Il biossido di titanio – colorante vietato negli alimenti perché cancerogeno e genotossico – è ancora presente nella ricetta di molti dentifrici. La breve indagine di GIFT (Great Italian Food Trade) nei supermercati e le farmacie rileva ben 41 prodotti con il pericoloso additivo.
Biossido di titanio, cancerogeno e genotossico
Il colorante bianco biossido di titanio (E171) è stato ampiamente usato negli alimenti per decenni. (1)
Numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato negli anni la tossicità delle nanoparticelle di biossido di titanio, genotossiche, cancerogene e mutagene in vitro e negli animali. (2)
La Francia è stato il primo Paese a introdurre il divieto d’impiego di questo additivo in alimenti e integratori, nel 2020. L’Unione Europea vi ha darò seguito, dopo due anni, a seguito di apposito parere EFSA (3,4,5,6).
Ancora ammesso in dentifrici e cosmetici
Il bando del pericoloso colorante non include i cosmetici, compresi i dentifrici e i prodotti da applicare sulle labbra, con i quali l’ingestione involontaria è frequente, né gli spray e i prodotti in polvere, soggetti a inalazione accidentale. (7)
L’esposizione al biossido di titanio contenuto in dentifrici e cosmetici per le labbra, tuttavia, pone rischi molto simili a quelli derivanti dall’ingestione del colorante attraverso gli alimenti. Tra gli altri, un recente studio francese (Vignard et al., 2023) ha dimostrato che il biossido di titanio viene assorbito anche tramite le mucose del cavo orale. (8)
Il parere del Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori (SCCS)
La Commissione Europea aveva incaricato il Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori (SCCS) a fornire una valutazione della sicurezza del biossido di titanio aggiunto nei cosmetici. E gli esperti del Comitato scientifico, nel parere adottato il 13 maggio 2024, hanno confermato l’impossibilità di escludere gravi rischi per la salute pubblica.
‘Dopo aver considerato tutte le informazioni (comprese quelle valutate dall’EFSA, 2021), il CSSC ritiene che le prove disponibili non siano sufficienti per escludere il potenziale di genotossicità di quasi tutti i tipi di gradi di TiO2 utilizzati nei prodotti cosmetici per uso orale. L’unica eccezione è rappresentata da due gradi nano (RM09 e RM11) per i quali i dati di genotossicità forniti non indicano alcun problema di genotossicità.
Sono tuttavia necessarie ulteriori informazioni sul potenziale assorbimento e sugli effetti cellulari dei nano gradi nella mucosa orale per considerarli sicuri per l’uso nei prodotti per la cura del cavo orale’, Scientific Committee on Consumer Safety. (9)
I dentifrici con biossido di titanio
Date le premesse, risulta raccomandabile evitare i dentifrici contenenti biossido di titanio, indicato nella lista degli ingredienti (Inci) in tre modi:
- biossido di titanio,
- Titanium Dioxide
- CI 77891 (un codice oscuro del Color Index).
Ne abbiamo trovati 41, tra i quali cinque formulati per bambini. I prezzi, come sempre, sono indicativi.
Nei discount
Nella linea Dentalux proposta da Lidl, le due versioni al fluoro contengono Titanium Dioxide, invece assente nella variante ‘al carbone attivo’.
Al Todis, il colorante è aggiunto nei Gengimed Sensitive e Whitening, ma non nel Total Action). In lista ingredienti viene sempre indicato con il meno intuitivo codice CI77891.
Da Eurospin due dentifrici su due contengono biossido di titanio (indicato con il codice).
Le marche del distributore
Tra i big delle private label, tutti i dentifrici a marchio Coop sono privi di biossido di titanio.
Esselunga, invece, ne inserisce nel suo dentifricio con fluoro della linea economica Smart, peraltro indicandolo con il solo codice CI 77891.
Conad ha ben tre prodotti con Titanium Dioxide, due della linea Essentiae Lab e uno di Essentiae.
Consilia ha due prodotti, entrambi con biossido di titanio indicato con il codice CI 77891.
Dentifrici per bambini
I bambini sono maggiormente esposti agli effetti delle sostanze tossiche, come è noto. Nonostante ciò, il temuto colorante biossido di titanio compare persino nei dentifrici formulati per bambini e ragazzi. È il caso di
- due prodotti a marchio Conad, dedicati alla fasce di età 0-6 (con l’additivo riferito mediante il codice CI 77891) e 7-12 anni,
- un dentifricio Aquafresh junior 6-12 anni,
- il Mr. White di Eurospin nella duplice versione con Spider-Man di Marvel o le Princess di Disney sull’imballaggio, ‘studiato’ per i bambini over 3.
Le marche dell’industria
Tra i più diffusi (e pubblicizzati) dentifrici ve ne sono molti con il biossido di titanio nella lista ingredienti. Il lungo elenco è facilmente consultabile nella tabella a seguire.
Sorprende la presenza del discusso colorante (indicato con il codice) nel dentifricio Complete Care di Lavera, apprezzata marca di cosmetici naturali (NaTrue). Meglio optare per la versione senza fluoruro o kids.
Marta Strinati
Note
(1) Marta Strinati. Biossido di titanio negli alimenti. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.8.17
(2) Marta Strinati. Biossido di titanio (E171), il colorante nemico dell’intestino. GIFT (Great Italian Food Trade). 30.7.17
(3) Marta Strinati. E171, la Francia vieta il biossido di titanio. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.4.19
(4) Dario Dongo. Biossido di titanio in alimenti e integratori, stop dal 7.2.22. GIFT (Great Italian Food Trade). 21.1.22
(5) Marta Strinati. EFSA: il colorante bianco biossido di titanio è cancerogeno. GIFT (Great Italian Food Trade). 7.5.21
(6) Marta Strinati. Stop al biossido di titanio, intervista a Francesco Cubadda, esperto ISS. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.5.21
(7) V. Regolamento (CE) 1223/2009 sui prodotti cosmetici, Allegati III, IV e VI. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:02009R1223-20240424
(8) Marta Strinati. Nuovo studio sui rischi del biossido di titanio presente in dentifrici e farmaci. GIFT (Great Italian Food Trade). 10.8.23
(9) Scientific Committee on Consumer Safety SCCS Scientific Advice on Titanium dioxide (TiO2). 13.5.24 https://health.ec.europa.eu/document/download/d811b2cc-e951-41f6-bfcd-2d8be21f0d79_en?filename=sccs_o_282.pdf
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".
