Una circolare ministeriale 13.11.20 teorizza di posticipare l’entrata in vigore del DM 6.8.20, che ha introdotto in Italia l’etichettatura obbligatoria di origine delle carni suine.
Il rinvio è però inammissibile, poiché la scartoffia di un burocrate non può modificare un decreto interministeriale su delega legislativa. Le sanzioni sono perciò applicabili fin d’ora alle etichette non conformi.
Etichettatura d’origine delle carni suine, le norme in vigore
L’etichettatura obbligatoria di origine delle carni suine è stata introdotta in Italia con il DM 6.8.20, alla cui precedente illustrazione si fa richiamo (1)
Le nuove norme – notificate a Bruxelles ai sensi del reg. UE 1169/11, articolo 45 – hanno ricevuto il via libera dalla Commissione europea e sono in vigore dal 16.11.20.
In via transitoria, è possibile commercializzare i soli prodotti confezionati entro il 15.11.20 con etichette non conformi alle nuove norme (DM 6.8.20, articolo 7).
Teorema di rinvio
La circolare 13.11.20 – a firma del direttore generale del Mi.S.E. Mario Fiorentino – teorizza due sostanziali modifiche al decreto interministeriale 6.8.20:
– differimento dell’entrata in vigore, dal 16.11.20 all’1.2.21,
– modifica delle disposizioni transitorie. Al punto da ammettere lo smaltimento delle scorte di etichette e imballaggi non conformi, anziché dei prodotti già etichettati, entro il 31.1.21. (2)
La scusa è il Covid-19, candidato capro espiatorio di ogni illecito nel 2020. Ed è una scusa poco credibile, atteso che lo schema di decreto era stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il 18.12.19 e il suo contenuto già noto da tempo.
Inammissibilità del rinvio
Il decreto interministeriale 6.8.20 è stato adottato dal ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, di concerto con quelli per lo Sviluppo Economico e della Salute. Le norme ivi introdotte si basano su un’apposita e specifica delega del legislatore italiano. (3)
Una fonte di diritto inferiore non può contraddire, né tantomeno modificare, una fonte di diritto a essa superiore nella gerarchia delle fonti. La circolare 13.11.20 del direttore generale del Mi.S.E. vale perciò meno della carta straccia, quand’anche venga pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
Le autorità di controllo pubblico ufficiale, ICQRF in primis, hanno perciò il dovere di applicare il DM 6.8.20 e le relative sanzioni.
Vergogna italiana
La politica e l’amministrazione in Italia continuano a servire le lobby dei furboni – industria e GDO – che si ostinano a nascondere ai consumatori l’origine delle carni utilizzate. A riprova di ciò, prima ancora della buffonata in esame, si segnalano:
– l’ipotizzata deroga all’obbligo di specificare il singolo Paese estero di provenienza del suino. Il reg. UE 1337/13 ammette la dicitura generica ‘UE’ solo qualora le carni provengano da più Stati membri (es. mescola di più partite di diverse origini per un composto macinato). Il DM 6.8.20 ipotizza invece di poter nascondere dietro la maschera ‘UE’ anche la carne che provenga da un solo Stato membro. Con il chiaro obiettivo di coprire l’omertà su acquisti di cosce per prosciutti a basso costo, in arrivo da Paesi come Germania, Polonia e Olanda ove si pratica il caporalato in zootecnia a discapito di sicurezza e qualità. (4) Deroga peraltro inammissibile, per contrasto con la fonte di diritto superiore,
– l’esclusione di alimenti preincartati e sfusi dal campo di applicazione del D.M. 6.8.20,
– l’ostinazione nel negare ai consumatori italiani il diritto di conoscere l’origine delle carni e prodotti ittici serviti dalle collettività (ristoranti, trattorie, mense, fast-food, take-away e food delivery). Come il Consorzio Italia Zootecnia e GIFT (Great Italian Food Trade) chiedono da anni.
Responsabilità
Covid-19 dovrebbe insegnare a tutti la responsabilità di creare e mantenere valore sui territori. Nutrire il PIL e l’occupazione locale, garantire la continuità degli approvvigionamenti alimentari e sanitari. E dunque valorizzare le filiere corte, costruendo solide relazioni di filiera.
Responsabilità di tutti è la resilienza di un sistema da cui dipendono la nostra storia, cultura ed economia. Ma questo sistema si sta sgretolando sotto i nostri occhi a causa della miopia di un sistema industriale e distributivo che – salvo rare eccezioni – continua ad acquistare materie prime agricole sottocosto.
Ai consumAttori un invito semplice. Prosciutti e salumi confezionati e sfusi, preparazioni (es. hamburger, impanature, arrosti e lonze, etc.), se non si conosce l’origine, non comprare. È ora di voltare pagina!
Dario Dongo
Note
(1) Dario Dongo. Etichetta di origine delle carni suine in prosciutti e altri salumi. Via al decreto con tranello. GIFT (Great Italian Food Trade). 19.9.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/etichette/etichetta-di-origine-delle-carni-suine-in-prosciutti-e-altri-salumi-via-al-decreto-con-tranello
(3) Legge 4/2011 e successive modifiche, articolo 4
(4) Dario Dongo. Macelli e industrie delle carni. Dietro i contagi ai Covid-19, il caporalato alla tedesca. GIFT (Great Italian Food Trade). 7.7.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/sicurezza/macelli-e-industrie-delle-carni-dietro-i-contagi-ai-covid-19-il-caporalato-alla-tedesca

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.