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Uova sode nella plastica, proprio quel che mancava

Uova sode e sgusciate confezionate nella plastica. Proprio quel che mancava, nella lista dei beni di consumo insostenibili. In un pianeta ove le microplastiche sono ormai dappertutto, in un’Europa che si limita a vietare un numero esiguo di oggetti in plastica monouso. L’unica speranza risiede nel senso di responsabilità dei consumatori, che è bene favoriscano l’acquisto delle uova nel loro packaging naturale – il guscio – e lascino a scaffale quelle in confezioni derivate dal petrolio.

L’uovo nella plastica

Le uova confezionate sottovuoto nella plastica sembrano un’esclusiva del gruppo Eurovo, a una prima indagine. Il colosso veneto le propone con due dei suoi marchi:

– Maia commercializza una confezione con due uova sode sgusciate, separate da un foglio di materiale plastico e sigillate in vaschetta di plastica,

– Le Naturelle propone invece due referenze. Una confezione in plastica con due uova sode e sgusciate, ulteriormente fasciate di plastica individualmente. E Ovokit, una scatola in plastica con un singolo uovo (bollito e sgusciato), maionese, sale e posate monouso.

Uova italiane e da galline allevate a terra, specificano i claim su tutte le confezioni dei nuovi prodotti Eurovo. Che nei social network suscitano critiche e ilarità.

Ovokit, i valori nutrizionali non tornano

Ovokit viene presentato come ‘uno snack sano e gustoso‘. Si annota tuttavia come la tabella nutrizionale riportata sul sito web del produttore riferisca i valori citati nella Tabella di composizione nutrizionale degli alimenti pubblicata dal CREA alla voce Uova intere di gallina, intero, cotto, alla coque o sodo. 128 kcal, 8,7 g grassi, 3,17 g grassi saturi, <0,5 g carboidrati, di cui <0,5 g  zuccheri, 12,4 g proteine (valori nutrizionali medi per 100 g di prodotto). Con aggiunta del valore relativo al sale, 0,342 g sale.

E la maionese, e il sale? La dichiarazione nutrizionale obbligatoria, introdotta dal reg. UE 1169/11 a decorrere dal 13.12.16, indica  che ‘il valore energetico e le quantità di sostanze nutritive (…) si riferiscono all’alimento così com’è venduto’ (articolo 31.3).

Delle due l’una, o la maionese e il sale sono in plastica come la vaschetta, non edibili, oppure la dichiarazione nutrizionale è fuorilegge.

Uova nella plastica, Name and Shame alla francese

In Francia, le uova nella plastica hanno provocato un incidente ‘diplomatico’. Appena è comparsa sugli scaffali di Leclerc una confezione da 6, il 2 giugno 2020 la ministra francese per l’Ecologia Brune Poirson ha pubblicato un tweet al vetriolo:

‘La natura ha inventato un imballaggio geniale per proteggere l’uovo: il guscio! Bravo Leclerc per questa fantastica innovazione. Fortunatamente la legge anti rifiuti vieterà queste aberrazioni’.

L’incidente diplomatico di Leclerc

La reazione di Michel-Edouard Leclerc – proprietario dell’omonima catena della GDO – è stata immediata e irritata sul social network.

‘Se l’errore di un negozio vale un tweet di un ministro, quanti tweet per l’eliminazione di 14 tonnellate di plastica per i gelati Leclerc?’.

La polemica si è protratta per giorni. Messieur Leclerc sul suo blog ha moderato i toni. Riconoscendo che l’iniziativa di vendere uova sottovuoto, in un ‘suo’ punto vendita in Bretagna ‘non è una grande iniziativa, sono d’accordo. Basta una telefonata per mettervi fine (peccato per i picnic).’ Ma ha lamentato il metodo Name and Shame della ministra.

L’uovo sodo di Colombo

L’uovo sodo di Colombo, per il consumatore moderno attento al pianeta, può venire acquistato allo stato naturale. Meglio ancora se biologico e senza antibiotici, con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Le uova fresche vanno conservate in frigorifero dopo l’acquisto, per evitare sbalzi di temperatura che potrebbero comprometterne la conservazione.

La cottura è davvero semplice. Basta collocare le uova intere in un pentolino, coprirle d’acqua fredda e cuocerle a fuoco moderato, per 7-8 minuti dopo l’ebollizione. A seguito della cottura, immergerle in acqua corrente fredda fino a quando le si possa tenere in mano senza scottarsi (per interrompere la cottura e impedire la formazione di un alone verde che può ridurne la digeribilità).

Dopo la bollitura, queste ottime fonti di proteine ad alto valore biologico possono venire consumate dove meglio si creda, battendole lievemente per facilitare la rimozione del guscio.

Ridurre l’uso di plastiche è la sola via per mitigare l’inquinamento di aria, acqua e cibo da microplastiche e nanoplastiche.

Marta Strinati e Dario Dongo

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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