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NutriScore, il prof. Serge Hercberg risponde al rapporto di Safe

Il sistema di etichettatura nutrizionale di sintesi NutriScore – sostenuto a gran voce dalla comunità scientifica e le associazioni dei consumatori in UE (es. BEUC, AltroConsumo, Foodwatch, etc.) – è stato oggetto di un rapporto critico di Safe Food Advocacy, a cui Serge Hercberg, professore emerito di Nutrizione all’Università Sorbonne di Parigi, risponde nell’intervista a seguire.

1) Scienza v. retorica

Più di cento studi scientifici, condotti su oltre 500.000 persone in molti paesi europei e pubblicati su riviste soggette a peer-review, convalidano l’algoritmo Nutri-Score e il suo formato grafico’, spiega il professor Serge Hercberg. Riferendo a:

  • studi di coorte che dimostrano un legame tra il consumo di alimenti classificati da Nutri-Score come squilibrati e il maggior rischio di malattie gravi e croniche (NCDs, Non-Communicable Diseases),
  • numerosi studi eseguiti sulla comprensione oggettiva di NutriScore da parte dei consumatori, il suo impatto sulle scelte di acquisto alimentare e sulla qualità nutrizionale dei carrelli della spesa. (1)

Gli autori del rapporto SAFE, così come i lobbisti dell’alleanza no-NutriScore, si guardano bene dal richiamare questa letteratura scientifica. (2) Salvo poi contestarne i contenuti con argomenti puramente retorici’, prosegue Serge Hercberg.

2) ‘Falsità grossolane e affermazioni controsenso

Il professor Serge Hercberg – impegnato con abnegazione sul progetto di salute pubblica NutriScore, da un decennio ormai – sottolinea altresì alcune ‘falsità grossolane e affermazioni controsenso’ contenute nel documento di SAFE:

  • il rapporto SAFE afferma che l’aggiornamento del Nutri-Score da parte del comitato scientifico istituito a livello europeo ha classificato l’olio d’oliva come A. Ciò è totalmente falso, poiché nessun olio vegetale è classificato come A!’ È vero invece che il NutriScore privilegia l’olio extra vergine d’oliva, mentre il ‘sistema’ italico Nutrinform lo penalizza rispetto ad altri oli vegetali, (3)
  • SAFE afferma falsamente che il ‘Food Information Regulation’ raccomanda di esprimere le informazioni nutrizionali per porzione’. Il reg. UE 1169/11, al contrario, prescrive che l’informazione nutrizionale venga riferita a 100 g/ml di prodotto. E solo eventualmente, su base volontaria, anche per porzione, (4)
  • il documento di SAFE teorizza poi che i prodotti classificati come A [di migliore qualità nutrizionale] sarebbero probabilmente venduti a un prezzo inferiore rispetto ad altri alimenti, il che peggiorerebbe la situazione nutrizionale dei consumatori europei. Un’affermazione controsenso, poiché se il prezzo dei prodotti di buona qualità nutrizionale classificati come A diminuisse ne saremmo tutti felici e i consumatori ne trarrebbero sicuro beneficio. SAFE però non spiega perché questo ‘miracolo’ dovrebbe verificarsi’.

3) Alimenti ultraprocessati e cibo-spazzatura

Gli alimenti ultraprocessati sono al centro del mirino di SAFE. La ricerca scientifica sviluppata a partire dall’intuizione del professor Carlos Monteiro dell’Università di San Paulo (Brasile) ha infatti consentito di identificare precise correlazioni tra il consumo di ultraprocessed foods (UTPs), la prevalenza di malattie gravi e croniche e la mortalità prematura per ogni causa. (5)

La classificazione degli alimenti in base al loro grado di trasformazione, secondo il sistema NOVA 4, si è basata su tale premessa. (6) Il professor Serge Hercberg ha a sua volta considerato l’ipotesi di aggiungere un bordo nero, con la dicitura ‘alimento ultraprocessato’, attorno al logo NutriScore sul fronte etichetta dei relativi prodotti. (7) Senza però confondere i due concetti.

3.1) Qualità nutrizionale e livello di trasformazione degli alimenti

La qualità nutrizionale e il livello di trasformazione degli alimenti si misurano in dimensioni complementari che non è possibile integrare in un unico algoritmo. Nessun sistema di FOPNL (Front-of-Pack Nutritional Labelling) infatti si è finora avventurato in questa direzione. (8) Salvo piuttosto, come sopra ipotizzato, (7) aggiungere sul fronte etichetta una notizia (alimento ultraprocessato) che prescinde dalla classificazione NutriScore.

Gli studi epidemiologici confermano l’importanza di queste dimensioni nello sviluppo di malattie croniche e indipendentemente l’una dall’altra.
Ma le correlazioni tra il consumo di alimenti con un punteggio NutriScore scadente e il rischio di cancro, nella coorte NutriNet-Santé, rimangono significative’, spiega il professor Serge Hercberg. Alcuni esempi a seguire aiutano a comprendere il concetto.

3.2) NOVA 4 e NutriScore

Se esiste una concordanza media tra gli alimenti ultraprocessati (NOVA4) e una qualità nutrizionale inferiore, non sorprende che alcuni ultraprocessed foods presentino una qualità nutrizionale favorevole’, spiega Serge Hercberg. ‘Alcuni panini integrali e composte di frutta senza zuccheri aggiunti possono infatti venire classificati come A dal Nutri-Score’. E tuttavia:

  • alcuni alimenti ‘non ultra-processati’ (NOVA 1, 2 e 3) hanno profili nutrizionali scadenti (HFSS, High In Fats, Sugar and Sodium). ‘Alcuni succhi d’uva puri, ad esempio, sono NOVA1 (non trasformati o minimamente trasformati) e classificati E dal Nutri-Score (poiché contengono più di 160 g/l di zucchero),
  • alcuni ingredienti culinari (NOVA2), come lo zucchero, il sale, l’olio o il burro, non sono classificati come alimenti ultra-lavorati, ma la loro composizione nutrizionale giustifica la loro identificazione come alimenti/ingredienti che dovrebbero venire consumati in quantità limitata e/o con limitata frequenza, in linea con le raccomandazioni di salute pubblica’.

3.3) Variazioni nutrizionali tra alimenti della stessa categoria

È importante considerare inoltre ‘le variazioni anche significative dei profili nutrizionali degli alimenti che appartengono a ciascuna categoria. Per i prodotti NOVA2, ad esempio, non c’è una differenziazione tra grassi vegetali e animali. E tra gli oli vegetali non è possibile riconoscere quelli con la composizione nutrizionale più favorevole (es. olio di oliva, colza), da preferire perciò in termini di salute pubblica rispetto ad altri oli vegetali (girasole, mais, arachidi, cocco, palma, ecc.).

Il Nutri-Score, invece, distingue i diversi oli con un punteggio da C a E, permettendo di riconoscere quelli più salutari, in linea con le raccomandazioni di salute pubblica’. E in ogni caso, ‘per coloro che non vogliono o non possono evitare gli alimenti ultraprocessati o non hanno tempo o possibilità di cucinare, la scelta di un alimento meglio classificato dal Nutri-Score ha un impatto positivo sulla salute.’

4) Educazione nutrizionale

L’educazione nutrizionale – invocata da due decenni come la soluzione per stimolare il miglioramento della dieta delle popolazioni – non ha trovato finora alcuna applicazione concreta ed efficace a mitigare il trend in continua crescita di obesità, sovrappeso e malattie correlate. Considerato che:

  • le promesse di Big Food e altri stakeholders nel contesto della EU Platform for Action on Diet, Physical Activity and Health si sono rivelate così inconsistenti da condurre le associazioni della società civile ad abbandonare la piattaforma, già nel 2019, (9)
  • le iniziative dei governi, a seconda dei casi, sono cadute nel nulla (es. Italia. V. nota 10) o comunque non sono bastate a contrastare il marketing predatorio del junk-food su bambini e adolescenti, che il solo governo inglese ha deciso di contrastare con apposite misure. (11)

4.1) Esigenze di salute pubblica e comunicazione utile

WHO Europe usa il termine ‘epidemia’ per descrivere l’impatto crescente di obesità, sovrappeso e malattie correlate sulla popolazione (NCDs, Non-Communicable Diseases. Es. malattie cardiovascolari, diabete, tumori). A tali cause si ricollegano il 13% delle morti premature e il 7% degli anni vissuti con disabilità nel Vecchio Continente. (12)

La comunicazione utile ad aiutare i cittadini a nutrirsi con equilibrio, prosegue il professor Serge Hercberg, si può quindi articolare sulle tre dimensioni di:

  • qualità nutrizionale, attraverso il logo NutriScore in etichetta,
  • riduzione dei consumi di alimenti ultraprocessati (grazie alla possibilità di identificarli con l’apposita dicitura),
  • prodotti biologici, altresì contrassegnati in etichetta. (13).

5) Informazione nutrizionale per 100 g/ml e/o per porzione

Big Food ha costruito nei decenni una strategia di dis-informazione nutrizionale riferendo i valori di energia e nutrienti alle porzioni anziché ai 100 g/ml. Si realizza così una viral deception, un inganno virale che consente di nascondere i profili nutrizionali dietro la maschera di ‘serving size’ irrealistiche (es. Nutella, 15 g).

La misura delle porzioni, in Unione Europea, non è soggetta ad alcuno standard legale (come invece in USA e altri Paesi extra-UE). I produttori possono così ‘adattare’ l’informazione nutrizionale a porzioni ridotte ‘su misura’. I consumatori, viceversa, non sono in grado di comparare i profili nutrizionali dei vari prodotti.

5.1) GDAs, o ‘Reference Intakes’, per porzione

I prodotti di Big Food spesso presentano, sul fronte etichetta, i c.d. ‘Reference Intake’ (Assunzioni di Riferimento, alias ‘Guidelines Daily Amounts’, GDAs). Vale a dire:

  • il valore energetico (kcal) o una serie di valori (calorie, grassi, grassi saturi, zucchero e sale), riferiti a
  • porzioni variabili da un prodotto all’altro (anziché a 100 g/ml), ed espressi, oltreché in valore assoluto,
  • in percentuale rispetto a un ‘apporto medio quotidiano raccomandato’ (2000 kcal/die).

5.2) Viral deception ‘per porzione’

Gli esempi di viral deception ’per porzione’ sono numerosi. Il professor Serge Hercberg segnala alcuni dei casi più eclatanti. ‘Le porzioni da 30-40 g di cereali per la prima colazione, mentre la maggior parte degli adolescenti consuma 60 o 80 grammi per porzione’. Ma anche ‘le porzioni di ‘una barretta’ di cioccolato sulle confezioni che ne contengono due’.

La variabilità delle porzioni è straordinaria anche nel caso delle pizze. A seconda dei marchi, in Francia, da 123 g, 150 g, 175 g, 200 g, 210 g e 420 g. E in molti altri casi, insiste il professor Serge Hercberg, ‘il consumatore ha difficoltà a identificare la porzione stessa. A cosa corrispondono 35 g di Roquefort? 123 g di pizza? 40 g di paté?’

5.3) 100 g/ml. La scelta del legislatore europeo, nonché la base del NutriScore

Riferire a 100 grammi o millilitri di prodotto l’informazione nutrizionale è la scelta di sempre del legislatore europeo (già nella dir. 90/496/CEE, poi nel reg. UE 1169/11), nonché quella adottata nel sistema NutriScore. Per una serie di ragioni, che il gruppo di ricerca guidato da Serge Hercberg ha già ampiamente motivato. (14) Nella prospettiva del consumatore, vale la pena aggiungere che:

  • la misura delle porzioni è difficile da definire, poiché varia a seconda dell’età, del sesso, dell’attività fisica/stile di vita sedentario. Ed è difficile immaginare una pluralità di dichiarazioni nutrizionali, tanto più sul fronte etichetta, in base ai diversi gruppi di popolazione,
  • solo una quantità standard, come 100 g e 100 ml, permette un valido confronto tra gli alimenti senza indurre in errore il consumatore. Il quale deve poter confrontare 100 ml di olio d’oliva con 100 ml di un altro olio, 100 g di cereali per la prima colazione con 100 g di altri cereali, 100 g di una pizza con 100 g di un’altra pizza, 100 g di Comté, 100 g di Camembert o Roquefort o Mozzarella, e così via’.

6) Conclusioni provvisorie

Centinaia di scienziati indipendenti e molte associazioni di esperti europei (15) – tra cui IARC/OMS, EAP (European Academy of Paediatrics) ed ECOG (European Childhood Obesity Group) sostengono Nutri-Score per le sue basi scientifiche’, conclude il professor Serge Hercberg.

Questo sistema appare oggi la soluzione più concreta per contribuire ad affrontare un problema di salute pubblica grave e diffuso. Ed è infatti già applicata in 7 Paesi europei, con grande apprezzamento dei cittadini e le loro associazioni. (16)

Sosteniamo questo percorso virtuoso a livello europeo, anche attraverso l’apposita petizione, al link https://bit.ly/3STjJAU.

Dario Dongo

In copertina, elaborazione della cover del libro di Serge Hercberg ‘Mange et tais-toi – Un nutritionniste face au lobby agroalimentaire’. HumenSciences (Paris, 2022). ISBN. 978-2-37931-325-7

Note

(1) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Commissione europea, la ricerca conferma l’approccio di NutriScore. GIFT (Great Italian Food Trade). 14.9.22

(2) Un elenco aggiornato della letteratura scientifica sul NutriScore è disponibile sull’omonimo blog gestito da EREN (Équipe de Recherche en Epidémiologie Nutritionelle). Ultimo aggiornamento al 2.10.22 https://nutriscore.blog/2022/09/23/bibliography-references/

(3) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. NutriScore, la salute dei consumatori prevalga sulle lobby agroindustriali. Petizione e approfondimentiGIFT (Great Italian Food Trade). 18.5.22

(4) Dario Dongo. Dichiarazione nutrizionale obbligatoria, al via il 14.12.16. L’ABC delle norme da applicare. FARE (Food and Agriculture Requirements). 30.10.16

(5) Dario Dongo. Dieta, salute e alimenti ultraprocessati. Il rapporto FAO. GIFT (Great Italian Food Trade). 2.9.19

(6) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Alimenti ultraprocessati, il peggior male. Appello degli scienziati sul British Medical Journal. GIFT (Great Italian Food Trade). 16.8.21

(7) Dario Dongo. NutriScore, si aggiunge il segnale sui cibi ultraprocessati. GIFT (Great Italian Food Trade). 21.12.21

(8) Galan P, Kesse-Guyot E, Touvier M, Deschasaux M, Srour B, Chazelas E, Baudry J, Fialon M, Julia C, Hercberg S (2020). Nutri-Score and Ultra-Processing: two dimensions, complementary and not contradictory. https://nutriscore.blog/2020/11/07/nutri-score-and-ultra-processing-two-dimensions-complementary-and-not-contradictory/. NutriScore blog

(9) Dario Dongo, Giulia Caddeo. Obesità, tutto da rifare. La società civile abbandona la piattaforma di Bruxelles. GIFT (Great Italian Food Trade). 6.7.19

(10) Dario Dongo, Giulia Baldelli. Salute a scuola, belle parole in accordo Stato-Regioni. GIFT (Great Italian Food Trade). 10.3.19

(11) Dario Dongo. Inghilterra, stop alla pubblicità di cibo spazzatura grazie allo Health and Care Bill. GIFT (Great Italian Food Trade). 2.5.22

(12) Dario Dongo, Sabrina Bergamini. Obesità, obesità infantile e marketing. Rapporto WHO Europe 2022. GIFT (Great Italian Food Trade). 16.6.22

(13) Nutri-Score and other health dimensions of foods (ultra-processing, and presence of pesticide residues): how to better inform consumers? https://nutriscore.blog/2021/11/28/nutri-score-and-other-health-dimensions-of-foodshow-to-better-inform-consumers/ NutriScore blog. 28.11.21

(14) Why Nutri-Score is computed on the basis of 100g of food and not per serving (as requested by manufacturers)? https://nutriscore.blog/2021/12/02/why-nutri-score-is-computed-on-the-basis-of-100g-of-food-and-not-per-serving-as-requesteded-by-manufacturers/ NutriScore blog. 2.12.21

(15) Group of European scientists supporting the implementation of Nutri-Score in Europe. https://doi.org/10.1024/0300-9831/a000722

(16) Dario Dongo. NutriScore, aiutiamo i consumatori a scegliere alimenti equilibrati! Petizione. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.10.22

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