Dolcificanti zero calorie, effetto paradosso. Possono fare ingrassare più dello zucchero
Chi sceglie i dolcificanti privi di calorie per tenere a bada il peso corporeo potrebbe incappare nell’effetto contrario, e ingrassare. È quanto emerge da alcune ricerche scientifiche in merito agli effetti degli edulcoranti acalorici sul controllo del peso.
Dubbi sull’utilità per dimagrire
L’ipotesi che gli edulcoranti siano responsabili di un aumento di peso corporeo è stata ripercorsa nella meta-analisi pubblicata a luglio 2017 sul CMAJ, Canadian Medical Association Journal. I ricercatori hanno analizzato diversi studi clinici randomizzati sulla sostituzione dello zucchero con diversi edulcoranti quali aspartame, saccarina, glicosidi steviolici.
Il paradosso è che la sostituzione del saccarosio con le molecole dolcificanti acaloriche (quasi sempre) di sintesi – che di per sé ovviamente non può garantire il raggiungimento del suo obiettivo primario, il controllo del peso – può addirittura condurre, nel tempo, a un aumento dell’indice di massa corporea (BMI) e del rischio cardiometabolico a ciò correlato.
Zero calorie? Scatta la fame neuronale
Secondo la ricerca pubblicata a metà 2016 su Cell Metabolism da un gruppo di ricerca australiano, alla base di questo effetto paradossale vi sarebbe un meccanismo biologico ancestrale.
In pratica, lo squilibrio tra il sapore dolce dell’edulcorante (sucralosio, nella ricerca in oggetto) e l’assenza di nutrimento che l’organismo vi associa fa scatenare una fame neuronale. La percezione cioè del bisogno di assumere più cibo.
Edulcoranti e aumento di peso
L’incoerenza tra sapore dolce e assenza di valore energetico, che caratterizzano i dolcificanti a zero calorie, determina persino un aumento di peso, secondo la ricerca pubblicata su Current Biology nell’agosto 2017. I ricercatori lo hanno verificato somministrando a cavie umane diverse bevande, con energia e dolcezza improntate a opposti paradigmi:
– drink molto dolci ma acalorici, grazie all’aggiunta di sucralosio,
– bevande a elevato valore energetico ma non affatto dolci, per merito delle maltodestrine (carboidrati calorici ma insapore).
Evidenziando, anche in questo caso, come la ‘simulazione di dolcezza’ senza calorie inneschi una reazione fisiologica che induce l’individuo a cercare più cibo e infine ingrassare.
Marta Strinati
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".