Quasi tutti gli alimenti per bambini sono nocivi. Lo denuncia l’associazione tedesca Foodwatch, che ha analizzato la composizione di 283 prodotti pubblicizzati come rivolti ai bambini.
Nonostante le promesse i prodotti, 16 colossi di Big Food – da Nestlé a Ferrero – attentano da anni alla salute dei più piccoli, attirandoli con prodotti con quantità eccessive di grassi, zuccheri e sale. A livelli tali da risultare inadatti ai più piccoli, secondo i parametri dell’Oms.
Alimenti per bambini nocivi, la ricerca
La ricerca di Foodwatch replica il lavoro condotto nel 2015, quando gli alimenti per bambini nocivi erano l’89,1%. Dopo 5 anni, il risultato rimane preoccupante. Solo 41 dei 283 prodotti valutati (il 14,5%) sono conformi alle indicazioni dell’Oms.
Le 16 marche oggi monitorate avevano aderito nel 2007 a EU Pledge, l’iniziativa europea per un marketing responsabile verso i bambini, a supporto del potere decisionale dei genitori nella scelta della dieta dei figli. Un impegno quasi mai rispettato, come dimostra il tam-tam pubblicitario rivolto ai bambini.
Solo junk food per 10 aziende su 16
Due terzi dei colossi sotto indagine vendono esclusivamente junk food. Il 100% dei loro prodotti per bambini sono nocivi. Si tratta di
– Ferrero, 23 prodotti,
– PepsiCo, 18 prodotti,
– Coca-Cola, 13 prodotti,
– Intersnack, 13 prodotti,
– Mars, 13 prodotti,
– Unilever, 13 prodotti,
– Bel Group, 9 prodotti,
– Mondelez, 9 prodotti,
– Lorenz Snack World, 7 prodotti,
– Lindt, 1 prodotto.
Promesse non mantenute
Oltre a risparmiare i bambini da pubblicità che li trasformano in consumatori di cibo-spazzatura, Big Food aveva anche promesso di migliorare il profilo nutrizionale di snack e altri alimenti rivolti ai minori.
Tabelle nutrizionali alla mano, Foodwatch dimostra che pochi hanno mantenuto la promessa. Le rilevazioni registrano un piccolo avanzamento di
– Danone, 38 prodotti migliorati,
– McDonalds, 6,
– Kellog’s, 4,
– Burger King, 2.
Prima il profitto
Un decesso su 5 è dovuto principalmente a una dieta malsana, ricorda Foodwatch, che invoca uno stop alla pubblicità di alimenti nocivi per bambini.
Una chimera, considerato che il junk food è tra le produzioni con più alto margine di guadagno per il produttore. Il profitto prima di tutto.
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".