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Test di autenticità del miele, l’inganno virale si diffonde in Europa

L’inganno virale del “test di autenticità” del miele si diffonde in Europa. Più di recente in Lettonia, dove l’associazione nazionale degli apicoltori ha chiesto alla stessa startup estone Celvia, non accreditata, di eseguire un “test del DNA” sperimentale e inaffidabile, basato su un minuscolo database. (1)

1) Lettonia, la bufala del miele falso

La LBB (Latvian Beekeepers’ Society) sostiene di avere 3.600 membri su un totale di 4-5.000 apicoltori del Paese. La produzione nazionale è stimata in circa 2,3-2,4 mila tonnellate all’anno. Il suo presidente Valters Brusbārdis afferma che gli apicoltori lettoni “sospettano da tempo” l’importazione di miele falso dalla Cina, e il “sospetto principale” è che il miele cinese “sia sintetizzato in fabbrica, non prodotto dalle api”. (2)

Gli apicoltori lettoni – come quelli di Germania, Regno Unito, Austria e Finlandia (3,4) – hanno trovato un modo per dare visibilità ai loro infondati sospetti. Chiedendo alla startup estone Celvia di eseguire un “test di autenticità” su 20 campioni di miele acquistati nei supermercati locali. In modo da ottenere un documento in cui l’80% dei campioni è ritenuto “falso”. Il vero errore, però, è il metodo di analisi di Celvia, e quindi i suoi risultati.

2) Test di autenticità inaffidabili

FoodQS – il primo laboratorio al mondo per l’analisi del miele, con 25 anni di storia e oltre 10.000 analisi all’anno – ha già chiarito che le analisi condotte da Celvia sono completamente inaffidabili, per i seguenti motivi:

– il database di Celvia (composto da 500 mieli, di cui più della metà provenienti dalla sola Estonia, la cui superficie è pari a circa 1/333.333 di quella dei primi cinque Paesi esportatori di miele dell’UE, ndr) non è in alcun modo rappresentativo dell’estrema varietà di mieli distribuiti a livello internazionale e delle loro miscele;

– il metodo utilizzato da Celvia (analisi del DNA dei residui pollinici contenuti nel miele e loro confronto con la limitata banca dati di cui sopra) non è supportato dalle informazioni necessarie per la sua validazione, accreditamento e valutazione scientifica;

– l’idoneità e l’efficacia del metodo nel rilevare l’autenticità del miele è priva dei dati essenziali (ad es. test su miele adulterato con sciroppo di zucchero da piante C4 e C3) sulla base dei quali i metodi di analisi sono stati standardizzati a livello internazionale;

– mancano prove scientifiche sull’idoneità dei criteri identificati (profilo del DNA, quantità o qualità) per trarre conclusioni chiare sull’ipotetica adulterazione del miele;

– le affermazioni secondo cui il “miele adulterato” può essere riconosciuto dalle sole proprietà sensoriali dei campioni, utilizzate anche da Celvia, sono false e inaffidabili. (4)

3) L’inganno virale e i suoi probabili esiti

L’inganno virale sulla presunta “non autenticità” di quasi tutto il miele distribuito in Europa danneggia innanzitutto la fiducia dei consumatori nella sua filiera. Con il rischio di far crollare la domanda di questo alimento naturale e di giustificare la sua sostituzione con altre fonti di zuccheri più economiche da parte dell’industria dolciaria e della panificazione.

I probabili effetti di questa campagna diffamatoria riguarderanno quindi:

– gli apicoltori in Europa. Il timore di frodi alimentari diffuse allontanerà i consumatori e le industrie utilizzatrici dal suo uso, indipendentemente dalla sua origine geografica. Come nel caso dello scandalo della BSE (mucca pazza) in tutta Europa negli anni Novanta;

– gli apicoltori dei Paesi extra-UE, compresi quelli in via di sviluppo, dove l’apicoltura è una risorsa importante per lo sviluppo rurale, sociale, economico e ambientale (biodiversità), oltre che per l’emancipazione femminile;

– la catena agroalimentare europea, dall’azienda agricola alla tavola. La perdita di fiducia nella filiera agricola, nell’industria di trasformazione, nella distribuzione e nel sistema dei controlli pubblici ufficiali causa danni all’intero sistema sociale ed economico. Danni già visti nei più gravi scandali sulla sicurezza alimentare degli ultimi 30 anni nell’UE;

– salute dei consumatori. La sostituzione del miele con zuccheri aggiunti di vario tipo (ad esempio, zucchero, sciroppi ad alto contenuto di fruttosio), dolcificanti artificiali e aromi chimici può contribuire all’assunzione di alimenti ultra-processati e di sostanze che hanno un impatto negativo sulla salute della popolazione.

4) Diffamazione

Le catene di vendita al dettaglio Maxima, Rimi, Lidl e Mere in Lettonia sono state vittime di diffamazione da parte della stampa locale, che ha riportato in una tabella i nomi e le etichette dei mieli da loro commercializzati con la scritta “Non autentico!” in grassetto e in rosso. (1)

I consumatori sono così portati a credere di avere a che fare con alimenti pericolosi o comunque non salutari. Oltre a infangare la reputazione delle stesse catene di vendita al dettaglio e dei loro sistemi di controllo della qualità, che sono soggetti a una rigorosa certificazione.

Questa campagna diffamatoria, portata avanti in tutta Europa, si basa esclusivamente sui risultati dei “test di autenticità” condotti dalla start-up estone Celvia. Che, oltre a essere inaffidabili dal punto di vista scientifico, sono privi di qualsiasi valore forense.

5) Prime reazioni in Lettonia

Maxima Grupė UAB – il più grande datore di lavoro dei Paesi baltici, con 1.599 negozi in Lituania, Lettonia, Estonia, Polonia e Bulgaria e un rating di platino assegnato per tre anni consecutivi dall’Institute for Corporate Sustainability and Responsibility – ha chiarito che:

– si rifornisce di miele solo da fornitori ufficialmente registrati e

– affida le sue analisi al laboratorio certificato Bior, in Lettonia. (2)

Anche il PVD – il Servizio alimentare e veterinario lettone, attraverso il direttore dell’Unità di supervisione dei prodotti vegetali, delle bevande e dell’agricoltura biologica – ha dichiarato che il PVD controlla entrambe le aziende, i confezionatori e i commercianti di miele. Dei 33 campioni prelevati l’anno scorso, tutti soddisfano i requisiti di qualità del miele.

6) Ripristino della legalità e della verità

Il ripristino della legalità e della verità è indispensabile e urgente, su entrambi i fronti:

– utilizzo di soli metodi di analisi ufficiali per verificare la qualità e l’autenticità del miele, nel rispetto delle norme comunitarie e del “principio a cascata”; (5)

– fact-checking, da parte dei giornalisti, prima di diffondere falsi allarmi e notizie diffamatorie su operatori che agiscono nel pieno rispetto della legge.

7) Dove vanno a finire i fondi della Politica Agricola Comune?

Come post scriptum all’analisi precedente, è doverosa una considerazione sul destino finale dei fondi agricoli dell’UE per lo sviluppo rurale ricevuti dalla start-up Celvia di Tartu, in Estonia, per lo sviluppo di un laboratorio – ad oggi non accreditato per le analisi del miele – e la ricerca di un metodo di analisi sperimentale. (6)

Le infrastrutture e le attività finanziate dalla PAC devono servire a sostenere l’economia rurale degli Stati membri, anche fornendo strumenti di ricerca e innovazione. Servirsi di questi strumenti per denigrare un intero settore produttivo è quantomeno discutibile. Tanto più che sembrano mancare rigore scientifico e buona fede.

Dario Dongo

Riferimenti

(1) Study: Real honey sales figures in Latvia not sweet at all. LSM. January 28, 2025 https://tinyurl.com/2s3jx2ea

(2) Daina Zalamame. Beekeepers raise alarm about fake honey imports in Latvia. LSM. February 3, 2025 https://tinyurl.com/yr3j2etp

(3) Dario Dongo. Honey authenticity, mainstream disinformation. FT (Food Times). November 10, 2024

(4) Dario Dongo. ‘Adultered honey’, FoodQS demolishes fake newsFT (Food Times). November 15, 2024

(5) Dario Dongo. Honey Authenticity And Analysis Methods To Be Applied In The EUGHO (Global Honey Organization). December 3, 2024

(6) Authentic honey meets DNA technology. The EU CAP Network https://tinyurl.com/j6hadwmk

 

DARIO DONGO

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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