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Francia, un eco-score in etichetta per comunicare l’impatto ambientale degli alimenti

In Francia arriva l’eco-score, un’informazione sintetica sul fronte etichetta (FOP, Front of Pack) per comunicare l’impatto ambientale degli alimenti a scaffale. La sua adozione da parte dei gestori di app come Yuka potrebbe in teoria facilitare scelte di consumo sostenibili, con il suggerimento di alternative con un’impronta ecologica inferiore.

Si appalesa tuttavia il grave rischio di sottovalutare le produzioni bio che oggi rappresentano l’unico sistema in grado di garantire l’effettivo rispetto di ecosistemi, benessere animale e salute dei consumatori sulla base di normative cogenti e uniformi.

Un eco-score a 5 colori

Un logo a 5 livelli (colori e lettere), come quello di NutriScore, viene impiegato nell’eco-score per distinguere a colpo d’occhio gli alimenti realizzati con minori consumi di risorse (acqua, suolo), emissioni (anche legate ai trasporti) e inquinanti (es. pesticidi), nel rispetto della biodiversità, etc.

L’iniziativa è stata lanciata da ECO2, la stessa società che ha lanciato la app di cucina sostenibile etiquettabile. Vi hanno già aderito alcuni operatori impegnati nella sostenibilità di produzioni e consumi (#SDG12) e la corretta informazione al consumatore. Tra i quali Yuka, la app che fornisce un giudizio immediato sul profilo nutrizionale e la presenza di additivi ‘sospetti’, con un favore verso i prodotti biologici. (1)

Eco-score, i criteri governativi

Il giudizio sintetico fornito dall’eco-score si basa su diversi criteri. Anzitutto sulla valutazione del ciclo di vita degli alimenti (LCA, Life Cycle Assessment), eseguita dall’Agenzia francese per la transizione ecologica (ADEME, Agence de la transition écologique). Sulla base del criterio dell’eco-score introdotto in etichetta dalla legge francese contro lo spreco (legge 105/2020), a partire dal 2021, ADEME ha già valutato 2500 prodotti con il progetto Agrybalyse).

La valutazione della LCA misura l’impatto dell’alimento dal campo alla tavola, tenuto anche conto delle sue modalità di consumo. Lo standard Agrybalyse è tuttavia criticato da agricoltori, ambientalisti e consumatori, per l’inadeguatezza dei suoi criteri che paradossalmente possono condurre a favorire le colture intensive rispetto all’agroecologia. (2)

Eco-score, i criteri supplementari

L’eco-score di ECO2 va oltre il solo criterio della LCA adottato nel modello Agrybalyse. Il punteggio di base viene infatti sottoposto a criteri correttivi, con un approccio di bonus/malus, che considerano:

– l’origine di ciascun ingrediente (bonus da 0 a 15 punti),

– la certificazione del metodo di produzione (da 10 a 20 punti), (3)

– l’impatto ambientale degli imballaggi, con penalità se sovradimensionati rispetto al contenuto, non riutilizzabili e non riciclabili (malus da 0 a 15 punti),

– l’impatto sulla biodiversità. Ai prodotti correlati alla pesca eccessiva o alla deforestazione (es. olio di palma, soia OGM), si applica un malus di (soli) 10 punti.

Le ricette sostenibili

Lo strumento viene applicato anche alle ricette e alle pietanze servite al ristorante. In questo caso, ulteriori valutazioni riguardano la stagionalità degli ingredienti, preferibile perché meno impattante delle coltivazioni in serra.

Con l’eco-score, i consumatori francesi fanno un ulteriore passo avanti nella conquista di strumenti utili a eseguire scelte consapevoli per una spesa sostenibile. Sotto le Alpi invece, ça va sans dir, tutto tace.

Marta Strinati

Note

1) L’eco-score volontario è già adottato in Francia, tra gli altri, da Yuka, Open Food Facts (240mila prodotti nel database), la catena di food delivery FoodChéri, la app di ricette Frigo Magic, l’azienda di piatti pronti Seazon. Il sito di ecommerce biologico La Fourche l’ha adottato per alcuni suoi prodotti a marchio

2) Confédération paysanne. Aberrant, l’affichage environnemental “Ecoscore” risque de promouvoir l’agriculture intensive. 17.12.20, http://www.confederationpaysanne.fr/actu.php?id=10937

3) Que Choisir. Affichage environnemental. L’Ecoscore risque de promouvoir l’agriculture intensive. 17.12.20, https://www.quechoisir.org/action-ufc-que-choisir-affichage-environnemental-l-ecoscore-risque-de-promouvoir-l-agriculture-intensive-n86711/

4) La certificazione del metodo di produzione varia in funzione del certificatore. Se fornita da Demeter, Nature & Progrès o Bio Coherence +20 punti, se EU Bio o AB (Agricolture biologique) +15 punti, se HVE, UTZ, Rainforeste Alliance, Fairtrade, Bleu Blanc Coeur, Label Rouge, ASC Aqua e MSC +10 punti

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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