HomeConsum-attoriPesticidi nella tazza di tè e tisane. Test su 48 prodotti

Pesticidi nella tazza di tè e tisane. Test su 48 prodotti

Fino a 16 diversi pesticidi ‘inquinano’ tè e tisane, oltre a tracce di insetti, plastica e peli di roditori. È il risultato del test condotto dalla rivista 60 millions de consommateurs su 48 prodotti a scaffale dei supermercati. (1)

Gli esperti del mensile dei consumatori francesi hanno selezionato ancora una volta – dopo 5 anni da una precedente inchiesta sul tema (1) – diverse marche di tè nero, tè verde alla menta e due tisane, una di verbena, l’altra detox.

Accanto ai marchi dei distributori francesi, il campione include le marche industriali più note, disponibili anche in Italia: Auchan, Twinings, Lipton, Clipper, Lord Nelson di Lidl (vedi tabella a piè di pagina).

Pesticidi vietati in Europa

La ricerca di pesticidi (770 molecole) ha rintracciato in 8 campioni di tè 3 neonecotinoidi, altri 3 insetticidi e un fungicida vietati in Europa.

Il risultato peggiore è dei tè verdi alla menta. 5 prodotti su 12 contengono residui oltre la soglia massima consentita.

Il peggiore è il tè verde Cotterley di Intermarché, che contiene residui di 4 pesticidi non autorizzati, due neonecotinoidi (acetamiprid e thiacloprid) e due altri insetticidi chlorfenapyr e bifenthrin). Seguono il prodotto Britley di E. Leclerc (3 residui) e Twinings (2 residui).

Nei tè neri si trova un pesticida vietato in Europa in 3 prodotti: Auchan, U e Twinings.

Lo stesso avviene nella tisana detox di Lipton. Salvo questa eccezione negativa, le tisane risultano più ‘pulite’, forse perché raccolte in ambiente naturale. Quelle selezionate provengono da Francia e Marocco.

Solo i tè bio non contengono alcun residuo di pesticidi.

Glifosato nel 30% del campione

Le analisi hanno anche accertato la presenza di residui di agrotossici autorizzati nella UE ancora per un paio di anni. Il glifosato, l’erbicida più usato, ha l’autorizzazione d’impiego in scadenza a fine 2022. La sua tossicità per i consumatori è stata invece sottovalutata, a tutt’oggi, dalle istituzioni. Al contrario, la tossicità a carico dei lavoratori agricoli è ormai accertata, come dichiarato dall’ONU (2017) e dalle cause che in USA hanno condotto a risarcimenti milionari di lavoratori malati di cancro.

Il glifosato è stato rintracciato nel 30% dei prodotti analizzati. Primi per contaminazione sono i tè neri, 11 su 16. Se ne trova anche nel tè verde Lipton e in 5 infusi a base di verbena: Elephant, Carrefour, Tisea, Casino bio e Lord Nelson di Lidl. Quest’ultima contiene anche anche molecole problematiche, come l’antrachinone, irritante e lassativa. Le imprese interpellate da 60 millions de consummateurs hanno dichiarato che il loro fornitori non impiegano pesticidi a base di antrachinone. La sua presenza potrebbe derivare, a loro dire, dalla fase di essiccazione delle foglie che ne favorisce la formazione naturale.

Corpi estranei

Altro elemento sgradevole è la presenza di corpi estranei. Fa poco piacere sapere della presenza di frammenti di plastica o di pietra, insetti interi o parziali e peli di roditori. E tuttavia, a parte la repulsione, si tratta di ‘inquinanti’ innocui per l’uomo.

La quasi totalità delle impurità è di natura biologica, con le referenze bio più interessate dalla presenza di insetti interi o in parti. Meno interessati sono i tè neri, molto di più gli infusi, dove sono stati trovati anche peli di roditori. La preminenza dei prodotti bio tra i campioni con tracce biologiche è collegata al mancato impiego di agrotossici, oltre che all’ambiente selvatico della raccolta delle erbe.

Meno gradevole è la presenza di frammenti di roccia e plastica, soprattutto negli infusi di verbena. Quanto alla plastica, si ipotizza che i frammenti ritrovati provengano dai sacchi di trasporto delle erbe.

Metalli pesanti

La ricerca di metalli pesanti si è risolta positivamente. Arsenico, cadmio e piombo sono presenti solo in tracce, con rischi sanitari pressoché nulli.

La presenza di metalli pesanti è regolata solo per il tè, non per gli infusi. E nel campione, un solo prodotto – la tisana detox di Nutrisanté – contiene quantità di mercurio rilevabili, sebbene sotto la soglia limite.

Alcaloidi cancerogeni

Più importante è la presenza di alcaloidi pirrolizidinici (AP), molecole che le piante sviluppano per difendersi dagli erbivori. Una parte di queste sostanze è infatti riconosciuta come cancerogena nel lungo termine.

Per alcuni di questi alcaloidi da luglio 2022 entrano in vigore limiti più restrittivi: 150 microgrammi per kg. Così prevede il regolamento (UE) 2020/2040, che tuttavia introduce un periodo transitorio fino al 31.12.23.

Questo (nuovo) limite viene superato da due prodotti: il tè verde La Vie Claire (3.900 microgrammi per kg) e – a grande distanza – il tè nero Auchan (200 microgrammi per kg).

Circa la metà degli altri tè neri sono interessati dalla presenza di questi alcaloidi, con quantità comprese tra 5,6 e 100 microgrammi per kg (per il Rich Earl Grey di Lipton).

I polifenoli, segno di qualità

I polifenoli sono presenti soprattutto nel tè fresco, vale a dire il tè verde. Sono molto apprezzati per le proprietà antiossidanti, utili anche nella prevenzione di cancro e malattie cardiovascolari, oltreché per il sistema immunitario.

Nel campione, i polifenoli sono maggiormente presenti nei tè Clipper e Terra Etica (455 mg di polifenoli per tazza). Al contrario, Pagès, Carrefour Bio, Lord Nelson e Twinings ne contengono meno di 300 mg/tazza.

I migliori e i peggiori del test

I migliori e i peggiori del test sono qui riassunti citando i soli prodotti di facile reperibilità anche in Italia.

tè e tisane con pesticidi

Marta Strinati 

Note

(1) Patricia Chairopoulo. Trop de pesticides dans les sachets de thé et de tisane! 60 millions de consommateurs, 24.2.22. https://www.60millions-mag.com/2022/02/24/trop-de-pesticides-dans-les-sachets-de-et-de-tisanes-19757

(2) Marta Strinati. Tè ai pesticidi. GIFT (Great Italian Food Trade). 17.11.17, https://www.greatitalianfoodtrade.it/salute/tè-ai-pesticidi

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

Articoli correlati

Articoli recenti

Commenti recenti