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Risotto all’olio di palma e dado di palma Knorr. Buycott!

Il risotto all’olio di palma non si immagina né si sospetta. Eppure è la regola in casa Knorr e non v’è da stupirsi, conoscendone il proprietario. Unilever, un secolo di tradizione nello sfruttamento degli schiavi per produrre il grasso tropicale nelle terre loro rapinate da Leopoldo II, dittatore del Congo belga. Buycott!

Risotto Knorr all’olio di palma

L’olio di palma è un ingrediente ubiquitario nella linea del risotto Knorr preparato in busta. Si trova nella ‘Risotteria alla milanese’ (!) e alla ‘parmigiana’, nel risotto ‘vegetariano’ come in quelli alla zucca, ai funghi, agli asparagi, al pomodoro e agli spinaci. Addirittura nei risotti di pesce, ai gamberetti e alla pescatora.

Un obbrobrio che non ha nulla a che vedere con la tradizione del risotto, piatto tipico italiano da sempre realizzato con burro e/o olio d’oliva, preferibilmente extra vergine (EVOO). Ma ‘il numero 1 nei risotti’ – così recita Unilever, in base ai ‘dati di vendita Nielsen a volume a totale Italia esclusi i Discount (AT 11/2015)’ – evidentemente confida nella disattenzione dei consumatori.

Dado di palma Knorr

Il dado di palma Knorr le supera tutte. Si prenda il ‘Classico’ ad esempio. 2,8 grammi di sale per porzione, – pari al 56% della soglia giornaliera che l’OMS raccomanda di non superare (5 g/die, per gli adulti) – e il 60% di grassi saturi sui grassi totali. Ma il marketing va oltre, nella direzione dell’inganno totale.

‘Da sempre Knorr produce i suoi Dadi con cura, utilizzando solo ingredienti di qualità, scelti attentamente per ottenere un brodo dal gusto inconfondibile!’

In cima alla lista degli ingredienti figurano ‘sale, grassi vegetali (palma, burro di karité, burro di sal), esaltatori di sapidità: glutammato monosodico’. È dove sarebbe la ‘qualità’, nella scelta di sale, grassi scadenti, glutammato?

La scelta della multinazionale – che formalmente vanta impegni per la sostenibilità – di continuare a impiegare un grasso estraneo alle tradizioni alimentari europee è ormai un’eccezione. Le alternative a base di olio di oliva e di girasole abbondano, anche tra i risotti pronti.

Buycott!

Olio di palma, soia OGM e carni americane costituiscono le prime cause di rapine delle terre (land grabbing) e deforestazioni a livello planetario. Il grasso tropicale si distingue altresì per lo sfruttamento minorile e dei lavoratori sottoposto a condizioni prossime alla schiavitù. Interrompere la domanda di queste materie prime è essenziale e richiede l’attenzione di tutti.

Rinnoviamo l’invito ai nostri lettori a leggere con attenzione le etichette alimentari e scartare i prodotti che contengano olio di palma. Ed è sempre apprezzato l’appoggio all’iniziativa di Égalité contro questi ingredienti insostenibili, sostenuta dal nostro sito GIFT come da Legambiente, Unione Comuni Virtuosi, European Consumers, CALG (Coalition Against Land Grabbing), rete Humus, su https://www.egalite.org/buycott-petizione/

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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