HomeConsum-attoriPuro e ‘100% naturale’ con glifosato? Consumatori USA contro Twinings

Puro e ‘100% naturale’ con glifosato? Consumatori USA contro Twinings

Definire ‘Puro’ e ‘100% naturale’ un tè contenente residui di agrotossici è pubblicità ingannevole.  Per questo, Organic Consumers Association  (OCA), l’associazione che rappresenta i consumatori di alimenti biologici in USA,  ha denunciato  Twinings  North America Inc. e la capogruppo  Associated British Foods  PLC. (1)

Tè verde al glifosato

Le etichette  Twinings incriminate  sono quelle del tè verde, – descritto come ‘puro’ – e del tè verde alla menta, ove si reclamano ingredienti ‘100% naturali’.  Notizie false, secondo gli attivisti di  Organic Consumer Association  (OCA), che rappresenta oltre un milione di consumatori negli Stati Uniti e altri due milioni in altri Paesi.

Le analisi di laboratorio  rivelano infatti che i due tè a marchio Twinings sono contaminati dai residui di ben tre agrotossici:

– il glifosato, famigerato erbicida ideato da Monsanto e classificato dallo IARC come potenziale cancerogeno, è stato rilevato in misura pari a 0,332 mg/kg,

– l’insetticida  thiacloprid, un neonecotinoide, è presente in oltre 0,148 mg/kg,

– l’insetticida piretroide bifentrin  (bifenthrin) è a sua volta residuato in quantità pari a 0,288 mg/kg.

‘Naturale’, ambiguità e inganni

La specifica tecnica  ISO/TS 19657 –  nel fornire  ‘Definizioni e criteri tecnici per gli ingredienti alimentari da considerare naturali’  – esclude espressamente dal proprio campo di applicazione ogni riferimento del termine naturale a:

– sicurezza alimentare e ambientale,

pratiche agricole,

OGM, vecchi e nuovi.

Le  lobby  di  Big Food  sono finora riuscite a impedire che l’utilizzo dell’aggettivo ‘naturale’ venisse soggetto ad apposite regole. Facendolo escludere, tra l’altro, dalla lista delle parole vietate – come invece ‘bio’, ‘eco’, ‘organic’ – che è rigorosamente vietato impiegare in etichetta e pubblicità di alimenti non certificati come biologici (Nota: Cfr. reg. 2018/848, articolo 30).

L’Oxford Dictionary  – dizionario  della lingua inglese  per eccellenza – attribuisce del resto la parola ‘nature’ a ‘all the plants, animals and things that exist in the universe that are not made by people’.  Non è dunque necessaria una disciplina specifica per inferire l’ingannevolezza  del termine naturale, allorché riferito a derrate agricole (sia pure minimamente trasformate) ottenute con  pesticidi  di sintesi chimica.

La denuncia di Organic Consumers Association

Nessun consumatore ragionevole  che legga le parole ‘puro’ e ‘ingredienti 100% naturali’ – sia sulle confezioni, sia nelle comunicazioni pubblicitarie e nel sito aziendale – potrebbe immaginare che tali prodotti contengano residui di glifosato e insetticidi di sintesi chimica‘, spiega Ronnie Cummins, co-fondatore e direttore internazionale dell’OCA. (2)

I consumatori attenti alla salute  si affidano alle etichette e alle comunicazioni diffuse  on line, anche nei siti aziendali, per compiere scelte di acquisto consapevoli. Di conseguenza, prosegue Cummins, ‘Twinings dovrebbe rivedere la filiera di approvvigionamento in modo che i suoi prodotti siano effettivamente ‘puri’ e ‘naturali al 100%’. O interrompere la pubblicità ingannevole’.

La gravità dell’inganno, secondo OCA, è dimostrata dal fatto che i consumatori – indotti in confusione sulla declamata ‘purezza’ e ‘naturalità’ dei tè verdi Twinings – li acquistano anche  a prezzi più elevati dei prodotti della concorrenza.

Marta Strinati e Dario Dongo

Note
(1) Superior Court of the District Of Columbia Civil Division, Organic Consumers Association, 6771 South Silver Hill Drive, Finland, Mn 55603, Plaintiff, V. Twinings North America, Inc., 777 Passaic Avenue, Suite 230, Clifton, Nj 07012, And Associated British Foods Plc, 10 Grosvenor Street, London, W1k 4qy United Kingdom,
(2)  https://www.prnewswire.com/news-releases/organic-consumers-association-sues-twinings-tea-for-false-and-misleading-advertising-300881880.html

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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