HomeProgressoBiodistretti, o distretti biologici. Il ministero dell’agricoltura definisce i requisiti. L’ABC

Biodistretti, o distretti biologici. Il ministero dell’agricoltura definisce i requisiti. L’ABC

Il ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste (MASAF) ha definito ‘i requisiti e le condizioni per la costituzione e il riconoscimento dei distretti biologici’, o biodistretti, mediante decreto 28.12.2022 n. 663273. (1)

Il documento attua le ‘disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico’ di cui alla legge 23/2022, articolo 13. (2) L’ABC a seguire.

1) Biodistretti, o distretti biologici. Introduzione

‘Costituiscono distretti biologici’ i ‘distretti del cibo’ (3) nonché ‘i sistemi produttivi locali, anche di carattere interprovinciale o interregionale, a spiccata vocazione agricola, nei quali siano significativi:

a) la coltivazione, l’allevamento, la trasformazione e la preparazione alimentare, all’interno del territorio individuato dal biodistretto, di prodotti biologici conformemente alla normativa vigente in materia;

b) la produzione primaria biologica che insiste in un territorio sovracomunale, ovverosia comprendente aree appartenenti a più comuni’ (legge 23/2022, art. 13.1).

1.1) Integrazione sul territorio, limitazioni all’uso di pesticidi e diserbanti

‘I distretti biologici si caratterizzano, inoltre, per:

  • l’integrazione con le altre attività economiche presenti nell’area del distretto stesso e per la presenza di aree paesaggisticamente rilevanti, comprese le aree naturali protette nazionali e regionali (…) e le aree comprese nella rete «Natura 2000»’,
  • il limitato uso dei prodotti fitosanitari al loro interno. In particolare, gli enti pubblici possono vietare l’uso di diserbanti per la pulizia delle strade e delle aree pubbliche e stabilire agevolazioni compensative per le imprese’.

Gli agricoltori convenzionali adottano le pratiche necessarie per impedire l’inquinamento accidentale delle coltivazioni biologiche’ (legge 23/2022, art. 13.2).

1.3) Partecipanti

‘Al distretto biologico possono partecipare gli enti locali, singoli o associati, che adottino politiche di tutela delle produzioni biologiche, di difesa dell’ambiente, di conservazione del suolo agricolo e di difesa della biodiversità, nonché gli enti di ricerca che svolgono attività scientifiche in materia’ (legge 23/2022, art. 13.3),

A loro volta ‘i distretti biologici promuovono la costituzione di gruppi di operatori, sulla base di quanto previsto’ nel reg. UE 2018/848, (4) al fine di realizzare forme di certificazione di gruppo’ (legge 23/2022, art. 13.11).

1.5) Obiettivi. Ecosistemi

Gli obiettivi per l’istituzione dei distretti biologici sono:

‘a) promuovere la conversione alla produzione biologica e incentivare l’uso sostenibile delle risorse naturali e locali nei processi produttivi agricoli, nonché garantire la tutela degli ecosistemi, sostenendo la progettazione e l’innovazione al servizio di un’economia circolare,

b) stimolare e favorire l’approccio territoriale alla conversione e al mantenimento della produzione biologica (…) in modo da salvaguardare l’ambiente, la salute e le diversità locali,

c) semplificare, per i produttori biologici operanti nel distretto, l’applicazione delle norme di certificazione biologica e delle norme di certificazione ambientale e territoriale previste dalla normativa vigente’ (legge 23/2022, art. 13.5).

1.6) Obiettivi. Coesione sociale e produttiva

La sostenibilità dei biodistretti deve altresì comprendere obiettivi sociali ed economici:

d) favorire lo sviluppo, la valorizzazione e la promozione dei
processi di preparazione, di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti biologici,

e) promuovere e sostenere le attività multifunzionali collegate alla produzione biologica, quali la somministrazione di cibi biologici nella ristorazione pubblica e collettiva, la vendita diretta di prodotti biologici, l’attività agrituristica e di pescaturismo, il turismo rurale, l’agricoltura sociale, (5),

g) promuovere e realizzare progetti di ricerca partecipata con le aziende e la diffusione delle pratiche innovative’ (legge 23/2022, art. 13.5).

2) Biodistretti, requisiti e condizioni per l’istituzione e il riconoscimento

Le associazioni dei produttori bio, con il supporto dell’accademia, hanno lavorato a lungo anche per definire le linee guida da stabilire nei biodistretti (6,7). I quali infatti, come si è visto, hanno già registrato importanti sviluppi a partire dalle Regioni del Centro Italia. (8)

2.1) Organizzazione

L’organizzazione dei biodistretti o distretti biologici, secondo quanto previsto nel decreto ministeriale, si articola come segue:

  • comitato promotore. ‘Un raggruppamento di soggetti, aziende singole e associate, organizzazioni dei produttori, soggetti pubblici e privati, che intendono promuovere la costituzione di un distretto biologico per la diffusione del metodo biologico di coltivazione, allevamento e acquacoltura, per la sua divulgazione nonché per il
    sostegno e la valorizzazione della gestione sostenibile anche di attività diverse dall’agricoltura’. Ha il ruolo di orientamento strategico e coordinamento delle attività,
  • soggetto gestore. È ‘individuato dal comitato promotore per la rappresentanza del distretto biologico, fino all’ottenimento del riconoscimento giuridico da parte della Regione’,
  • consiglio direttivo. Viene ‘costituito dal distretto biologico dopo il riconoscimento regionale per adottare lo statuto e il regolamento organizzativo dell’ente’, ed è incaricato della ‘rappresentanza delle istanze amministrative, economiche e commerciali del distretto’ (DM 28.12.22, art. 2.1, lettere g,i,j).

2.2) Protocollo e Piano dei biodistretti

Preliminarmente, i soggetti che costituiscono il comitato promotore sono chiamati a stipulare ‘con scrittura privata’ e sottoscrivere un Protocollo ove vengono definiti gli obiettivi strategici del distretto biologico. I quali devono comprendere:

  • quota di incremento della superficie agricola utilizzata (SAU) con il metodo biologico,
  • promozione di sinergie tra gli operatori, per realizzare certificazioni di gruppo,
  • previsione di impatto sulle condizioni di sostenibilità ambientale, qualità di vita e lavoro, vitalità economica del distretto biologico.

Il Piano del distretto biologico è invece ‘un documento di programmazione generale delle attività del distretto biologico che contiene l’analisi territoriale, i fabbisogni, gli obiettivi, le attività, i risultati attesi, i ruoli e le interazioni tra i soggetti partecipanti, gli indicatori per il monitoraggio dei risultati’ e gli strumenti finanziari (DM 28.12.22, art. 2.1, lettere k,m).

2.3) Piccole Produzioni Locali, km0 e filiera corta

Possono partecipare ai biodistretti non solo gli operatori biologici (anche in conversione, ovvero a regime misto bio e ‘convenzionale’) ma anche gli imprenditori agricoli dedicati a:

  • piccole produzioni agroalimentari di origine locale’, oltreché quelle
  • ‘a chilometro zero e provenienti da filiera corta (DM 28.12.22, articolo 4. Vedi note 9,10,11).

Un’apertura verso il modello dell’agricoltura contadina – da 15 anni in attesa di un’apposita legge (12) – che potrà avvicinare i produttori non certificati bio ma ‘vicini’ in termini di valori rurali al sistema di certificazione individuale o a quella di gruppo.

2.4) Requisiti

I requisiti per la costituzione e il riconoscimento dei biodistretti sono quindi:

  • nome e forma giuridica,
  • delimitazione territoriale del biodistretto,
  • elenco dei partecipanti attivi sul fronte bio e dintorni (v. supra, par. 2.3),
  • organizzazione amministrativa, con l’indicazione dei membri del consiglio direttivo e del legale rappresentante,
  • finalità e attività da realizzare per raggiungere gli obiettivi strategici indicati in Protocollo (v. supra, par. 2.1), in una logica di ‘sistema qualità’.

3) Conclusioni provvisorie

L’Italia – con 2.186.570 ettari di superficie dedicati al bio – è oggi in buona posizione rispetto all’obiettivo di strategia Farm to Fork, raggiungere entro il 2030 il 25% delle superfici coltivate a biologico. Infatti:

  • la media italiana è il 17,4% della SAU dedicata al bio (a fronte di una media UE 9%).
  • due Regioni (Toscana, Calabria) sono all’avanguardia, con il 34%,
  • altre Regioni (Lazio, Molise, Marche, Puglia) sono vicine al target UE, con valori tra il 20 e il 26%.

I biodistretti offrono oggi una grande opportunità di sviluppo sostenibile ove la collettività rurale può divenire protagonista di un’economia di territorio basata sul rispetto degli ecosistemi e i paesaggi, la biodiversità e la salute. Così da attrarre anche il turismo – sempre più in cerca di ‘verde’ autentico, non contaminato da pesticidi ed erbicidi – e gli investimenti.

Dario Dongo, Donato Ferrucci, Nicolò Passeri

Note

(1) MASAF. Decreto 28.12.22. Determinazione dei requisiti e delle condizioni per la costituzione dei distretti biologici https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2023-02-24&atto.codiceRedazionale=23A01083&elenco30giorni=false
(2) Legge 23/2022. Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico. https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2022;23 V. articolo 13

(3) I biodistretti, o distretti biologici, sono stati annoverati tra i ‘distretti del cibo’ mediante d.lgs. 228/2001. Orientamento e modernizzazione del settore agricolo https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2001-05-18;228~art13

(4) Donato Ferrucci, Dario Dongo. Produzione ed etichettatura dei prodotti biologici, al via il reg. UE 2018/848. L’ABC. GIFT (Great Italian Food Trade). 2.2.22

(5) Dario Dongo, Giulia Caddeo. Agricoltura sociale, le opportunità in attesa di sostegno. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.4.21

(6) Barbara Pancino (2008). Definizione e individuazione dei distretti biologici: alcune riflessioni introduttive. Agriregionieuropa. https://agriregionieuropa.univpm.it/it/content/article/31/12/definizione-e-individuazione-dei-distretti-biologici-alcune-riflessioni

(7) Silvio Franco, Barbara Pancino. Il distretto Biologico. Franco Angeli edizioni, Milano, 2015. ISBN 8891725617

(8) Marta Strinati. Nuova spinta al bio nel Lazio, 5 nuovi biodistretti e 400mila euro di contributi. GIFT (Great Italian Food Trade). 11.10.21

(9) Dario Dongo. Piccole Produzioni Locali, PPL. La legge 30/2022 e l’Armata Brancaleone. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.4.22

(10) Dario Dongo. Filiera corta, concetti e valori. GIFT (Great Italian Food Trade). 27.9.19

(11) Legge 17 maggio 2022, n. 61.
Norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e di quelli provenienti da filiera corta https://www.normattiva.it/atto/caricaDettaglioAtto?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-06-11&atto.codiceRedazionale=22G00070&atto.articolo.numero=0&atto.articolo.sottoArticolo=1&atto.articolo.sottoArticolo1=10&qId=3fdd3616-2e4b-4fad-ba54-5c214f550866&tabID=0.6664524928701978&title=lbl.dettaglioAtto

(12) Dario Dongo, Giulia Caddeo. Campagna popolare per l’agricoltura contadina, in attesa della legge. GIFT (Great Italian Food Trade). 6.9.19

(13) Dario Dongo, Marina De Nobili. Speciale Farm to Fork, la strategia presentata a Bruxelles il 20.5.20. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.5.20

Agronomo, master in diritto alimentare. Si occupa di certificazioni e sistemi qualità nella filiera agroalimentare. Collabora con istituzioni e università ed è membro della redazione di rivistadiagraria.org.

Nicolò Passeri

Ph.D. in ‘Economia e Territorio’ presso l’Università degli Studi della Tuscia. Consulente per la certificazione prodotti biologici e analisi tecnico economiche dei processi produttivi

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