L’inquinamento ambientale da microplastiche (MPs) causa danni alla salute (1,2) che possono riguardare anche la fertilità. Il progetto EcoFoodFertility dell’università di Roma Tor Vergata sta approfondendo i meccanismi di contaminazione e i possibili rimedi.
I primi studi del progetto sono partiti dalla Terra dei Fuochi in Campania per poi ampliare l’indagine su stili di vita e indici antropometrici di residenti in aree a diversa pressione ambientale anche internazionali. Il progetto vuole rappresentarsi come un modello per politiche innovative per la salvaguardia della salute pubblica.
Introduzione
La frammentazione della plastica, causata dall’invecchiamento chimico e fisico, legato alle alte temperature ambientali, forze di attrito e all’esposizione ai raggi UV, è un’importante fonte di contaminazione. Nonostante il ruolo ormai prevalente della plastica nella vita quotidiana, l’esposizione umana alla contaminazione da microplastica ha, nel tempo, effetti negativi sulla salute.
In letteratura, la presenza ambientale delle microplastiche è stata ampiamente studiata. In particolare, MPs sono stati rilevate nell’aria, nel suolo (3), negli ambienti acquatici, comprese le specie marine e in diverse specie animali commestibili (frutti di mare e pollo) e campioni di alimenti, bibite e acqua potabile (4).
Rischi per la salute umana
Il rischio per la salute umana è una conseguenza del rilascio nell’ambiente non solo di micro e nanoplastiche, ma anche di additivi, tra cui monomeri non reagiti, composti organici e inorganici e altre sostanze utilizzate nella formulazione dei materiali plastici.
Studi scientifici hanno dimostrato l’attività di disturbo del sistema endocrino e le proprietà cancerogene di vari additivi, come i ritardanti di fiamma bromurati (BFR), derivati del fenolo (alchilfenoli e bisfenolo A), di(2-etilesil) adipato (DEHA) e esteri dell’acido ftalico o ftalati (PAE) (5).
Contaminazione da microplastiche e fertilità
Alcune sostanze presenti nelle microplastiche possono agire da interferenti endocrini e danneggiare la fertilità, provocando danni al sistema endocrino e problemi alla sfera riproduttiva.
Uno studio (6) ha confermato che le microplastiche inducono disturbi testicolari nei mammiferi rivelando inoltre il ruolo critico del microbiota intestinale nella tossicità riproduttiva indotta dai PS-MPs (polistirene) e hanno indagato sul meccanismo alla base della disregolazione microbica intestinale.
Per dimostrarlo è stato somministrato a dei topi polistirene per 90 giorni. Nei topi esposti ai PS-MPs sono stati osservati evidenti danni istologici, disturbi spermatogenetici e inibizione della sintesi degli ormoni. Inoltre, è stato effettuato un trapianto di microbiota fecale (FMT) a topi riceventi (non esposti ai MPs) che hanno mostrato un’alterazione del microbioma intestinale e l’elevata abbondanza di Bacteroides e Prevotellaceae, positivamente correlata al disturbo testicolare. Lo studio delinea una stretta correlazione tra microbiota intestinale e riproduzione maschile.
Il progetto EcoFoodFertility
In questa correlazione si inserisce il progetto di ricerca EcoFoodFertility, uno studio multicentrico di biomonitoraggio umano, con aree di reclutamento che hanno riguardato sia l’Italia, con diverse zone della Campania, tra cui la Terra dei Fuochi e Paesi europei.
Il progetto mira ad individuare i più sensibili e precoci indicatori di danno ambientale con potenzialità predittiva per patologie non solo riproduttive. L’obiettivo è quello di definire una linea per la prevenzione primaria e preprimaria per ridurre il carico e indicare misure di resilienza per contrastare/modulare gli effetti degli inquinanti sulla salute riproduttiva e generale (7). Di recente il progetto si è aperto anche sul fronte femminile (EcoFoodFertility for Women).
Le fasi del progetto
EcoFoodFertility è composto di due fasi:
- il “Seme Sentinella della Salute Ambientale e Generale”, per poter indagare la capacità predittiva dei mitocondri dello spermatozoo per individuare la contaminazione da microplastiche. La prima fase si concentra sulla valutazione e misurazione del danno,
- la “Bonifica dell’uomo inquinato”, introduce l’alimentazione come misura di compensazione, contrasto e/o di modulazione del danno da inquinamento chimico e fisico.
Il modello proposto si compone di alimenti vegetali biologici, di stili di vita sani e di alimenti nutraceutici fondamentali per la detossificazione da inquinanti ambientali (come le microplastiche) per prevenire e curare problemi di salute e fertilità.
Il seme sentinella della Salute Ambientale e Generale
“Il seme sentinella” è la fase analitica, valuta attraverso un biomonitoraggio su sangue e liquido seminale di campioni omogenei per età e stili di vita di maschi sani tra i 16 e i 35 anni residenti in aree diverse della Campania, esposti a diverso indice di pressione ambientale eventuali differenze in termini di bioaccumulo di diversi contaminanti (metalli pesanti, diossine, idrocarburi policiclici aromatici, pesticidi, bisfenoli, ftalati, parabeni, nanoparticelle) e di marcatori di danno/effetto (ossidativo, genetico, epigenetico, proteomico, lipidomico, metabolomico etc.).
Nello specifico lo studio del progetto (5) ha analizzato la presenza di microplastiche in campioni di urina di sei pazienti provenienti da diverse città del Sud Italia (tre uomini e tre donne) per quantificare e determinare la contaminazione. Dalle analisi dei quattro campioni sono stati trovati PVA e PVC in un campione femminile e PP e PE in tre campioni maschili. Questo studio preliminare suggerisce che le MPs possano passare attraverso il tratto gastrointestinale e vengano eliminate attraverso processi biologici.
Bonifica dell’uomo inquinato attraverso la dieta
La “Bonifica dell’uomo” è la seconda parte del progetto si concentra sull’intervento per verificare quanto lo stile di vita e soprattutto determinati approcci nutrizionali e/o nutraceutici possano modulare l’impatto dell’inquinamento sull’organismo ed eventualmente attenuare e/o contrastare il bioaccumulo degli inquinanti e/o i loro effetti sulla salute.
Ha dimostrato come l’alimentazione può prevenire e curare le contaminazioni indotte da contaminanti ambientali e come la dieta mediterranea possa migliorare i parametri seminali. In aggiunta, se la dieta mediterranea è basata su prodotti biologici, questi sono privi di pesticidi e presentano un contenuto più alto di sostanze bioattive in confronto ai prodotti non bio. Esercitano quindi un’azione ulteriormente più benefica nei confronti della salute umana in generale favorendo l’eliminazione degli inquinanti nei tessuti, fluidi e/o mitigando i loro effetti.
Nell’ambito del progetto si sono sviluppate collaborazioni e sinergie con reti di distribuzione del biologico, aziende agricole biologiche e biodinamiche al fine di creare una Filiera Alimentare per la Salute Ambientale che possa fornire alimenti Eubiotici (buoni per la vita) capaci di detossificare e ridurre il bioaccumulo di contaminanti, per concretizzare la ‘bonifica naturale dell’Uomo’ delle aree inquinate d’Italia e di Europa.
Conclusione e prospettive future
Il sistema riproduttivo maschile è sensibile a una vasta gamma di sostanze tossiche che incidono sullo sviluppo e la riproduzione, tra cui gli inquinanti ambientali e gli studi suggeriscono che lo sperma umano sia un marcatore precoce della qualità ambientale e della salute generale.
La salute ambientale deve di conseguenza tenere conto delle fasi delicate dello sviluppo della salute riproduttiva: vita intrauterina, infanzia e pubertà, fasi particolarmente vulnerabili, che devono essere protette per salvaguardare il futuro delle nuove generazioni.
I biomarcatori di salute riproduttiva dovrebbero pertanto essere considerati come indicatori precoci di pressione ambientale e spie per il rischio di salute generale con valore predittivo per patologie cronico-degenerative, a tal fine il modello proposto dal progetto potrebbe essere considerato come un elemento fondamentale di studio e di attenzione da inserire nell’agenda delle politiche pubbliche di prevenzione primaria per il monitoraggio e per programmi prevenzione sanitaria, in particolare, nelle aree a rischio ambientale.
Giulia Pietrollini
Note
(1) Marta Strinati e Dario Dongo. Microplastiche anche nei nostri polmoni. Lo studio britannico. GIFT (Great Italian Food Trade). 12.4.22
(2) Marta Strinati. Microplastiche nel sangue, prima evidenza nell’uomo. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.3.2022
(3) Marta Strinati. Microplastiche nei pesticidi, il rapporto CIEL. GIFT (Great Italian Food Trade). 20.7.22
(4) Marta Strinati. Microplastiche nell’acqua minerale. Il report francese. GIFT (Great Italian Food Trade). 3.8.22
(5) Pironti, C.; Notarstefano, V.; Ricciardi, M.; Motta, O.; Giorgini, E.; Montano, L. First Evidence of Microplastics in Human Urine, a Preliminary Study of Intake in the Human Body. Toxics 2023, 11, 40. https://doi.org/10.3390/toxics11010040
(6) Wen S, Zhao Y, Liu S, et al. Microplastics-perturbed gut microbiota triggered the testicular disorder in male mice: Via fecal microbiota transplantation. Environ Pollut. 2022 Sep 15; 309:119789. doi: 10.1016/j.envpol.2022.119789. Epub 2022 Jul 14. PMID: 35843456.
Laureata in biotecnologie industriali e appassionata di sviluppo sostenibile.