Calano i piatti pronti e il caffè macinato svetta per la prima volta in classifica, assieme agli ingredienti base. Gli under 40 scoprono il piacere di cucinare. Gli italiani vogliono risparmiare, ma chiedono cibi locali, salutari e sicuri. Conditi di sostenibilità ambientale e sociale. I nuovi trend alimentari degli italiani costretti alla convivenza con la pandemia da Covid-19 sono descritti dal Rapporto Coop 2020, presentato il 10.9.20. (1)
Vivere nella bolla
Gli stili alimentari sono solo un fotogramma della profonda trasformazione vissuta dagli italiani a causa del nuovo coronavirus. ‘Vivere in una bolla’ è la rappresentazione del momento che stiamo sperimentando. Segnati dalle perdite – di vite umane, abitudini, progetti – viviamo la crisi economica più grave dal dopoguerra. ‘Una crisi che ha rubato il nostro futuro, l’ha cambiato e ancora non sappiamo come ricostruirlo‘, sintetizza Albino Russo, direttore generale di Ancc-Coop.
Tra le tendenze che emergono è forte il concetto della casa come comfort zone elettiva, la bolla per eccellenza. Invece che a concerti, cinema o altri eventi all’esterno, è qui che vogliamo trasferire i servizi che compravamo fuori. Cucina, giardinaggio, orto, bricolage, uncinetto. Attività che piacciono e fanno risparmiare denaro.
Vivere a km0
Il lockdown ha ridotto gli spostamenti alle emergenze entro i 200 metri dall’abitazione. Il lavoro in smart working, i consumi limitati a poche categorie di beni, la spesa alimentare sotto casa ovvero online hanno mostrato i vantaggi di una vita a km0. Gli italiani che vorrebbero abitare nei centri minori sono così in aumento, 4,5 milioni aspirano a trasferirsi in piccole città, con servizi raggiungibili in 15 minuti. Oltre il doppio di quelli ancora attratti dalle metropoli (2 milioni).
I consumi ripiegano quindi verso casa. Le bollette delle utenze, di luce e riscaldamento in primis, sono aumentate anche per via dello smart working. E nella ‘bolla domestica’ un nuovo spazio è dedicato al fai-da-te, dalle piccole riparazioni alla cucina e il convivio.
I nuovi stili alimentari
La carenza di lievito per pane e dolci esplosa durante il lockdown la dice lunga sui nuovi stili alimentari che si vanno consolidando. Si va meno al ristorante, per timore di contagi (ed esigenze di risparmio, aggiungiamo noi), e si cucina in casa. Calano gli acquisti di cibi pronti (-2,2%) e crescono quelli degli ingredienti base (+28,5%). Chi non ha tempo o voglia di cucinare si affida piuttosto al food delivery.
Questa tendenza potrebbe protrarsi anche al 2021. Quasi un terzo degli italiani prevede di dedicare più tempo alla preparazione dei pasti. Sia per nutrirsi in modo salutare (33%), sia per evitare il contagio (16%). Ed è così che raddoppiano le vendite dei robot da cucina (+111% le vendite a giugno).
Ecommerce, illegalità e inefficienze a caro prezzo
L’ecommerce alimentare (egrocery) cresce parecchio. Raddoppia in particolare il ricorso al sistema misto – con ordine a distanza e ritiro nel punto vendita (click & collect), ora il 15,6% delle vendite online. Rimangono però da risolvere alcuni gravi problemi:
– gravi inefficienze sperimentate durante il lockdown, a cui si accompagna la tuttora scarsa copertura geografica delle consegne,
– disattenzione verso anziani e disabili, sebbene essi complessivamente rappresentino quasi un terzo della popolazione italiana,
– illegalità diffusa, per carenza di informazioni essenziali quali l’origine di frutta e verdura, come abbiamo più volte denunciato all’Antitrust.
Il caro prezzo, +25% in media rispetto al retail fisico (marzo-giugno 2020), è la ciliegina sulla torta. A riprova che i grandi player dell’ecommerce alimentare hanno fondato la loro strategia su un target di consumatori ‘privilegiati’ dal punto di vista reddituale (ed è così il 53% della clientela abituale), nei grandi centri urbani. Speculazione e discriminazione.
Risparmiare ma non troppo
Il risparmio interessa, per molti è una necessità, eppure non domina le scelte alimentari. Il carrello della spesa non è più la voce da cui risparmiare per estrarre le spese extra per le vacanze, come accadeva nelle precedenti crisi economiche. Forse anche perché le fantasie vacanziere sono state drasticamente ridimensionate proprio a causa del nuovo coronavirus.
Solo il 31% dei consumatori italiani intervistati dichiara di voler risparmiare sul cibo confezionato, a fronte del 37% medio in UE (40% in Germania). Un dato decisamente inferiore al 50% registrato lo scorso anno e al 57% del 2013 (anno in cui l’Italia era in piena crisi economica con un PIL a -1,8% rispetto all’anno precedente). Una volta conclusa l’emergenza sanitaria, addirittura, solo il 18% degli intervistati prevede risparmi sulla spesa. Inguaribile ottimismo.
Cibo locale e sostenibile
1 italiano su 2 cerca cibo 100% made in Italy, possibilmente locale e da piccole realtà produttive. E chiede che sia realizzato nel rispetto dell’ambiente e dei diritti sociali. In due parole, filiera corta. Il desiderio di una spesa sostenibile è così forte da tradursi nella disponibilità a spendere qualcosa di più – entro i limiti del ragionevole, come dimostrato anche nel recente studio condotto da Becchetti et al. (2020) proprio nei supermercati toscani di Coop. Nonostante la crisi economica in atto, che colpisce l’Italia più di altri Paesi europei.
L’attenzione alla sostenibilità si esprime nei seguenti dati:
– in era Covid-19, aumenta del 27% la platea dei consumatori italiani che acquistano prodotti sostenibili/ecofriendly (a seguire i consumatori francesi e spagnoli, +18%),
– il 21% ha aumentato gli acquisti in punti vendita che promuovono prodotti sostenibili (così pure il 17% degli americani e il 15% dei tedeschi),
– il 20% acquista di più da aziende che operano nel rispetto dei lavoratori (con il caporalato sempre in agguato, anche alle porte di Milano come è emerso nello scandalo StraBerry.
Gli imballaggi invece, purtroppo, hanno segnato gli acquisti alimentari in era Covid. L’estate appena trascorsa il cibo confezionato cresce a un ritmo più che doppio rispetto all’intero comparto alimentare. +2,3% vs. +0,5% (da giugno a metà agosto 2020, a raffronto con lo stesso periodo nel 2019), riferisce il Rapporto Coop.
La strana estate della GDO
Lo stravolgimento della vita degli italiani si riflette nell’andamento della distribuzione alimentare. Da giugno ad agosto, in fase 2 dopo il lockdown, la GDO ha sperimentato novità inattese. La canalizzazione delle vendite ha registrato un indebolimento delle grandi superfici, a causa del corto raggio della mobilità consentita. Le ristrettezze reali e attese, anche dal punto di vista economico, hanno premiato i discount. E l’isolamento domiciliare ha favorito il canale digitale ma anche gli agricoltori e i negozii tradizionali, più vicini a casa e spesso pronti a reinventarsi con le consegne a domicilio. Si cerca il risparmio, senza cedere su qualità e sostenibilità.
Sull’ossimoro di qualità e sostenibilità a basso prezzo, Coop non teme confronti. ‘Gli italiani sono più preoccupati sul futuro in confronto agli altri europei. Tutti gli operatori devono rassicurarli e tutelarne il potere d’acquisto in sintonia con la qualità. L’Italia deve recuperare in efficienza e produttività, per fornire alimenti buoni, sani e sicuri a prezzi giusti. Come Coop dobbiamo proseguire su sicurezza ambiente ed etica‘, spiega Maura Latini, amministratore delegato di Coop Italia.
‘Noi stiamo scommettendo sull’offerta di prodotti di qualità, green e sostenibili anche a prezzo basso. Un carrello accessibile anche a chi non ha un buon reddito. Visto che arrivano risorse e da un neoliberismo mascherato arriva il new green deal, credo che si debba chiedere alla politica e alle istituzioni di sostenere questi consumi con una politica fiscale ad hoc. È una delle cose che si possono fare nei momenti di svolta, come quello che stiamo vivendo’ (Marco Pedroni, presidente di Coop Italia).
Per approfondimenti in merito all’impatto di Covid-19 nella filiera agroalimentare from farm to fork e le prospettive all’orizzonte si richiama il secondo ebook, Società, della nostra trilogia ‘COVID-19, l’ABC’. Su https://www.greatitalianfoodtrade.it/covid-19-abc-volume-ii-società
Marta Strinati e Dario Dongo
Note
(1) L’edizione 2020 del Rapporto Coop, oltre alle fonti di solito utilizzate, si è avvalsa dei due sondaggi ‘Italia 2021, il Next Normal degli italiani’, condotti ad agosto 2020. La prima survey ha coinvolto un campione di 2000 italiani rappresentativo della popolazione over 18. La seconda si è rivolta alla community del sito di italiani.coop e ha coinvolto 700 opinion leader e market maker fruitori delle passate edizioni del Rapporto. Tra questi sono stati selezionati 280 soggetti (imprenditori, amministratori delegati e direttori, liberi professionisti) in grado di anticipare più di altri le tendenze future del Paese. Il Rapporto Coop è scaricabile a questo link