Dolcificanti intensivi, dall’aspartame alla stevia
Nella categoria dei dolcificanti intensivi rientrano tutti gli edulcoranti privi di calorie che dolcificano in misura molto superiore allo zucchero, da 30 a 8mila volte di più. Quasi sempre di sintesi – fatta eccezione per i glicosidi steviolici, estratti dalla pianta della stevia – gli edulcoranti sono sempre soggetti a limiti di impiego, indicati dai regolamenti europei in termini di DGA (dose giornaliera ammissibile), vale a dire di quantità da non superare in un giorno.
Perché sono sempre mescolati tra loro
Alcuni edulcoranti, oltre al sapore dolce, presentano uno spiccato retrogusto (metallico o amaro, piuttosto che di menta o liquirizia). Ed è perciò frequente il loro mix, nei numerosi prodotti che li contengono, per ridurre le spigolosità organolettiche e massimizzare il potere edulcorante totale.
Tra i dolcificanti intensivi ve ne sono alcuni (es. saccarina, aspartame, acesulfame K) molto discussi. Diversi studi scientifici hanno segnalano profili di potenziale tossicità, senza tuttavia influire sul meccanismo di rinnovo delle autorizzazioni d’impiego concesse dalla Commissione europea.
A seguire, una comparazione del potere dolcificante e della DGA relativi a ciascuna sostanza.
Marta Strinati
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".