Le etichette illegali dilagano, ma i controlli scarseggiano. Ne parliamo con Franca Braga di Altroconsumo
Richiamare in etichetta il latte fresco, persino quando il prezioso alimento non c’è, è una pratica commerciale ingannevole nei confronti dei consumatori. Sul fenomeno del milk sounding abbiamo raccolto il parere di Franca Braga, responsabile Alimentazione e Salute di Altroconsumo.
Milk sounding, appello al Giurì
L’inganno che sfrutta la buona nomea del latte fresco è diffuso. In poche settimane abbiamo segnalato due casi concreti allo IAP, Istituto per l’autodisciplina pubblicitaria. Il primo riguarda le caramelle Galatine, il secondo il formaggio fuso Fettine di latte. In attesa di doverosa censura delle pubblicità denunciate, si registrano nuovi casi di milk sounding. L’ultimo riguarda l’acqua minerale Sangemini, la cui pubblicità suggerisce la falsa equivalenza tra bere acqua e consumare latte o yogurt.
Etichette illegali, il parere di Franca Braga
L’ingannevole abuso dei richiami al latte non è sfuggito alla prima associazione di consumatori italiana. Il caso delle Fettine di latte era già segnalato da Altroconsumo all’Antitrust, che però non aveva dato seguito alla Vostra denuncia…
È un caso evidente, la denominazione fettina di latte è ingannevole. Parliamo di un formaggio fuso, con tanti ingredienti e additivi, che non c’entra niente con il latte fresco. Proporlo attraverso il richiamo a un alimento di pregio nutrizionale come il latte è assolutamente scorretto.
Great Italian Food Trade ha segnalato anche le Galatine, caramelle la cui pubblicità recita ‘equivalente 80% latte fresco’, mentre piuttosto sono tali gli zuccheri. Un caso pieno di altre scorrettezze che abbiamo segnalato allo Iap…
Scrivere che le Galatine contengano latte fresco per l’80% è assolutamente ingannevole. L’aggravante è che si tratta di caramelle, non proprio un alimento immancabile nella dieta. Scrivere queste affermazioni in etichetta così per farle passare come prodotto genuino al pari del latte fresco è una pratica davvero inaccettabile.
In entrambi i casi la comunicazione sembra tesa a far credere alle mamme che si possono somministrare ai bambini e ai ragazzi formaggio fuso e caramelle quali succedanei del latte. Che ne pensi?
Mi pare gravissimo, perché non è assolutamente vero. È una comunicazione sbagliata e diseducativa, perché allontana dai modelli alimentari corretti i bambini e i ragazzi prima ancora dei genitori. Oltretutto spingere a consumare caramelle non va mai bene, deve essere invece chiaro che si tratta di prodotti adatti solo a un consumo saltuario. Lo stesso vale per il formaggio fuso. Non che faccia male, ma non ha certo lo stesso valore nutrizionale del latte fresco pastorizzato.
Quale aspettativa nutrite, come Altroconsumo, verso lo Iap?
Nel tempo abbiamo avuto diverse segnalazioni accolte dallo Iap. E queste vicende di Galatine e Fettine di latte presentate come equivalenti al latte fresco pastorizzato sono gravissime, assolutamente ingannevoli. Ci si augura che alle segnalazioni e denunce di Great Italian Food Trade sia dedicata l’attenzione che meritano.
Oltretutto queste sono frodi, come fa un ingrediente concentrato a equivalere al latte fresco pastorizzato?
È assolutamente ingannevole e diseducativo. La denominazione dell’alimento e i claim sul fronte dell’etichetta sono quelli che spingono all’acquisto. Perché la gente spesso non legge neppure la lista degli ingredienti, anche se noi invitiamo sempre a farlo. D’altra parte non possiamo pretendere che la gente sappia tutto, né che abbia il tempo e la voglia di leggere sempre tutto. Invece dobbiamo pretendere che i responsabili dell’etichettatura rispettino le regole, sulle denominazioni e sui claim anzitutto.
Cosa aggiungere sul caso dell’acqua Sangemini? Calcio ad alto valore biologico e uguale a latte o yogurt, come dice il claim pubblicitario?
Anche in questo caso la pubblicità non è accettabile. Le regole ci sono, abbiamo lavorato per tanti anni per avere un quadro normativo chiaro e adeguato. Ora c’è, il regolamento claims è molto chiaro a questo proposito. Ma bisogna farlo rispettare, e applicare le sanzioni.
(Dario Dongo e Marta Strinati)