L’Antitrust sta sorvegliando il fenomeno della shrinkflation, vale a dire i rincari mascherati (stesso prezzo, minore quantità). Giovanni Calabrò – direttore generale per la tutela del consumatore dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM) – rassicura il Parlamento italiano.
Shrinkflation, il faro dell’Antitrust
La commissione parlamentare d’inchiesta sulla tutela dei consumatori e utenti ha chiesto ad AGCM (Antitrust) se la shrinkflation possa venire qualificata come pratica commerciale scorretta, ai sensi del Codice del consumo (d.lgs. 206/05).
‘Ciò che rileva non è la riduzione in sé della quantità di prodotto contenuta nella confezione – decisione aziendale prima facie legittima – quanto la trasparenza di tale modifica nei confronti del consumatore.
In questo senso, condotte quali la diminuzione della quantità di prodotto a parità di dimensioni della confezione, in assenza di un’adeguata avvertenza sull’etichetta frontale, potrebbero essere ritenuti meritevoli di approfondimento’, ha affermato Calabrò. (1)
Shrinkflation, Big Food in testa
I colossi di Big Food sono sempre in testa, anche nella shrinkflation (o downsizing) che si registra in Europa come pure nei continenti americano, asiatico e Australia. Da Nestlé a Mondelez, finita di recente nell’occhio del ciclone per il taglio di 20 grammi (-10%) alla barretta Cadbury Dairy Milk da 200 g.
I biscotti Maryland con gocce di cioccolato della Burton’s Biscuit Company (UK) sono passati da 230 a 200 g, gli yogurt Corner di Muller (Germania) da 130 a 124 g, In USA, PepsiCo Inc. ha ridotto il numero di Doritos nei sacchetti, Domino’s Pizza Inc. le ali di pollo nell’offerta da asporto, mentre Tillamook ha ‘ristretto’ le confezioni di gelato (da 56 a 48 once).
Tecniche di marketing
La shrinkflation – dalla crasi di shrinkage (contrazione) e inflation (inflazione) – è una tecnica di marketing in apparenza molto efficace. Fatto salvo il rischio che i consumatori più attenti scoprano il trucco e la notizia si diffonda, con possibili ricadute sulla reputazione del marchio come è già successo in Inghilterra.
I consumatori sono infatti molto influenzati, in termini generali, dal prezzo dell’unità di vendita. Soprattutto quando guardano a prodotti e marchi che sono soliti acquistare. Ed è a maggior ragione necessario – in questa economia di guerra, con un’inflazione che ha raggiunto il record degli ultimi 40 anni – controllare i fondamentali:
– il prezzo riferito all’unità di misura (kg o litro),
– la quantità (kg e litri).
Vecchi trucchi fuori controllo
Il fenomeno shrinkflation non è nuovo, sebbene venga spesso ignorato dalle autorità. Come già accadde con il sostanziale raddoppio dei prezzi, in Italia, all’epoca del passaggio dalla lira all’euro.
In Inghilterra – già nel 2017, all’indomani del referendum sulla Brexit – lo Office of National Statistics (ONS) segnalò il downsizing di 2.529 prodotti di largo consumo.
Lo Hamburg Consumer Center, associazione dei consumatori di Amburgo, del resto, dedica alla shrinkflation il concorso ‘Vergogna dell’anno’ già dal 2014. E nel 2021 erano sul podio Mondelez, Mars e Ferrero, come si è visto. (2)
Dario Dongo
Immagine di copertina estratta dal video ‘Same price, but SMALLER package! SHRINK-flation Explained’ (Uptin, Turkey, 24.12.21)
Note
(1) V. Meno prodotto stesso prezzo, faro Antitrust su shrinkflation. Ansa. 24.5.22 https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2022/05/24/meno-prodotto-stesso-prezzo-faro-antitrust-su-shrinkflation_347a22f2-33b8-484a-ade7-4a945a7e4de9.html
(2) Marta Strinati e Dario Dongo. Rincari mascherati. 5 candidati al concorso ‘Vergogna dell’anno’. 11.1.21 GIFT (Great Italian Food Trade) https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/rincari-mascherati-5-candidati-al-concorso-vergogna-dell-anno
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.