Implementare un sistema autentico di blockchain pubblica aggiunge valore all’intera filiera di approvvigionamento, registrando dati incorruttibili che sono ‘notarizzati digitalmente’ e non possono venire modificati senza lasciare traccia dell’intervento. La startup innovativa Wiise Chain S.r.l. società benefit introduce sul mercato questo sistema, realizzato con altra startup innovativa italiana, a costi competitivi. L’uovo di Colombo è sostenibile e tracciato!
Blockchain pubblica nella filiera agroalimentare, campo di applicazione e strategie
La blockchain pubblica, come si è visto, è un registro distribuito, poiché le informazioni vengono registrate e duplicate su tutti i nodi partecipanti alla rete e sono condivise con la tecnologia peer-to-peer. Le registrazioni di ogni transazione sono conservate per sempre e sono immutabili.(1)
I dati da registrare possono variare sensibilmente, tenuto conto delle caratteristiche delle filiere e dei processi, oltreché dei comparti coinvolti nel sistema. Ma soprattutto degli obiettivi strategici, che in una configurazione di base valgono ad assicurare la piena conformità ai requisiti di legge (rintracciabilità dei prodotti mediante registrazione delle merci in ingresso e di quelle in uscita). Da questo punto di partenza si può sviluppare il sistema, raccogliendo dati relativi alla c.d. rintracciabilità interna (flussi materiali e processi interni alla singola organizzazione) e alle filiere, a monte e a valle.
Un sistema evoluto di blockchain pubblica può registrare tutte le attività compiute da ogni operatore nell’intero ambito della filiera agroalimentare, ‘from seed to fork’ e ‘from farm to fork’. A partire dalla genetica e origine delle sementi, le analisi dei suoli e delle acque, i registri veterinari e il benessere animale. Fino all’identificazione dei singoli lotti di produzione, le analisi sui prodotti stessi e la verifica di conformità delle loro etichette. Magari anche la logistica, distribuzione finale e le rotazioni a scaffale.
In una configurazione ideale il sistema blockchain può riflettere e convalidare gli sforzi virtuosi di quelle imprese e filiere che si impegnano sui vari fronti della sostenibilità. Dimostrando l’effettivo Rispetto verso gli ecosistemi, le comunità e i lavoratori. L’applicazione dei criteri di approvvigionamento sostenibile può venire attestata previa gap-analysis, correzione e identificazione dei KPI (key performance indicators). Alcuni esempi nella geo-localizzazione delle aree coltivate, il valore minimo della paga oraria, dati legati a LCA (Life Cycle Assessment) ed economia circolare, etc. (2)
‘Sustainable Procurement [is the] procurement that has the most positive environmental, social & economic impacts possible over the entire life cycle’ (ISO 20400).
Il livello di accesso alle varie informazioni può venire graduato, in relazione alle esigenze delle varie categorie di utenti. Nell’ambito della singola organizzazione, della filiera e della comunità di stakeholder (parti sociali interessate). I consumatori, ad esempio, possono apprezzare la facile disponibilità di un ventaglio di notizie di base, chiare e comprensibili. I buyer e gli uffici qualità della GDO possono mantenere aggiornate le procedure di qualifica fornitori grazie alla disponibilità di rapporti di certificazione, analisi, dichiarazioni di conformità etichette. Le autorità di controllo a loro volta possono ottimizzare le attività ispettive verificando in linea HACCP e relativi registri, ivi compresi quelli relativi alla rintracciabilità. E così via, senza bisogno di ‘esporre in piazza’ notizie che possano risultare sensibili dal punto di vista commerciale e della concorrenza, né segreti industriali.
Blockchain pubblica nella filiera agroalimentare, il Valore aggiunto
Il consumAttore che riceve notizia sulle esigenze sociali ed ecologiche relative a ciascun settore produttivo dimostra di saper riconoscere e premiare il valore delle filiere eque e sostenibili. In Italia – come l’esempio del Cash Mob etico ha di recente dimostrato – ma anche a livello internazionale. Il trinomio ‘People – Planet – Prosperity’ guida le scelte di acquisto dei Millennials e motiva la pressione dal basso verso scelte di consumo improntate all’etica. A volte anche radicali, come l’eliminazione di olio di palma e soia OGM che si va proponendo nella campagna Buycott.
La fiducia che i colossi globali dell’ecommerce non sono ancora in grado di offrire ai consumatori è allora il punto critico su cui può venire giocata la competitività di filiere sane, basate sui territori e vicine ai consumatori. Nella presenza fisica e nella cultura mutualistica. La blockchain pubblica può quindi consolidare la fiducia nel Made in Italy e nel retail fisico, non solo sull’autenticità dei prodotti ma soprattutto sull’integrità della filiera. Ed è proprio l’integrità – così come l’etica – a mancare, inevitabilmente, ai modelli di business dei giganti predatori dell’ecommerce planetario.
I controlli pubblici ufficiali possono altresì venire ottimizzati, grazie a una completa tracciabilità dei processi attraverso un sistema di blockchain pubblica. Il nuovo regolamento ‘controlli ufficiali’ (reg. UE 2017/625) ha invero rafforzato il criterio di rating degli operatori. Sulle cui basi possono venire programmate e focalizzate le attività di controllo. E la sicurezza di incorruttibilità dei dati che è intrinseca nella tecnologia della blockchain pubblica (non anche nelle sue imitazioni) può favorire la riduzione di frequenza e intensità dei controlli, permettendone il focus sui punti critici. Proprio grazie alla registrazione delle procedure di autocontrollo (es. GAP, GMP, GHC e HACCP), manuali e implementazione. (3)
Wiise Chain, la blockchain pubblica 100% Made in Italy
Wiise Chain è la startup innovativa costituita dagli scriventi. Per realizzare la crasi tra Wiise S.r.l. società benefit – che porta avanti i progetti GIFT (Great Italian Food Trade) e FARE – e ChainForFood. In un ecosistema ove è presente anche la Onlus Egalitè ed è aperto a tutti coloro che condividano i nostri obiettivi. Creare valore nella filiera, promuovendo il contributo ai valori sociali da parte dei suoi protagonisti. (4)
Il sistema di blockchain pubblica sviluppato da Wiise Chain si basa sul protocollo Bitcoin. (v. paragrafo successivo). Forse l’unico sistema ad avere resistito, nell’ultimo decennio, ai vari tentativi di ‘hackeraggio’ che caratterizzano la rete web. L’uovo di Colombo, nell’umile prospettiva di chi scrive, è rappresentato dall’idea di inter-operatività con i sistemi di registrazione già in uso presso i singoli operatori. I quali, si noti bene, già registrano la gran parte delle informazioni richieste per implementare un sistema evoluto di blockchain pubblica.
Si tratta perciò, semplicemente, di progettare un’architettura IT che consenta di mettere in comunicazione e fare confluire in un unico sistema il complesso dei dati raccolti. Raccordando – a seconda della complessità delle organizzazioni – i semplici file PDF ed Excel con i diversi sistemi ERP (es. AS 400, SAP, etc.). Senza bisogno di costruire nuove quanto onerose ‘cattedrali informatiche’, così da abbattere anche i costi marginali. Sulla base di un modello consono alle strategie condivise, sulle quali anche viene offerta una consulenza a 360 gradi. Tenendo conto delle esigenze dei singoli e delle opportunità offerte dai vari mercati – nazionale, europeo e internazionale, offline e online – in relazione a filiere tracciate, etiche e sostenibili. Facendo ricorso agli standard internazionali (applicabili alle filiere, es. norme ISO, e al trasferimento dei dati, es. GS1), nonché alle regole cogenti nei vari contesti territoriali. (5)
Una piattaforma di ecommerce B2B multilingue, di prossima installazione su Great Italian Food Trade, verrà poi messa a disposizione degli attori e delle filiere sostenibili che decideranno di implementare il sistema di blockchain pubblica proposto da Wiise Chain. Applicando pratiche commerciali rigorosamente leali e costi competitivi, accessibili anche a PMI e microimprese. In quella che ambisce in primo luogo divenire una vetrina internazionale degli operatori virtuosi, i protagonisti del Made in Italy ai quali ciascuno di noi ha dedicato con abnegazione un quarto di secolo di impegni personali e professionali.
Bitcoin, il protocollo vincente
Il protocollo Bitcoin è la soluzione tecnica adottata da Wiise Chain. Questo termine viene spesso confuso con quello di ‘bitcoin’, la celebre criptovaluta. Non è nostra ambizione entrare nel dettaglio delle rispettive tecnologie. Piuttosto condividere alcune nozioni di base:
– la criptovaluta bitcoin (BTC) è una ‘moneta digitale’ distribuita e peer-to-peer (P2P),
– il protocollo Bitcoin governa le regole che sottostanno al network economico digitale BTC, garantendo l’incorruttibilità (almeno, fino a oggi) del suo sistema,
– il codice sorgente di tale protocollo, e il rispettivo software (in esecuzione su una miriade di computer localizzati nei 5 continenti) – viene a sua volta indicato come Bitcoin.
Il termine Bitcoin può quindi venire usato per indicare l’intero ecosistema, che comprende tutte le funzionalità sopra accennate. Utilizzare la ‘tecnologia’ Bitcoin significa perciò utilizzare un sistema di affidabilità formidabile, indipendentemente dall’utilizzo della criptovaluta. La tecnologia alla base di Bitcoin è infatti progettata per preservare l’integrità dei dati, la cui alterazione presuppone la capacità di ‘disfare’ l’intera struttura, registro per registro, su tutti i server e computer che aderiscono alla rete. Un’operazione praticamente impossibile, allo stato dell’arte, con le capacità computazionali ora disponibili.
Un elemento determinante nella sicurezza del nostro sistema è infatti costituito dalla distribuzione dei dati su una miriade di nodi situati in ogni parte del mondo. Ciascuno di essi – a prescindere dal livello di accesso alle varie ‘cerchie’ di informazioni, che è definito per categorie di utenti ed è altresì incorruttibile – possiede una copia di tutti i dati contenuti nella blockchain. Ogni singolo operatore può dunque scaricare sul proprio pc l’intera catena dei dati (pur senza poter accedere alle relative notizie nella loro interezza).
Il protocollo Bitcoin è regolato da un c.d. ‘algoritmo di consenso’, chiamato Proof of Work. Disfare decine, centinaia o migliaia di copie degli stessi dati contemporaneamente è estremamente più difficile rispetto a farlo una volta sola e oggi non vi è sufficiente potenza di calcolo per riuscire in questa impresa. Bitcoin in quanto sistema distribuito è anche molto più resistente a errori e attacchi informatici e soprattutto non ha una governance centralizzata come i sistemi che tuttora vengono spesso presentati, in modo fraudolento, come ‘blockchain’.
Avanti tutta!
Dario Dongo
Note
(1) Lo standard internazionale di riferimento è la norma ISO 22005:2007 (Traceability in the feed and food chain – general principles and basic requirements for system design and implementation), oggetto di revisione e conferma nel 2016. Secondo la logica ISO, ogni organizzazione può definire l’ambito di applicazione del proprio sistema di rintracciabilità. Dal livello minimo delle forniture e consegne di un singolo operatore (ove possibile, integrato con la c.d. rintracciabilità interna) all’estensione più ampia, dalle sementi e/o dai mangimi alla tavola
(2) Cfr. ISO 20400:2017 (Sustainable procurement, guidelines)
(3) Reg. UE 2017/625, relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l’applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante nonché sui prodotti fitosanitari. V. https://www.greatitalianfoodtrade.it/salute/sicurezza-alimentare-abc-responsabilità-operatori
(4) Si richiama al proposito il prezioso testo Mariana Mazzuccato, Il valore di tutto. Chi lo produce e chi lo sottrae nell’economia globale (Laterza, Roma-Bari, 2018). Titolo originale The Value of Everything: Making and Taking in the Global Economy
(5) Si richiamano gli ebook gratuiti ‘Sicurezza alimentare, regole cogenti e norme volontarie’ e ‘1169 pene. Reg. UE 1169/11, notizie sui cibi, controlli e sanzioni’
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.