una informazione volontaria, in quanto tale soggetta ai requisiti di cui al reg. UE 1169/11, articoli 36 e seguenti. La Commissione europea non ha ancora pubblicato, peraltro, le linee guida specifiche a tale riguardo. Alcuni spunti nei precedenti articoli https://www.foodagriculturerequirements.com/archivio-notizie/domande-e-risposte/galatine-solo-ingredienti-buoni-e-naturali-risponde-l-avvocato-dario-dongo, https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/galatine-80-latte-falso
(3) La specifica in esame offre peraltro gli strumenti per valutare la ‘naturalità’ dei componenti non-aromatici degli aromi stessi
(4) I combustibili fossili (Deo gratias!) non devono essere usati come materia prima alimentare
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.