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Nitriti nei salumi, la Corte d’Appello di Aix-en Provence dà ragione a Yuka

La app Yuka ha il pieno diritto di informare i consumatori sui rischi relativi ai nitriti aggiunti nei salumi. Così ha deciso la Corte d’Appello di Aix-en Provence, città universitaria del Sud della Francia, in riforma di una delle due condanne ai fondatori della app che offre una preziosa valutazione istantanea su alimenti e cosmetici. Una vittoria per Yuka – che utilizza il NutriScore per esaminare i profili nutrizionali dei cibi – e per i milioni di consumatori suoi utenti.

La campagna contro i nitriti nei salumi

Yuka, Foodwatch e Ligue contre le cancer sono da tre anni in prima linea contro l’impiego di nitriti e nitrati (E249, E250, E251, E252) negli alimenti. (1) La loro petizione lanciata nel 2019 ha già raccolto 372.000 firme.

L’attivismo contro questi conservanti è costato a Yuka due azioni giudiziarie intimidatorie da parte dell’industria delle carni lavorate, che ha denunciato quale ‘pratica commerciale sleale’ e diffamatoria l’avvertenza sui pericoli per la salute correlati al consumo di nitrati, con link alla petizione che ne chiede il divieto. E a una prima condanna di Yuka a Parigi ne è seguita una seconda a Aix-en-Provence, dove però l’8.12.22 la Corte d’appello ha ribaltato il giudizio. Affermando, finalmente, la libertà d’espressione.

Nitriti nei salumi e rischio di tumori, la valutazione di ANSES

La condanna di Yuka, nel 2021, era sembrata un anacronistico tentativo di vietare la divulgazione pubblica di informazioni – basate, oltretutto, su solida bibliografia scientifica – su un tema centrale per la salute pubblica e perciò già considerato dall’Assemblea Nazionale in un apposito disegno di legge, come si è visto.

La svolta nel giudizio d’appello a Aix-en-Provence, tra l’altro, è coerente con la valutazione scientifica del rischio pubblicata da ANSES. L’Agenzia nazionale per l’alimentazione ha infatti confermato ‘l’esistenza di un’associazione positiva tra l’esposizione a nitrati e/o nitriti attraverso le carni lavorate e il rischio di cancro del colon-retto’. Aprendo la strada a una nuova analisi del rischio da parte di EFSA.

Il governo francese al varco

Il prossimo verdetto atteso è quello politico. Il governo francese, alla luce del parere ANSES, si è impegnato a proporre misure entro la fine dell’autunno. È prevedibile una riduzione all’uso di questi conservanti, sebbene la società civile ne chieda la completa eliminazione. I salumi senza nitriti e nitrati, del resto, sono già una realtà.

Visti i rischi per la salute, il principio di precauzione richiede il divieto di questi additivi, in Francia e poi in Europa’, tuona Karine Jacquemart, direttore generale di Foodwatch.

Attenti alle false soluzioni! Una semplice riduzione delle dosi di questi additivi negli alimenti su base volontaria da parte delle aziende, idea difesa da alcuni, non è affatto una soluzione accettabile per la tutela della salute pubblica, in particolare per le popolazioni più vulnerabili. Stiamo parlando di migliaia di tumori prevenibili, a patto di non essere più esposti a questi additivi nei salumi e alle loro conseguenze’, incalza Daniel Nizri, presidente della Lega francese contro il cancro.

Un sostegno ai produttori di salumi

La pressione è forte anche nei palazzi della politica. Il 24.11.22, il senatore Yves Détraigne di Union Centriste (centro-destra) ha incalzato il governo con una interrogazione rivolta al ministro della Salute e della Prevenzione per sapere se intende vietare l’aggiunta di nitriti agli alimenti.

Il cambiamento dovrebbe essere sostenibile anche dal punto di vista economico, secondo il politico. Che suggerisce di ‘esplorare modi per fare a meno di queste sostanze senza degradare la qualità sanitaria e organolettica dei salumi, trovando soluzioni tecnicamente ed economicamente accettabili per i trasformatori. Per questo è necessario supportare i produttori nella sperimentazione di metodi alternativi all’uso dei nitriti’.

Note

(1) nitrito di potassio (E249), nitrito di sodio (E250), nitrato di sodio (E251) e nitrato di potassio (E252)

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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