Great Italian Food Trade ha esaminato le etichette delle storiche caramelle Galatine, deducendo la loro ingannevolezza nell’affermazione di equivalenza tra l’ingrediente latte in polvere e il latte fresco pastorizzato, nonché nel riferimento a ‘solo ingredienti naturali’. La questione si inquadra nell’ambito del cosiddetto milk sounding, ed è stata sottoposta allo IAP (Istituto per l’Autodisciplina Pubblicitaria).
Le Galatine recano la denominazione di ‘tavolette al latte in polvere. La quantità di tale ingrediente – secondo quanto riportato in etichetta – varia tra il 40% (versione base, Latte), il 39% (Galatine Fragola) e il 33% (Galatine Cioccolato). Nondimeno, a dispetto di ogni regola matematica, in tutti e tre i casi viene vantata sul fronte dell’etichetta un’equivalenza dei diversi quantitativi di latte in polvere ‘all’80% di latte fresco pastorizzato’. (1)
È arduo comprendere la composizione delle caramelle, a fronte della dicitura ‘80% latte’, con particolare riguardo ai profili nutrizionali e quantitativi. Come è possibile che a quote di latte in polvere che variano di oltre il 20% (tra il prodotto di base e quello al cioccolato) corrisponda una sola equivalenza all’80% di latte fresco? E a quale latte fresco – intero, parzialmente scremato o scremato – sarebbe riferita l’equivalenza?
Equivalenza al latte fresco?
Dal punto di vista nutrizionale, ove pure si ipotizzasse che l’apporto di latte delle caramelle corrispondesse effettivamente all’80% di solo latte fresco ‘scremato’ pastorizzato (pertanto 80g su 100g di prodotto), l’apporto di carboidrati totali e relativi zuccheri fornito dall’ingrediente ‘latte’ alle Galatine dovrebbe essere di 4,2 g su 100 g. (2) La dichiarazione nutrizionale delle Galatine Latte riporta invece valori pari a 78 g di carboidrati su 100 g di prodotto, di cui 69g di zuccheri. La natura del prodotto è quindi assai diversa rispetto a quella rappresentata.
‘La comunicazione commerciale deve evitare ogni dichiarazione o rappresentazione che sia tale da indurre in errore i consumatori, anche per mezzo di omissioni, ambiguità o esagerazioni non palesemente iperboliche, specie per quanto riguarda le caratteristiche e gli effetti del prodotto’
(Codice di Autodisciplina Pubblicitaria, articolo 2)
Paradossalmente, seguendo alla lettera le indicazioni del produttore, 2 confezioni di Galatine Latte equivarrebbero ai 200 ml di latte che il Ministero della Salute raccomanda di consumare ogni giorno (!). Peccato solo che 2 confezioni di caramelle apportino oltre 120 g di zuccheri, vale a dire più del 130% dell’apporto giornaliero raccomandato (90g) dal legislatore europeo, su indicazione dell’Efsa. (3) già più volte citato il consumatore apporterebbe alla propria dieta media (circa 2000kcal).
Si tratta di una comunicazione ingannevole, fuorviante e diseducativa, al pari di quella in cui si compari un bicchiere di succo di frutta al consumo delle razioni di frutta e verdura raccomandate nelle linee guida nutrizionali. Con effetto deteriore soprattutto in quelle fasce di popolazione che – per la giovane o tarda età – hanno più bisogno di ricevere notizie univoche e coerenti sulla dieta da seguire.
Ingredienti buoni e naturali?
A dispetto delle promesse di prevalenza del latte (80%, vale a dire quattro parti su cinque), gli ingredienti significativi delle Galatine Latte – per oltre il 55% – sono zucchero e sciroppo di glucosio. I quali tra l’altro non possono certo venire qualificati come ‘ingredienti buoni e naturali‘, di cui pure è fatto vanto sul retro della confezione. È invero noto come la tecnologia richiesta per trasformare la barbabietola in saccarosio richieda processi chimico-fisici di una certa complessità, assai lontana dal concetto di ‘naturalità’. (4)
‘Naturale significa un prodotto che esiste o è composto da ingredienti esistenti in natura, derivato da processi tradizionali o comunque poco processato ovverosia senza interventi umani, processi chimici o di estrazione, aggiunte di additivi o sostanze aromatizzanti’
(Food Standards Agency, UK)
Responsabilità
Il regolamento UE 1169/11 – sull’informazione al consumatore relativa ai prodotti alimentari – prescrive che ‘Le informazioni sugli alimenti sono precise, chiare e facilmente comprensibili per il consumatore‘ e ‘non inducono in errore, in particolare: a) per quanto riguarda le caratteristiche dell’alimento e, in particolare, la natura, l’identità, le proprietà, la composizione, la quantità,(…)’ ovverosia ‘b) attribuendo al prodotto alimentare effetti o proprietà che non possiede‘ (…). (5)
Il Codice del Consumo (6) e il Codice di Autodisciplina Pubblicitaria (7) a loro volta stabiliscono criteri di correttezza, completezza e chiarezza a cui la comunicazione commerciale deve venire improntata. Con particolare attenzione ai prodotti alimentari, e alle modalità con cui le varie notizie – obbligatorie e volontarie – sono rappresentate dal punto di vista figurativo. Col preciso intento di valutare l’effetto dell’informazione complessiva sul consumatore medio.
‘La vision di Cloetta è quella di diventare l’azienda più ammirata (…) soprattutto per il modo responsabile con il quale ci relazioniamo con il mondo che ci circonda. Tutti i collaboratori Cloetta condividono la responsabilità per il comportamento nei confronti dei nostri clienti, consumatori, proprietari, fornitori e collaboratori. Noi, come azienda, dobbiamo agire sempre dimostrando di meritarci la fiducia e l’apprezzamento delle parti interessate.’
(Le parole del CEO Bengt Baron, Cloetta, Codice di Condotta)
Pubblicità ingannevole da eliminare
Great Italian Food Trade ha deciso di segnalare questo caso all’Istituto per l’Autodisciplina Pubblicitaria, la cui efficacia d’intervento è già stata messa in luce. (8) Con l’obiettivo di far cessare al più presto le informazioni commerciali di cui sopra, di cui appunto si deduce la grave ingannevolezza.
Galatine è un marchio italiano storico, registrato nel lontano 1956 dalla Polenghi Lombardo S.p.A. che poi lo cedette a Sperlari (ora del gruppo svedese Cloetta). Una caramella pregevole dal punto di vista simbolico soprattutto, poichè promossa richiamando il valore del latte anziché venire proposta come un suo sostituto. Ed è così che deve tornare, mettendo da parte messaggi ingannevoli e diseducativi.
In barba ai criteri di responsabilità sociale dichiarati da Cloetta (proprietario del marchio Sperlari e delle caramelle in questione), la quale ‘si impegna ad adottare una comunicazione che (…) consenta ai consumatori di fare acquisti consapevoli e, in particolare, riconosce che i bambini possiedono una più limitata capacità di valutare le informazioni pubblicitarie’. Nel caratteristico stile del greenwashing scandinavo.
Dario Dongo
Note
(1) ‘Viene definito “latte fresco pastorizzato” il latte che perviene crudo allo stabilimento di confezionamento e che, ivi sottoposto a un solo trattamento termico entro 48 ore dalla mungitura, presenti al consumo;
a) prova della fosfatasi alcalina negativa
b) un contenuto in sieroproteine solubili non denaturate non inferiore al 14 per cento delle proteine totali;
c) prova della perossidasi positiva. (…)’ (legge 3.5.89 n. 169, Disciplina del trattamento e della commercializzazione del latte alimentare vaccino)
(2) Fonte: tabelle di composizione degli alimenti pubblicate dal Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione del CREA
(3) Cfr. reg. UE 1169/11, Food Information Regulation, Allegato XIII
(4) concetto di ‘ingrediente naturale’ è spiegato con accuratezza nelle Linee Guida della Food Standards Agency (UK), su https://www.food.gov.uk/northern-ireland/niregulation/niguidancenotes/fresh-pure-natural-ni
(5) Reg. UE 1169/11, articolo 7. Tale regolamento è purtroppo ancor privo, in Italia, di apposita disciplina sanzionatoria https://www.greatitalianfoodtrade.it/etichette/impunità-e-negligenza-il-governo-italiano-omette-le-sanzioni-sul-reg-ue-1169-11. Sebbene le violazioni più gravi possano già ora raccogliere l’attenzione della magistratura penale
(6) D.lgs. 6.9.05, n. 206
(7) Codice di Autodisciplina Pubblicitaria, articoli 2 e 15
(8) Vedasi eBook ‘L’Etichetta’ (Dario Dongo, il Fatto Alimentare, Milano, 2011)

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.