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Greedflation e shrinkflation, indagine in UK

CMA (Competition and Markets Authority, UK) porta avanti da inizio 2023 l’indagine sulle pratiche di determinazione ed esposizione dei prezzi dei generi alimentari, nel retail fisico e online, in odore di greedflation e shrinfkation.

La vigilanza è cruciale sia per verificare sia gli andamenti dei prezzi e le eventuali speculazioni (greedflation, appunto), sia le pratiche commerciali scorrette che danneggiano la concorrenza e i consumatori.

I due rapporti dell’autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust) offrono alcuni spunti d’interesse su uno scenario tuttora poco chiaro, se pure costellato di indizi, e i trend di consumo che ne derivano.

1) Greedflation e shrinkflation, scenario UK

UNITE, come si è visto, ha pubblicato a marzo 2023 un rapporto ove si dimostra l’esistenza di un ‘bias’ sistematico tra l’incremento dei costi di produzione degli alimenti e l’aumento dei loro prezzi al consumo (greedflation). (1) L’inflazione alimentare al consumo è stata quindi esacerbata dalle speculazioni poste in essere sia dall’industria si trasformazione, sia dal ‘retail’. Questo fenomeno ha aggravato le diseguaglianze sociali, laddove:

– i cittadini hanno subito una drastica riduzione della capacità di spesa, non compensata da un corrispondente aumento dei salari;

– alcune ‘Corporations’ dell’industria alimentare e o grandi gruppi ‘retail’ hanno realizzato profitti milionari a dispetto della crisi economica diffusa.

Lo scenario in UK non è probabilmente diverso da quello denunciato in altri Paesi in Unione Europea. Greedflation incontrollata e alcune operazioni di shrinkflation (riduzione delle quantità di prodotti contenuti nelle confezioni, a prezzi invariati) a essa strumentali. Ma le autorità di vari Paesi non hanno dedicato particolare attenzione a questi fenomeni, fatte salve poche eccezioni (2,3,4).

2) Competition and Markets Authority, indagini in corso in UK

Competition and Markets Authority (CMA) ha avviato le analisi sulla catena del valore alimentare in UK, a inizio 2023, per verificare l’esistenza di possibili anomalie, distorsioni della concorrenza e squilibri a danno dei consumatori.

L’analisi dell’autorità Antitrust si è basata sul confronto dei prezzi unitari dei prodotti alimentari, al dettaglio, in 11 supermercati e 7 negozi che vendono articoli per la casa, con una gamma più limitata di generi alimentari.

Il metodo è dunque uguale a quello utilizzato da GIFT (Great Italian Food Trade), nello stesso periodo, per comparare i prezzi di un paniere di 102 prodotti presso 6 piattaforme di vendite alimentari online in Italia. (5)

3) CMA, primo rapporto

Il primo rapporto di CMA, pubblicato il 20 luglio 2023, offre un resoconto su due mesi di analisi del mercato alimentare al dettaglio nel Regno Unito, con focus su supermercati (e.g. Asda, Morrisons, Sainsbury’s e Tesco) e discount (i.e. Aldi, Lidl). (5) Verificando quanto segue:

– l’inflazione alimentare ha raggiunto ‘livelli storicamente elevati’, ma la concorrenza tra i rivenditori è valsa a mantenere i ‘prezzi più bassi possibili’ e permettere ai consumatori di ‘fare acquisti per ottenere le migliori offerte’;

– il retail non avrebbe ‘trasferito interamente ai consumatori’ l’aumento dei loro costi. Anche perché altrimenti non avrebbe potuto resistere alla concorrenza del discount (Aldi, Lidl), che già ha guadagnato quote di mercato;

– le fasce di consumatori più deboli, in quanto non in grado di recarsi nei grandi magazzini o fare acquisti online, rimangono le più penalizzate. Non a caso Égalité e GIFT (Great Italian Food Trade) hanno a quel tempo proposto al retail italiano di offrire la consegna gratuita a casa a persone anziane e disabili. (6)

4) Trasparenza sui prezzi

Tutti i punti vendita coinvolti nell’indagine, con maggiore ricorrenza i negozi diversi dai supermercati, hanno rivelato non conformità rispetto al Price Marking Order (PMO). Vale a dire scarsa trasparenza nell’esposizione dei prezzi che in UK come in UE deve seguire apposite regole.

La trasparenza deve venire garantita mediante esposizione del prezzo – comprensivo di VAT (Value Added Tax, IVA in Italia) ed eventuali altre imposte, come le accise sulle bevande alcoliche e la Sugar Tax, in UK e altri Paesi (7) – sia per unità di vendita, sia per unità di misura (es. 1 kg, 1 L).

In Inghilterra però, come pure GIFT (Great Italian Food Trade) ha a suo tempo verificato in Italia, (8) l’informazione è spesso incompleta. I consumatori di conseguenza non sono in grado di confrontare i prezzi per unità di misura e così identificare le offerte migliori.

4.1) Prezzi incomparabili, alcuni esempi

Le pratiche commerciali scorrette identificate dall’Antitrust inglese (CMA), per quanto attiene all’esposizione dei prezzi, si riassumono in tre fattispecie:

coerenza. I prezzi di prodotti simili vengono riferiti a misure diverse. Il prezzo delle bustine di tè, ad esempio, viene esposto in alcuni casi per 100 grammi di prodotto, in altri per ogni singola bustina di tè;

trasparenza. Le informazioni sui prezzi unitari sono talora mancanti ovvero calcolate in modo errato, sia nei negozi fisici che nelle vendite online;

leggibilità. In diversi casi i prezzi sono difficili da leggere, nei negozi fisici, e compaiono solo dopo l’inserimento degli articoli nel carrello della spesa degli ‘online marketplaces’.

Più in generale, la CMA invita tutti i rivenditori a fornire ai consumatori le informazioni sui prezzi unitari di cui hanno bisogno per fare confronti significativi, in particolare per i prodotti in promozione, anche prima dell’introduzione di qualsiasi riforma del PMO (Price Marking Order)’. (9)

5) CMA, secondo rapporto

Il secondo rapporto dell’Antitrust britannica (CMA), pubblicato il 23.11.23, offre ulteriori spunti per approfondire il fenomeno della ‘greedflation’. Anzitutto, emerge con chiarezza che l’analisi delle performance economiche e finanziarie degli operatori si basa su:

– ‘informazioni fornite [dagli operatori] nelle loro risposte alle nostre richieste volontarie di informazioni, nonché rendiconti finanziari disponibili al pubblico’;

– ‘dati relativi alle vendite nel Regno Unito di prodotti appartenenti alle categorie merceologiche da noi scelte, anziché sull’attività complessiva dei produttori, che può comprendere numerosi prodotti e Paesi’.

Latte in polvere per neonati, fagioli in scatola, pet food e maionese vengono indicati tra i prodotti ove l’aumento dei costi (+30-70% e +25%, sui primi due prodotti, nel biennio 2021/2023) è più sproporzionato rispetto a quello dei costi di produzione.

6) Greedflation, reazioni dei consumatori in UK

La greedflation emerge in varie parti dell’analisi di Competition and Markets Authority che tuttavia, a differenza di quella di UNITE, non offre uno scenario d’insieme in grado di esprimerne l’effettiva portata. CMA d’altra parte non può sanzionare le sole speculazioni sui prezzi, può invece:

– approfondire e pubblicare le sue ricerche, ed

– esercitare un’azione moderata di ‘moral suasion’ nei confronti di alcuni operatori, ad esempio nel settore del latte in polvere per neonati ove la produzione è concentrata in pochi gruppi.

I consumatori inglesi hanno reagito all’inflazione alimentare diffusa acquistando sempre più prodotti a marca del distributore (private label) i cui prezzi, sulla quasi totalità delle categorie di prodotti esaminate da CMA, sono aumentati in misura inferiore rispetto ai ‘premium brands’. Il vantaggio delle ‘own labels’ ha raggiunto 41% e +39%, tra settembre 2021 e settembre 2023, sui legumi in scatola e il pane. Il canale discount ha a sua volta guadagnato terreno. Si annota tra l’altro come queste tendenze siano in linea con quelle già osservate in Italia. (11)

7) Value chain, agricoltori a rischio

I costi dei fertilizzanti chimici in Unione Europea sono aumentati in misura straordinaria a seguito del conflitto in Ucraina e delle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia, come si è visto, a causa dell’alta intensità energetica e del metano richiesto per produrre ammoniaca (oltreché nei processi di produzione dei fertilizzanti a base di fosforo). (11) I fertilizzanti azotati in particolare rappresentano circa il 60% del consumo totale di fertilizzanti chimici, sia a livello globale che nel Regno Unito.

Il Regno Unito non dispone di alcuna capacità produttiva nazionale di ammoniaca e dipende per il 60-70% dalle forniture estere di fertilizzanti chimici, i cui costi sono aumentati negli ultimi anni fino a 3,5 volte rispetto ai livelli del 2020. La produzione è concentrata in tre gruppi multinazionali integrati verticalmente (CF Industries, Yara e Origin) e i suoi costi sono a loro volta aumentati in misura straordinaria, al punto da comportare la chiusura di numerosi impianti in Unione Europea e UK. (11)

La scarsità di fertilizzanti ha d’altra parte consentito ai suoi produttori di incrementare i margini sui mercati regionali e globale, nel 2021-2022, fino al picco di settembre 2022. La produzione è frattanto aumentata – sia in Russia che in U.S.A. – e i prezzi sono progressivamente calati, se pure a livelli superiori rispetto al 2020. National Farmers Union (NFU) Scotland aveva incontrato CMA, a settembre 2022, per denunciare (invano) l’insostenibilità dei costi dei fertilizzanti per gli agricoltori in UK, e i rischi che ne derivano anche per la ‘food security’. (12)

8) Conclusioni provvisorie

L’indagine di CMA (Competition and Markets Authority) ha il pregio di offrire una visione d’insieme sulla catena del valore nelle filiere agroalimentari in Regno Unito, nella prospettiva dei consumatori.

L’inflazione alimentare e il disagio sociale che ne deriva rimangono significativi ma l’Antitrust non può fare altro che verificare il corretto funzionamento della concorrenza sul mercato al dettaglio e intervenire in caso di sue distorsioni.

Il libero mercato non offre tutela alle fasce sociali più deboli né alla filiera della produzione agroalimentare, a dispetto dei buoni propositi dichiarati dal legislatore europeo nella Unfair Practices Directive (EU) 2019/633. (13)

Dario Dongo

Note

(1) Marta Strinati, Dario Dongo. Greedflation, i super profitti delle Corporation e supermercati in UK con l’alibi dell’inflazione. GIFT (Great Italian Food Trade). 17.3.23

(2) Marta Strinati. Consumatori contro la shrinkflation e altri rincari mascherati. GIFT (Great Italian Food Trade). 15.9.22

(3) Marta Strinati. Inflazione alimentare, le richieste di SAFE Food Advocacy. GIFT (Great Italian Food Trade). 23.6.23

(4) Marta Strinati. Profitti esagerati, la Grecia multa Unilever e Procter & Gamble. GIFT (Great Italian Food Trade). 12.11.23

(5) Marta Strinati. Spesa online, prezzi a confronto su 6 piattaforme ecommerce. GIFT (Great Italian Food Trade). 3.3.22

(6) Competition and Markets Authority (CMA). Price inflation and competition in food and
grocery manufacturing and supply. Outlook http://tinyurl.com/4p7deeea

(7) Marta Strinati. Sugar tax. Meno 5.000 casi di obesità tra le ragazze britanniche. GIFT (Great Italian Food Trade). 28.1.23

(8) Dario Dongo, Marta Strinati. Everli, Carrefour, l’ecommerce che inganna. Prezzi sballati ed etichette fuorvianti. GIFT (Great Italian Food Trade). 28.11.20

(9) Reg. (EU) 1169/11 e PMO (Price Marking Order, in UK) in effetti prescrivono che tutte le informazioni obbligatorie, escluse quelle specificamente riferite a lotto e ‘date marking’, vengano rese ‘disponibili prima della conclusione dell’acquisto‘, non anche prima della loro selezione (articolo 14). CMA suggerisce perciò una riforma normativa, sebbene la pratica di posticipare la trasparenza sui prezzi alla fase di inserimento dei prodotti nel carrello possa già venire qualificata come scorretta, ai sensi della Unfair Commercial Practices Directive (EU) No 2019/2161. Si veda il precedente articolo ‘Pratiche commerciali scorrette, il Codice del Consumo nell’era digitale’. GIFT (Great Italian Food Trade). 27.3.23

(10) Marta Strinati. Italiani in stand-by. Le previsioni di consumo di Coop Italia per il 2024. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.1.24

(11) Dario Dongo. Fertilizzanti azotati e urea, crisi nera in Europa. GIFT (Great Italian Food Trade). 29.8.22

(12) NFU Scotland engages CMA in fertiliser profit discussion. The Scottish farmer. 11.9.23 http://tinyurl.com/3wew825e

(13) Si vedano paragrafi 4,5 nel precedente articolo ‘Germania, la grande protesta degli agricoltori. Ecco perché’. GIFT (Great Italian Food Trade). 11.1.24

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