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Svezia, appello della società civile per il divieto della pubblicità di junk food rivolta ai minori

I rappresentanti della società civile, in Svezia, chiedono al governo di assumere responsabilità sul continuo peggioramento delle condizioni di salute dei minori, causato da diete squilibrate, e vietare la pubblicità di junk food rivolta ai minori (1,2).

Il problema sollevato nel Paese scandinavo è a ben vedere diffuso in ogni Paese del Vecchio Continente, isole incluse. Ed è perciò ora che l’Europa provveda alla riforma della fallimentare Audiovisual Media Services Directive (AMSD).

1) Svezia, malnutrizione diffusa

 La malnutrizione in Svezia è un problema sempre più serio. Un recente sondaggio dell’organizzazione Generation PEP, impegnata nella promozione di uno stile di vita sano e attivo, mostra che solo il 3% dei minori segue una dieta coerente alle linee guida dell’Agenzia alimentare svedese. Solo il 40% di bambini e adolescenti svedesi consuma frutta e/o verdura ogni giorno. I consumi di pesce sono inferiori, quelli di salumi e carni superiori rispetto alle raccomandazioni nutrizionali. (3)

La prevalenza di obesità e sovrappeso cresce con l’aumento dell’età, dal 10% nei bambini di 4 anni fino al 30% dei giovani tra i 16 e 29 anni. Tali condizioni aumentano in misura significativa il malessere psichico e il rischio di contrarre malattie gravi e croniche non trasmissibili (NCDs, Non-Communicable Diseases) come cancro, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Le quali a loro volta rappresentano una delle prime cause di morte prematura, in Svezia come altrove. (4)

2) Influenza della pubblicità sulle scelte alimentari dei minori

Le abitudini alimentari vengono formate in famiglia, nelle mense scolastiche, ma anche attraverso gli stimoli che provengono dalla società. E negli ultimi anni sia l’offerta sul mercato, sia la pubblicità di alimenti ultraprocessati e junk food sono aumentate esponenzialmente. Secondo i dati di UNICEF Svezia e della Heart and Lung Foundation, l’80% di tutta la pubblicità alimentare è relativa a prodotti con profili nutrizionali squilibrati. Un dato in linea con le rilevazioni europee di JRC nell’ormai lontano 2018. (5)

La pubblicità, oltretutto, ha una grande influenza sulle scelte alimentari di bambini e minori. (6) La rassegna scientifica ‘The effect of screen advertising on children diet intake’ (Russel et al., 2019), nel riprendere una serie di studi condotti in vari Paesi, dimostra infatti:

– una relazione causale diretta tra l’esposizione dei bambini alla pubblicità audiovisiva dei prodotti alimentari con profili nutrizionali scadenti e la loro assunzione,

– un aumento medio di 60 kcal/die nell’apporto energetico, nei bambini sottoposti alla sola pubblicità televisiva di junk food. (7) In probabile crescita, con la diffusione capillare di smartphone, social network e ‘online video sharing’.

3) Responsabilità di governo

Le organizzazioni firmatarie dell’appello invocano la responsabilità del governo svedese che deve perciò attivarsi per invertire questo trend malefico. La Svezia aderisce alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, lo Stato ha perciò l’obbligo di garantire norme efficaci per proteggere i bambini dalla commercializzazione di alimenti ad alto contenuto energetico e profili nutrizionali squilibrati.

Nel 1991 la Svezia aveva vietato la pubblicità audiovisiva rivolta ai bambini fino ai 12 anni, considerando però soltanto i media radio e televisivi. Questa legge è stata però superata dall’evoluzione tecnologica e il cambiamento radicale delle abitudini sociali avvenuti negli ultimi tre decenni. Oggi infatti i minori sono bersaglio di pubblicità attraverso il web e i social media, oltre alle sponsorizzazioni di eventi sportivi.

Il governo svedese deve dunque impegnarsi a rivedere e aggiornare la normativa, affinché essa sia efficace a proteggere la salute dei minori. Tale richiesta corrisponde tra l’altro alla diffusa consapevolezza e opinione dei genitori di bambini. Il 67% dei quali, in un sondaggio condotto in Svezia dalla Fondazione ‘Heart and Lung’, afferma che i propri figli sono influenzati nelle scelte alimentari dalle pubblicità che dovrebbero perciò venire sottoposte a restrizioni.

4) Prospettive svedesi

Livsmedelsverket, l’Agenzia alimentare svedese, ha richiesto l’aiuto dei cittadini – con un approccio di citizen science (8) – per identificare gli strumenti utili a promuovere consumi alimentari sani e sostenibili, per la salute umana e dell’ambiente.

Un panel di 60 cittadini si è confrontato con gli esperti dell’Agenzia, nel 2023, in vari gruppi di lavoro che considerano anche l’influenza del marketing sui consumi alimentari, per proporre suggerimenti che il governo avrà responsabilità di attuare. (9)

La Svezia, quantomeno, è uno dei Paesi del Vecchio Continente ove già da decenni si applica il ‘keyhole system’, un FOPNL (Front-of-Pack Nutrition Labelling), sotto alcuni aspetti simile al Nutriscore. I suoi consumatori hanno così la possibilità di vedere in etichetta i profili nutrizionali degli alimenti. (10)

5) Audiovisual Media Services Directive, il guaio europeo irrisolto

Le organizzazioni della società civile in Svezia hanno il merito di affermare una posizione chiara e senza compromessi, la salute pubblica deve prevalere sul lucroso business dei produttori di cibo spazzatura e dell’industria pubblicitaria a loro servizio. Non altrettanto accade in Paesi come l’Italia, ove obesità e sovrappeso di bambini e minori sono altrettanto diffuse ma le organizzazioni dei consumatori sono silenti, quando non a loro volta sponsorizzate da Big Food.

La persistenza in Europa del marketing predatorio di junk food – che UNICEF aveva denunciato già nel 2019, a livello globale (11) – dimostra il completo fallimento della Audiovisual Media Services Directive (AMSD) a proteggere i minori, come si è già osservato. (12) E le risposte dei singoli Stati – già attuate in UK, annunciate in Germania e invocate in Francia (13,14,15) – non possono risolvere la crisi di salute pubblica che si registra nell’intera macro-regione, come attestato da WHO Europe. (16)

Servono limiti cogenti e uniformi nel mercato unico europeo, monitoraggio del ‘marketing to kids’ e dei profili nutrizionali degli alimenti pubblicizzati con ogni strumento online e offline (incluse le piattaforme di ‘online video sharing’ e ‘social media’), rendicontazione obbligatoria da parte degli operatori nel criterio S (Social) tra gli ESG, nei bilanci di due diligence. (17)

Dario Dongo e Alessandra Mei

Note

(1) I firmatari dell’appello in Svezia sono:

– Ulrika Årehed Kågström, segretaria generale della Fondazione per il Cancro
– Kristina Sparreljung, segretaria generale della Fondazione Cuore-Polmone
– Jan Bergtoft, segretario generale per i Consumatori svedesi
– Pernilla Baralt, segretaria generale di UNICEF Svezia

(2) Vietare la pubblicità di cibi poco salutari ai bambini e ai giovani. Sydsvenskan. 1.1.24 http://tinyurl.com/3j8mf9y8

(3) Rapporto Generation PEP http://tinyurl.com/2k2s36vf

(4) Sovrappeso e obesità. Autorità sanitaria pubblica della Svezia http://tinyurl.com/58y6tsv8

(5) Marta Strinati. Alimenti per bambini, il 68% è junk food. Ricerca europea. GIFT (Great Italian Food Trade). 30.10.19

(6) Marta Strinati. L’effetto healthy del divieto di pubblicità di junk food sui bus di Londra. GIFT (Great Italian Food Trade). 21.02.22

(7) Simon J Russel, Helen Croker, Russel M Viner. The effect of screen advertising on children’s dietary intake: a systematic review and meta-analysis. Obesity Reviews. 21.12.18 https://doi.org/10.1111/obr.12812

(8) ECSA (European Citizen Science Association). 2015. Ten Principles of Citizen Science. Berlin http://doi.org/10.17605/OSF.IO/XPR2N

(9) Livsmedelsverket (Swedish Food Agency). Il gruppo di cittadini ha fornito suggerimenti su come nutrirsi in modo sano e sostenibile. 15.6.23 http://tinyurl.com/2m9b3y69

(10) Pitt S, Julin B, Øvrebø B, Wolk A. Front-of-Pack Nutrition Labels: Comparing the Nordic Keyhole and Nutri-Score in a Swedish Context. Nutrients. 2023; 15(4):873. https://doi.org/10.3390/nu15040873

(11) Dario Dongo, Sabrina Bergamini. Clima, marketing predatorio e salute dei bambini. Rapporto Unicef. GIFT (Great Italian Food Trade). 21.2.20

(12) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. ‘Audiovisual Media Services Directive’ e tutela dei minori dal marketing di cibo spazzatura. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.11.23

(13) Dario Dongo. Inghilterra, stop alla pubblicità di cibo spazzatura grazie allo Health and Care Bill. GIFT (Great Italian Food Trade). 2.5.22

(14) Marta Strinati. La Germania verso nuovi limiti al marketing di cibo-spazzatura per bambini. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.3.23

(15) Marta Strinati. Francia, 50mila firme contro il marketing del cibo spazzatura. GIFT (Great Italian Food Trade). 5.11.23

(16) Sabrina Bergamini, Dario Dongo. Obesità, obesità infantile e marketing. Rapporto WHO Europe 2022. GIFT (Great Italian Food Trade). 16.6.22

(17) Dario Dongo. Bilancio di sostenibilità, ESG e due diligence. GIFT (Great Italian Food Trade). 18.7.22

Alessandra Mei

Laureata in Giurisprudenza all'Università di Bologna, ha frequentato il Master in Food Law presso la stessa Università. Partecipa alla squadra di WIISE srl benefit dedicandosi ai progetti europei e internazionali di ricerca e innovazione.

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