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Stop alla speculazione sul cibo. Petizione Foodwatch

In vista del G20, a Bali il 15-16.11.22, Foodwatch invita a sostenere la petizione volta a chiedere un freno alla speculazione sul cibo. (1) Mentre gli investitori guadagnano soldi scommettendo su mais e grano sul mercato azionario, altri non possono più permettersi cibo di base.

Speculazione sul cibo, lo sprint della guerra

Dall’invasione dell’Ucraina, la speculazione sulle materie prime agricole è cresciuta notevolmente. Solo nei primi giorni di guerra, miliardi di euro e dollari sono confluiti in fondi che speculano sui prodotti alimentari (2).

Questo fenomeno sta facendo salire i prezzi dei generi alimentari in modo pericoloso: sul mercato mondiale, il grano costa già circa il 50 per cento in più rispetto all’inizio dell’anno (3).

Stanno davvero scommettendo sulla fame e la stanno esacerbando, Olivier de Schutter, ex relatore delle Nazioni Unite sul diritto al cibo. (4)

Aumenta il rischio fame

Mentre la speculazione infuria, emergono gli allarmi sul rischio di affamare le popolazioni dei paesi svantaggiati. Etiopia, Nigeria, Sud Sudan e Yemen sono al livello più alto di allerta. E l’ONU avverte che 750.000 persone sono a rischio di fame [5].

Le cause sono molteplici e in parte difficili da risolvere, come ricordato anche nel rapporto di iPES Food.  I cambiamenti climatici, la siccità, la guerra e la pandemia Covid sono tutti fattori scatenanti. Tuttavia, l’inasprimento della crisi dovuto al gioco d’azzardo sui mercati azionari può essere fermato subito.

La petizione per dire basta alla speculazione sul cibo

Gli effetti della speculazione sui prezzi dei generi alimentari e sull’inasprimento della crisi della fame, tuttavia, non sono ancora nell’agenda dei capi di Stato del G20 e della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, attesi al vertice di Bali.

Affinché lo diventino, Foodwatch invita a firmare la petizione avviata a giugno scorso e già sottoscritta da 75.000 cittadini europei.

L’iniziativa chiede ai politici di attivarsi immediatamente su tre azioni:

  • limitare fortemente la quantità di futures su materie prime alimentari,
  • escludere gli investitori istituzionali e i fondi comuni di investimento dal settore delle materie prime alimentari,
  • aumentare la trasparenza nei mercati.

Il testo della petizione è disponibile su https://www.foodwatch.org/en/signer/restrict-food-speculation-feed-people-not-banks/.

Note

(1) Welthungerhilfe, ‘Hunger: Verbreitung, Ursachen & Folgen’. ht‍tp‍s://w‍w‍w.wel‍thung‍erhilfe.d‍e/hunger

(2) Lighthouse reports, ‘’The hunger profiteers’. h‍tt‍p‍s:/‍/ww‍w.lighthousereports.n‍l‍/investigatio‍n/the-hunger-p‍rofiteers/

(3) Institute for Agriculture & Trade Policy, ‘Wheat futures prices and the war on regulation’. ht‍tp‍s:‍//w‍ww.iatp‍.or‍g/wheat-f‍utures-prices-and-war-reg‍ulation

(4) The Wire, ‘Betting on Hunger’: Market Speculation Is Contributing to Global Food Insecurity. ht‍tps://‍thewire.i‍n/ec‍onomy/spec‍ulation-is-contributing-to-global-food-ins‍ecurity-significantl‍y

(5) United Nations, ‘Overlapping crises push millions into ‘extreme levels of acute food insecurity’’. ht‍tps‍://n‍ews.u‍n.or‍g/e‍n/st‍ory/2022/06‍/1119752

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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