Buycott! Soia OGM, olio di palma e carni americane. La campagna lanciata da Égalité e GIFT (Great Italian Food Trade) miete consensi. Dopo le adesioni dell’Associazione dei Comuni Virtuosi, European Consumers, Coalition Against Land Grabbing, Disability Pride Italia, si unisce a noi anche il Gruppo No Pesticidi con i suoi 58.000 membri.
#Buycott! olio di palma e soia OGM, No pesticidi aderisce alla nostra campagna
‘Noi come gruppo No Pesticidi aderiamo con entusiasmo alla campagna #buycott. Come già per la petizione contro l’olio di palma lanciata la prima volta nel 2013 dall’amico Dario Dongo, vogliamo contribuire al successo di un’iniziativa che rispecchia appieno i nostri valori e i nostri intenti. Non possiamo accettare che i produttori italiani ed europei di latticini e formaggi, carni e salumi ancora utilizzino la soia OGM impestata dai veleni che deriva dalle rapine delle terre e dalle deforestazioni. I nostri valori sono universali perché riguardano i diritti umani, a partire dalla salute delle creature più piccole, e dell’ambiente.
Dobbiamo darci da fare con le scelte di tutti i giorni, anche quando facciamo la spesa, per rifiutare tutti i prodotti che derivano dalle prime cause di rapine delle terre e deforestazioni che sono proprio l’olio di palma e la soia OGM. Questo significa #iovotocolportafoglio, questo vuol dire fare il ‘climate strike’. I diritti universali alla salute vanno tutelati in ogni parte del pianeta, dove bisogna portare avanti a tutti i costi l’agroecologia nelle filiere. Fino a quando non verrà superato un sistema agricolo industriale meramente estrattivo basato sugli abusi, che non tiene conto dell’equilibrio ambientale e del benessere delle generazioni future. Égalité!’
#NoPesticidi, la nostra lotta per la salute e l’ambiente
L’abuso di agrotossici è al centro della pacifica lotta che il Gruppo No Pesticidi porta avanti senza tregua, con il nostro affiatato sostegno. ‘In scienza e coscienza’, proviamo ad aprire gli occhi della politica e delle amministrazioni – oltreché dei cittadini – sui gravi rischi per la salute e l’ambiente associati all’esposizione a tali sostanze. Il ‘caso glifosato’ – l’erbicida più utilizzato a livello planetario, dichiarato cancerogeno dall’Agenzia per la Ricerca sul Cancro (OMS) ma non anche dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) – è solo la punta dell’iceberg di quanto accade anche a casa nostra. (1)
La situazione in Italia – come abbiamo più volte sottolineato – è particolarmente critica. Ai già allarmanti dati ufficiali sui consumi di agrotossici – 2,4 volte superiori alla media europea (2) – si aggiunge l’evidenza del loro traffico illegale e scriteriato impiego in vaste aree agricole controllate dalle agromafie. Come solo di recente è emerso nell’Agro Pontino.
I residui dei veleni così percolano, nei due terzi delle acque superficiali e addirittura in un terzo di quelle sotterranee, o di falda. Ove ancora si trovano DDT e atrazina, vietati da mezzo secolo e un quarto di secolo, rispettivamente. (3). Secondo quanto riportato anche da Legambiente, nel dossier ‘Stop Pesticidi’. (4) Siamo tutti cavie, per i monopolisti globali dei pesticidi e delle sementi. Sebbene la ricerca in tossicologia evidenzi nuovi fattori di rischio – quali l’interazione col microbioma – da considerare nella valutazione di tali sostanze.
Pesticidi, esposizione cronica e malattie
I rischi per la salute associati all’esposizione cronica (cioè costante e ripetuta) ai pesticidi sono comprovati da numerosi studi scientifici, validati tra l’altro da diverse agenzie delle Nazioni Unite. Ivi compresa l’UNICEF, che ha evidenziato i pericoli per i bambini e i minori. Ci si riferisce in particolare a:
- esposizione professionale, in virtù della produzione, trasporto, preparazione e applicazione di pesticidi. I principali fattori coinvolti in questo tipo di esposizione includono l’intensità di applicazione, la frequenza, la durata e il metodo, il rispetto delle norme di sicurezza, l’uso di dispositivi di protezione individuale. Nonché i profili fisico-chimici e tossicologici dei pesticidi in uso. Anche i membri delle famiglie di coloro che utilizzano pesticidi possono incorrere in gravi rischi a causa di sversamenti accidentali e perdite, utilizzi non corretti di attrezzature, contatto con gli indumenti utilizzati, mancato rispetto dei requisiti di sicurezza e delle linee guida,
- esposizione ambientale/residenziale. È ampiamente documentato che vivere vicino ai luoghi in cui i pesticidi vengono utilizzati, fabbricati o smaltiti possa aumentare in modo significativo l’esposizione umana per inalazione e contatto con aria, acqua e suolo. Di particolare rilievo è anche l’effetto ‘deriva’. Vale a dire la dispersione aerea di particelle di miscela di pesticidi che non raggiungono il bersaglio, ma si diffondono nell’ambiente circostante. In presenza di coltivazioni intensive confinanti con residenze private o luoghi pubblici (scuole, asili, parchi ecc.) è possibile quindi la contaminazione dei residenti e della popolazione che vi si trova. Questo tipo di contaminazione è particolarmente importante se lo spargimento avviene con atomizzatori ed in condizioni di ventosità. (5)
L’esposizione ai pesticidi comporta un incremento statisticamente significativo del rischio di patologie cronico-degenerative quali tumori, diabete, patologie respiratorie, malattie neurodegenerative e cardiovascolari. Oltre a disturbi della sfera riproduttiva, infertilità maschile, disfunzioni metaboliche e ormonali, patologie autoimmuni, disfunzioni renali. La principale azione dei pesticidi è invero quella neurotossica. (6) E non è un caso che il loro sviluppo industriale sia storicamente derivato dalle sperimentazioni di armi chimiche destinate all’uomo. Si aggiungono poi, anche nel medio e lungo termine, interferenza endocrina (7) ed effetti cancerogeni. (8)
Dario Dongo e Giulia Caddeo
Note
(1) V. rapporto a cura di Pietro Massimiliano Bianco (2017). GRE- International Society of Doctors For Environment – Pesticides Action Network – European Consumers, pagina 34, https://drive.google.com/file/d/1hOFz60XkDbrDQHtTPtKKJpsycVCRAnWO/view
(2) Dato riferito alla SAU (Superficie Agricola Utilizzata)
(3) Legambiente, 18.2.19, ufficio stampa
(4) ISPRA. (2018). Rapporto nazionale sulla qualità delle acque
(5) V. nota 1, pagine 10 e seguenti
(6) ‘La tossicità neurologica embrio-fetale, infantile e in età adulta è uno dei più importanti effetti della esposizione a pesticidi. Per esposizioni acute ad organofosfati, ad esempio, non solo si riscontrano nell’immediato sintomi a carico del sistema nervoso centrale sia di tipo sensoriale che motorio, ma anche sequele neuropsichiatriche a lungo termine quali deficit nel rilevamento di stimoli e nell’elaborazione delle informazioni, carenze nell’attenzione e nella memoria e maggiore incidenza di depressione. Allo stesso modo, anche l’esposizione cronica a questi agenti è risultata associata con anomalie neuro-comportamentali tra cui ansia, depressione, sintomi psicotici, sintomi extrapiramidali, deficit nella memoria a breve termine, nell’ apprendimento, nell’attenzione e nell’elaborazione’. V. nota 1, pagine 14 e seguenti
(7) ‘Questo termine, introdotto per la prima volta nel 1991, contempla tutte le sostanze di diversa natura (metalli pesanti, diossine, PCB, pesticidi, ritardanti di fiamma, bisfenolo A etc.) che interferiscono con sintesi, secrezione, trasporto, azione, metabolismo o eliminazione degli ormoni’ V. nota 1, pagina 14 e seguenti
(8) ‘Le modalità con cui i pesticidi esplicano l’azione cancerogena possono essere sia di danno diretto al DNA (frammentazione del DNA, formazione addotti, alterazioni cromosomiche) che, più frequentemente, attraverso modificazioni di tipo epigenetico, ovvero alterazioni della espressione genica o del fenotipo cellulare senza che la sequenza del DNA sia alterata’. V. nota 1, pagine 14 e seguenti