FAO, IFAD, UNICEF, WFP e WHO hanno pubblicato il rapporto SOFI (State of Food Security and Nutrition in the World) che rimarca, come prevedibile, il peggioramento della crisi globale della malnutrizione (1,2,3).
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) 2.1 e 2.2 – porre fine alla fame, all’insicurezza alimentare e a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030 – si allontanano, in un pianeta sempre più insicuro sotto tutti i punti di vista.
La crisi di ‘food security’, ancora in aumento in Africa, si abbina a quella dell’obesità che peggiora in tutti i continenti. E serve una valutazione obiettiva dei finanziamenti, per la sicurezza alimentare e nutrizionale.
1) Fame e malnutrizione nel mondo, le stime
Le stime approssimative – elaborate sulla base di scarni dati e interviste in 59 Paesi – indicano la prevalenza dell’insicurezza alimentare, nel 2023, nei seguenti termini:
- almeno 713-757 milioni di persone (152 milioni in più rispetto al 2019) della popolazione globale ha vissuto in condizioni di grave insicurezza alimentare. Vale a dire che almeno il 9,1% degli esseri umani, il 20,4% in Africa, ha sofferto la fame nel 2023
- 2,33 miliardi di persone (65 milioni in più rispetto al 2019), pari al 28,9% del totale, con prevalenza doppia in Africa (58%), ha vissuto in condizioni di moderata o grave insicurezza alimentare
- 2,8 miliardi di persone, più di un terzo degli esseri umani, non ha potuto accedere a cibi nutrienti (si veda il successivo paragrafo 3).
1.1) Emergenze in atto
‘Il 100% della popolazione della Striscia di Gaza [2,2 milioni] si trova ad affrontare alti livelli di insicurezza alimentare, così come più della metà degli abitanti del Sud Sudan [20 milioni di affamati], dello Yemen [7,8 milioni] e della Repubblica Araba Siriana [13 milioni] e quasi la metà della popolazione di Haiti [18 milioni]’ (Rapporto SOFI 2024, capitolo 2, box 2). (1)
2) Diseguaglianze tra Paesi
Le disuguaglianze tra i diversi Paesi sono macroscopiche e possono in parte spiegare come il fattore economico, oltre alle fughe dalle guerre, contribuiscano ai flussi migratori:
– il 71,5% degli abitanti nei Paesi a basso reddito, il 52,6% nei Paesi a reddito medio-basso, non si può permettere una dieta sana
– questa situazione viceversa affligge il 21,5% dei residenti in Paesi a reddito medio-alto, il 6,3% in quelli ad alto reddito. (4)
3) Malnutrizione, tra fame e obesità
‘Una dieta sana si ottiene consumando una varietà di alimenti che forniscono
– nutrienti adeguati e
– composti bioattivi importanti per la salute,
– un apporto equilibrato di macronutrienti e
– una moderazione di alimenti e bevande che aumentano il rischio di malattie non trasmissibili legate all’alimentazione (NCDs), compresi quelli ad alto contenuto di grassi non salutari, zuccheri liberi e/o sale e/o che contengono edulcoranti non zuccherini e che sono spesso altamente trasformati’. (1)
L’obesità degli adulti continua a crescere in tutti i Paesi, così come aumentano i numeri assoluti di persone che non possono permettersi una dieta sana e di donne affette da anemia. Fame e obesità concorrono così a esprimere il ‘double burden of malnutrition’.
È perciò necessario adottare politiche – anche fiscali (5) – programmi in grado di affrontare al contempo azioni a doppio dovere che affrontino ‘la denutrizione, le carenze di micronutrienti, il sovrappeso e l’obesità, facendo leva sui fattori comuni a tutte le forme di malnutrizione’.
4) Gender gap
Il divario di genere nell’insicurezza alimentare moderata o grave è passato da una differenza di 1,4% tra uomini e donne nel 2019 al 3,6% nel 2021.
Il gender gap è aumentato altresì nella prevalenza dell’insicurezza alimentare grave, da una differenza uomo-donna di 0,6% a 2,3% nello stesso periodo.
5) Cause
I fattori principali alla base della crisi di malnutrizione globale vengono suddivisi in:
– fattori esterni ai sistemi agroalimentari. Le guerre e le crisi umanitarie in primo luogo, ma anche gli eventi climatici estremi nonché le diseguaglianze sociali elevate e persistenti. L’inflazione alimentare continua a restringere l’accesso delle popolazioni al cibo in molti Paesi
– criticità intrinseche ai sistemi alimentari. Bassa produttività e offerta inadeguata di alimenti nutrienti (frutta e verdura in primis) si accompagnano all’offerta eccessiva di alimenti ultraprocessati HFSS (High in Fats, Sugar and Sodium) a basso costo.
6) Esigenze
‘È necessario accelerare la trasformazione dei nostri sistemi agroalimentari per rafforzarne la resilienza ai principali fattori di produzione e affrontare le disuguaglianze per garantire che una dieta sana sia accessibile e disponibile per tutti’. (6)
‘Il mancato miglioramento della sicurezza alimentare e i progressi disomogenei nell’accesso economico a diete sane gettano un’ombra sulla possibilità di raggiungere la Fame Zero nel mondo [#SDG2], a sei anni dalla scadenza del 2030.
Si prevede che alla fine del decennio 582 milioni di persone saranno cronicamente sottonutrite, più della metà delle quali in Africa’ (rapporto SOFI 2024, capitolo 2). (1)
7) Finanziamenti
I finanziamenti per la sicurezza alimentare e la nutrizione attraverso la spesa pubblica nazionale, l’aiuto pubblico allo sviluppo e altri flussi ufficiali sono tracciabili, a differenza della maggior parte dei flussi di finanziamento privati (si veda paragrafo 7.2).
L’agricoltura tuttora riceve una quota molto bassa della spesa pubblica pro capite, con gravi carenze nei Paesi a basso reddito (LIC) e nei Paesi a reddito medio-basso (LMIC). Ed è solo una frazione della spesa pubblica per la sicurezza alimentare e la nutrizione.
7.1) Definizioni e mappatura
L’ampia varietà di definizioni di finanziamento per la ‘food security’ e ‘nutrition security’, d’altra parte, causano problemi nell’identificare le aree sottofinanziate, garantire la responsabilità e tracciare l’impatto degli interventi.
Sono ‘urgentemente necessarie una definizione e una mappatura comuni dei finanziamenti per la sicurezza alimentare e la nutrizione, poiché gli sforzi attuali mancano di adeguata attenzione e chiarezza’.
Le risorse finanziarie pubbliche e private mirate a garantire la disponibilità, l’accesso, l’utilizzo e la stabilità di alimenti nutrienti e sicuri includono:
– ‘le pratiche che favoriscano un’alimentazione sana, nonché di servizi sanitari, educativi e di protezione sociale che li rendano possibili’, e
– ‘le risorse finanziarie dirette a rafforzare la resilienza dei sistemi agroalimentari rispetto ai principali motori e fattori strutturali sottostanti alla fame, all’insicurezza alimentare e alla malnutrizione’ (rapporto SOFI, capitolo 4).
7.2) Aiuti pubblici e privati
‘Food security’ e ‘nutrition security’ assorbono meno di un quarto del totale degli aiuti ufficiali allo sviluppo e degli altri flussi ufficiali, nazionali e internazionali.
Paradossalmente, nel periodo dal 2017 al 2021, gli aiuti pubblici risulterebbero addirittura essere stati superati da quelli privati:
- 76 miliardi di dollari l’anno i finanziamenti pubblici, solo il 34% dei quali cui ha contributo ad affrontare i principali fattori di insicurezza alimentare e malnutrizione. Questi flussi sono cresciuti soprattutto per l’Africa (in tutte le regioni) e per i Paesi a reddito medio-basso (in tutti i gruppi di reddito);
- 95 miliardi di dollari l’anno il totale combinato di finanziamenti privati che provengono dalla filantropia (USD 4 mln), le rimesse transfrontaliere dei migranti investite nei sistemi agroalimentari (USD 29 mln) e gli investimenti diretti esteri (USD 62 mln); (7)
- i finanziamenti misti (i.e. progetti cofinanziati di ricerca e cooperazione) esprimono invece importi modesti. E ‘i prestiti bancari netti all’agricoltura, alla silvicoltura e alla pesca mostrano un calo quasi continuo’.
8) Raccomandazioni
Le agenzie delle Nazioni Unite che hanno partecipato alla stesura del rapporto SOFI 2024 non affrontano il tema cruciale che infatti esula dai loro rispettivi mandati, ‘food not bombs’. Le guerre attuali e potenziali così come la corsa agli armamenti, accelerate negli ultimi anni in diversi quadranti del pianeta, stanno sottraendo immani risorse che sono essenziali alla sopravvivenza e al benessere delle popolazioni.
Diverse migliaia di miliardi di dollari di investimenti sono invece necessarie per compiere i necessari progressi verso gli Obiettivi SDG 2.1 e 2.2. ‘Altrimenti le conseguenze sociali, economiche e ambientali richiederanno soluzioni che costeranno anch’esse diverse migliaia di miliardi di dollari’. (…) Sono necessarie soluzioni innovative, inclusive ed eque per aumentare i finanziamenti per la sicurezza alimentare e la nutrizione nei Paesi con alti livelli di fame e malnutrizione’.
8.1) Flussi finanziari
Le raccomandazioni su come incrementare i finanziamenti destinati a sicurezza alimentare e nutrizionale variano in relazione alla capacità dei vari Paesi di accedere ai flussi finanziari:
– nei Paesi con una capacità limitata o moderata le sovvenzioni e i prestiti agevolati sono le opzioni più adatte, mentre i Paesi con una capacità moderata possono aumentare le entrate fiscali interne, collegando la tassazione alla sicurezza alimentare e ai risultati nutrizionali (e.g. sugar tax, junk-food tax. WHO, 2024); (5)
– ‘la promozione di partenariati di finanziamento collaborativi secondo un approccio di blended finance è essenziale, poiché il livello di rischio finanziario può rendere troppo costose altre fonti di finanziamento’;
– ‘i Paesi con un’elevata capacità di accesso ai finanziamenti possono incorporare gli obiettivi di sicurezza alimentare e nutrizione in strumenti come le obbligazioni verdi, sociali, sostenibili e legate alla sostenibilità’.
8.2) Governance
‘L’attuale architettura dei finanziamenti per la sicurezza alimentare e la nutrizione è molto frammentata e necessita (…) un maggiore coordinamento tra gli attori (pubblici e privati) su ciò che è essenziale in considerazione delle priorità politiche nazionali e locali. A tal fine, la trasparenza e l’armonizzazione della raccolta dei dati sono fondamentali’.
‘I donatori e gli altri attori internazionali devono aumentare la loro tolleranza al rischio e partecipare maggiormente alle attività di de-risking, mentre i governi devono colmare le lacune non affrontate dagli attori commerciali privati investendo in beni pubblici, riducendo la corruzione e l’evasione fiscale, aumentando la spesa per la sicurezza alimentare e la nutrizione e valutando la possibilità di riallocare il sostegno politico’.
9) Commenti
‘Il livello di fame rimane alto, più alto rispetto al 2015, quando abbiamo lanciato i Sustainable Development Goals (SDGs). Alto come nel 2009, in termini di prevalenza sulla popolazione globale, quando stavamo affrontando le conseguenze della Grande Recessione causata nata dalla crisi dei subprime’.
Il direttore della Divisione di Economia Agroalimentare presso la FAO David Laborde, in un’intervista a The New Humanitarian, rimarca che ‘bisogna rafforzare il trattamento, non solo sui sintomi ma anche sulle cause profonde’. (8)
I Paesi ricchi dovrebbero fare molto di più, commentano a loro volta le agenzie di aiuto internazionali come Oxfam e Azione contro la fame. Sostenere lo sviluppo e la resilienza dei sistemi alimentari locali, mantenere le promesse di aumentare l’aiuto pubblico allo sviluppo e liberare le nazioni povere dai gravosi oneri del debito. ‘Semplicemente, manca la volontà politica di allocare sufficiente attenzione politica e risorse finanziarie per affrontare la fame’, dichiara la responsabile delle politiche alimentari di Oxfam International Hanna Saarinen. (8)
10) Food not bombs
‘I Paesi sviluppati non hanno rispettato l’impegno di destinare lo 0,7% del reddito nazionale lordo all’aiuto pubblico allo sviluppo, né l’impegno assunto da tempo di fornire 100 miliardi di dollari in finanziamenti per il clima’, sottolinea Hanna Saarinen di Oxfam.
Gli stessi Paesi viceversa inseguono obiettivi di incremento sostanziale di spesa pubblica in armi ed eserciti. Fino al 2% del prodotto interno lordo in Unione Europea, sotto il diktat dell’alleanza militare atlantica, con costi sociali altissimi. Fino a quando?
#Égalité, #PaceTerraDignità
Dario Dongo
Note
(1) The State of Food Security and Nutrition in the World 2024 – Financing to end hunger, food insecurity and malnutrition in all its forms. FAO, IFAD, UNICEF, WFP and WHO. Rome, 2024. ISBN 978-92-5-138882-2. https://doi.org/10.4060/cd1254en
(2) Dario Dongo. State of Food Security and Nutrition in the World 2023. Rapporto FAO et al. GIFT (Great Italian Food Trade). 23.8.23
(3) Dario Dongo, Alessandra Mei. FAO, rapporto SOFI 2023. I costi occulti dei sistemi agroalimentari. GIFT (Great Italian Food Trade). 13.11.23
(4) Sabrina Bergamini, Dario Dongo. Quando il cibo è un lusso. La deprivazione sociale e materiale in Ue e in Italia. Égalité. 30.7.24
(5) Dario Dongo. Politiche fiscali per una nutrizione equilibrata, le raccomandazioni di WHO. GIFT (Great Italian Food Trade). 4.7.24
(6) Dario Dongo, Alessandra Mei. CFS, FAO approva le ‘Voluntary Guidelines on Food Systems and Nutrition’. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.10.23
(7) L’effettivo impatto degli investimenti esteri sulla sicurezza alimentare e nutrizionale delle popolazioni rimane peraltro incerto, ad avviso di chi scrive, proprio in attesa di una definizione univoca dei ‘finanziamenti’ a tale scopo
(8) Thin Lei Win. Climate, conflict, and debt keep hunger and malnutrition stubbornly high globally. The New Humanitarian. 24.7.24 https://tinyurl.com/bde5umt7
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.