Si è affrontato di recente il tema della responsabilità della GDO sull’informazione al consumatore, oltreché sulla sicurezza alimentare. Reportage dal supermarket da incubo di Auchan–Simply in Roma centro, Viale Marconi.
Alimenti scaduti
Gli alimenti rapidamente deperibili dal punto di vista microbiologico sono soggetti a data di scadenza, obbligatoria in etichetta.
I prodotti di quarta gamma, tra gli altri, sono soggetti a data di scadenza. Che si distingue per la dicitura ‘da consumarsi entro’, seguita da giorno e mese entro cui l’alimento può venire consumato in condizioni di sicurezza.
L’alimento scaduto si qualifica a rischio per presunzione giuridica assoluta, ex lege, (1) che non ammette prova contraria. Ed è perciò soggetto alle doverose azioni correttive previste dal General Food Law. Vale a dire ritiro commerciale immediato, notifica all’autorità sanitaria competente, informazione ai consumatori in caso il prodotto abbia raggiunto gli scaffali, richiamo pubblico quando ogni altra azione non sia idonea a garantire un elevato livello di sicurezza alimentare. (2)
L’insalata biologica in busta a marchio Auchan, nel banco frigo del supermercato da incubo di Viale Marconi, è però scaduta il giorno prima del nostro reportage odierno (v. foto). E l’insalata bio in busta che abbiamo acquistato – sebbene non scaduta – è comunque deperita, in parte putrefatta, inidonea al consumo umano. (3) Presumibilmente a causa delle condizioni di conservazione inidonee, o comunque di un’interruzione della catena del freddo.
Alimenti a rischio
La valutazione del rischio sull’alimento – in entrambi i casi di effettivo pericolo (da accertare mediante analisi microbiologiche) e di inidoneità al consumo umano – postula un’analisi concreta delle condizioni relative al singolo prodotto.
Il reportage nel supermarket da incubo in Roma centro si sofferma su una coppia di hamburger bio preincartati a marchio ‘La Macelleria Auchan’. Sebbene la scadenza coincida con il giorno della nostra visita serale alle ore 20, l’esame visivo della carne – di colore grigiastro, in opposizione a quello roseo di identica referenza più ‘fresca’ (vedasi foto a raffronto) – induce ragionevoli dubbi sull’idoneità del prodotto al consumo.
Etichette fuorilegge
L’attenzione cade sul barattolo ‘Mix Colazione – Equilibrio, con mirtilli e bacche di gagji’ a marchio Auchan.
La legalità cade altrettanto miseramente, poiché l’etichetta in esame presenta gravi non-conformità in palese violazione delle norme applicabili. Un paio di cenni:
– il termine ‘Equilibrio’, riferito a un alimento presentato come superfood (in ragione del richiamo a ingredienti quali mirtilli e goji, oltreché all’immagine di un cucchiaio che pare suggerire una ‘dose di salute’) si qualifica come indicazione generica che suggerisce una relazione tra il consumo del prodotto e un beneficio per la salute,
– l’indicazione generica di cui sopra non è tuttavia suffragata, come invece doveroso, da alcuna indicazione specifica sulla salute (o quantomeno nutrizionale), come invece prescritto dal regolamento Nutrition & Health Claims, (4)
– gli ingredienti caratteristici ‘mirtilli rossi disidratati’ (5) e ‘mirtilli neri disidratati’ sono in realtà ingredienti composti, che a loro volta comprendono zucchero e olio di girasole. Tuttavia mancano sia l’indicazione completa dei loro ingredienti (che devono venire esposti in ordine decrescente di peso), sia le quantità degli ingredienti evidenziati, (6)
– l’indicazione degli allergeni è in tutta evidenza fuorilegge. Laddove si indica ‘Può contenere (…) altra frutta a guscio’, in luogo dei singoli ingredienti che possono causare reazioni allergiche e devono perciò venire specificamente indicati, come la stessa Commissione europea ha confermato nel 2017 in apposite Linee Guida.
Responsabilità
Le tre fattispecie esposte nel nostro breve reportage evidenziano responsabilità in ambito penale (legge 283/62, articolo 5, senza escludere la ricorrenza dei delitti di cui agli articoli 444 o 452 del codice penale).
Si configurano altresì violazioni di norme punite con sanzioni amministrative, in ragione dei d.lgs. 231/17 e d.lgs. 27/17.
Da Parigi a Roma, il sistema non funziona e le procedure devono venire aggiornate. Si auspica altresì una maggiore vigilanza delle autorità sanitarie, le quali dovrebbero altresì verificare le condizioni igieniche di un supermarket da incubo che già all’ingresso si presenta, quantomeno, come indecoroso (vedasi foto di ‘benvenuto’, un eufemismo).
Dario Dongo
Note
(1) V. reg. UE 1169/11, articolo 24.1. ‘Successivamente alla data di scadenza un alimento è considerato a rischio a norma dell’articolo 14, paragrafi da 2 a 5, del reg. CE 178/02.’
(2) Cfr. reg. CE 178/02, articolo 19
(3) Gli alimenti inadatto al consumo umano, si ricorda, si qualificano a loro volta a rischio, ai sensi del reg. CE 178/02, articolo 14, comma 2.b, 4, 5
(4) Si veda il reg. CE 1924/06, articolo 10.3
(5) Mirtilli rossi? Una denominazione di per sé dubbia. Si riferisce probabilmente ai cranberries nordamericani, che non corrispondono alla natura dei mirtilli come intesi dal consumatore italiano medio
(6) In entrambi i casi il QUID (Quantity of Ingredients Declaration) è invero riferito a ingredienti composti, che comprendono zucchero e olio di girasole. Anziché, come doveroso, ai mirtilli evidenziati sul fronte etichetta, in parole e rappresentazione grafica. Si veda il reg. UE 1169/11, articolo 22
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.