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Olio di palma nei cibi, dove si trova e come evitarlo

L’olio di palma è stato eliminato, in Italia, da molti prodotti alimentari. La campagna di sensibilizzazione promossa da chi scrive, nel 2014, ha raccolto quasi 180.000 firme e così il seguito delle industrie e le insegne della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) più vicine ai consumatori.

Il claim ‘senza olio di palma’ ha raccolto proseliti anche in Europa, negli anni, fino a svettare in cima alle richieste dei consumAttori europei – assieme al ‘senza OGM’ nel 2018. Ciò nonostante, lo scadente grasso tropicale – che ha trovato sbocco primario nel ‘biodiesel’ – è ancora presente in numerosi alimenti. Al supermercato ma anche in bar, pasticcerie, fast-food e ristoranti. Ecco come evitarlo.

Olio di palma, le industrie più voraci

Un elenco incompleto delle industrie più voraci di olio di palma è stato redatto da WWF (1,2). A seguire la classifica dei consumi di grasso tropicale superiori a 10 mila tonnellate/anno, riferiti a WWF da 173 Corporation nell’esercizio 2019.

Industrie alimentari

– Pepsi Co. (Frito-Lay, Doritos, etc. USA) 506.341 tonnellate,
– Nestlé (Svizzera, CH), 425.514 ton,
– Yildiz Holding (Turchia), 309.627,
– Mondelez (USA), 294.726,
– Unigra (Italia), 262.699,
– Ferrero (Italia), 204.200 (pari al 56% della produzione italiana di oli d’oliva, 365.641 ton), (4)
– Friesland Campina (Olanda, NL), 137.691,
– Mars (USA), 80.087,
– General Mills (USA), 78.978,
– Barry Callebaut (CH), 71.853,
– Danone (Francia, F), 71.302,
– Puratos (Belgio), 69.000,
– Associated British Foods, ABF (UK), 63.435,
– Conagra (USA), 46.200
– Vandemorteele (Belgio, B), 43.264,
– Arla Foods (Danimarca, DK), 36.955,
– The Hershey Company (USA, marchi Twizzler, Kit-Kat), 31.235,
– Dragsbaek (DK), 29.020,
– Aigremont (B), 25.118,
– Cérélia (F), 22.736,
– Saputo Dairy (UK), 16.049,
– Lotus Bakery (B), 15.310,
– Bahlsen (Germania, D. Marchio omonimo, oltre a Leibniz e Pick up!) 13.958,
– Kerry Group (Irlanda), 13.343,
– Froneri (Nestlé, UK), 12.581,
– Royale Lacroix (B), 12.050,
– Goodman Fielder (AUS), 11.530,
– The J.M. Smucker Co. (USA), 11.232.

Food service

– YUM! Brands (Kentucky Fried Chicken, etc. USA), 157.776
– McDonald’s (USA), 90.474,
– Krispy Kreme Doughnuts 20.199.

Retail

ALDI (Germania) 66.337+26.353 , TESCO (UK) 59.137, IKEA (Svezia) 31.826, Metro (Germania) 24.830, Jerónimo Martins (Portogallo) 23.777, Edeka Zentrale AG (Germania) 22.974, Asda (UK) 16.705, Sainsbury (UK) 15.250, dm-drogerie markt (D) 11.270.

Cosmetica

L’Oréal (Francia) 71.727 ton.

Industrie varie

– BASF Personal care & Nutrition (Germania, D), 420.759 tonnellate
– Henkel AG (D), 100.309
– DuPont (USA) 86.222.

I grandi assenti

– le raffinerie petrolifere,
– 2 delle 10 grandi sorelle del cibo, Unilever e Kellogg’s. (3) Oltre a Procter & Gamble e Reataurant Brands Int. (Burger King), per citare un paio d’altri colossi.

Le etichette da leggere

Le etichette da leggere sono quelle degli alimenti ultraprocessati. Si fa richiamo all’indagine di mercato da noi condotta a luglio 2020. Più celebre è il marchio, più alta la probabilità di trovare l’olio di palma nella lista degli ingredienti. Alcuni esempi:

– biscotti, merendine e dolciumi vari. Mars, M&M’s (sempre di Mars), Kinder, Nutella (Ferrero), Milka, Oreo (Mondelez),

– snack salati, patatine, pop-corn, grissini etcChipster e Fonzies (Mondelez), Pringle’s (Kellogg’s), San Carlo e Crik Crok

– cibi pronti o semi-pronti. Dai noodles SaiKeBon (Star, ABF) ai risotti e dadi da cucina Knorr (Unilever).

‘Senza olio di palma’ è possibile produrre tutte le categorie di prodotti in questione, come dimostrano l’esperienza di tante industrie e l’offerta di alimenti alternativi a quelli citati. I quali sono sempre preferibili dal punto di vista nutrizionale, oltreché per il minore impatto sull’ambiente. (5) Poiché il palma fa male, aumenta il grasso addominale e le infiammazioni.

Il palma nascosto

La dose più significativa di grasso di palma nei cibi si trova invece nascosta nei pubblici esercizi. A partire dai prodotti di croissanterie e pasticceria venduti sfusi nei bar. L’elenco degli ingredienti dovrebbe sempre venire esposto su un cartello o un apposito registro, ma nessuno rispetta le regole e nessuno ne garantisce l’applicazione. Il palma si trova quasi sempre infatti nella ‘margarina vegetale’, che deve infatti venire citata con precisazione della natura dei grassi utilizzati.

Fast-food, friggitorie, trattorie e ristoranti a loro volta impiegano sistematicamente il palm oil nelle fritture che così tristemente si appesantiscono con acidi grassi saturi del tutto evitabili. Potrebbero utilizzare olio di girasole alto oleico, le cui prestazioni tecnologiche industriali (oltre alle proprietà nutrizionali) sono di gran lunga superiori. Ma favoriscono il risparmio a tutti i costi, tanto a pagare è sempre il consumatore inconsapevole.

Buycott!

Rinnoviamo l’invito a boicottare questo grasso tropicale che rappresenta causa primaria di rapina delle terre (land grabbing), sfruttamento minorile, deforestazioni ed emergenza climatica. Con invito altresì a firmare la petizione Buycott! Olio di palma, soia OGM e carni americane, lanciata da Égalité e GIFT (Great Italian Food Trade), con l’adesione di No Pesticidi, Legambiente, Associazione Comuni Virtuosi, Rete Humus, European Consumers, Coalition Against Land Grabbing (CALG).

Dario Dongo

Note

(1) WWF, si noti bene, è un’organizzazione così sensibile alle prebende dei colossi industriali da tradire sistematicamente i propri dichiarati obiettivi. Come dimostrano:

– la partnership storica con Coca-Cola (v. https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/coca-cola-obesità-e-diritto-all-acqua-studio-scientifico)

– la collaborazione con RSPO (Roundtable for Sustainable Palm Oil), l’organizzazione creata dai palmocrati per provare a nascondere i loro crimini ambientali. Invano, come si è visto più volte (v. nota 5)

(2) WWF (World Wildlife Fund). (2020). Palm Oil Buyer Scorecard. https://palmoilscorecard.panda.org/check-the-scores/all

(3) Kraft Heinz, l’ultima delle 10 grandi sorelle non citate nella lista, dichiara di aver consumato solo 6.567 ton di palm oil nel 2019 e ha iniziato a orientarsi verso il ‘palm oil free’. Viene perciò ora combattuta dalle lobby dei palmocrati asiatici. V. Apoorva Bansal. Kraft Heinz asked to withdraw ‘misguided negative campaign’ on palm oil. Marketing interactive. 6.8.20, https://www.marketing-interactive.com/kraft-heinz-asked-to-withdraw-misguided-negative-campaign-on-palm-oil

(4) ISMEA. Palm Scheda di settore, olio d’oliva. 7.4.20, http://www.ismeamercati.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/7%252Fb%252F2%252FD.c89ec309a76d8e957037/P/BLOB%3AID%3D630/E/pdf

(5) Le bugie sulla ipotetica sostenibilità ambientale dell’olio di palma certificato RSPO emergono in numerosi rapporti d’indagine e studi indipendenti. Si richiamano quelli di:

– Commissione europea, EPA (Environmental Protection Agency, USA). (2016) https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/olio-di-palma-insostenibile-dalle-favole-dei-palmocrati-ai-dati-su-emissioni-di-gas-serra-e-cambiamento-climatico

– Amnesty International (2016), https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/la-grande-bugia-dell-olio-di-palma-sostenibile-il-rapporto-di-amnesty-international-inchioda-big-food

Zoological Society of London (2017) https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/olio-di-palma-rapina-delle-terre-e-deforestazioni-un-milione-di-ettari-sfugge-ai-registri-di-rspo-denuncia-la-zoological-society-of-london,

– Roberto Cazzola Gatti et al., (2018-2020) https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/olio-di-palma-insostenibile-la-scienza-conferma,

– Greenpeace (2019) https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/indonesia-incendi-e-olio-di-palma-certificato-rspo-rapporto-greenpeace

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