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Bevande a base di tè, 61 prodotti a confronto

Le bevande a base di tè sono sempre più popolari. I profili nutrizionali, cioè quanti e quali zuccheri, meritano una grande attenzione. Così come gli ingredienti, additivi e aromi di sintesi e non.

L’indagine di mercato realizzata da GIFT (Great Italian Food Trade) considera 61 prodotti a scaffale in Italia. Marchi industriali, del retail e il discount.

Bevande a base di tè, i parametri del confronto

Il confronto è tra bevande a base di tè al limone e alla pesca, deteinati agli stessi gusti e a base di tè verde. 50 prodotti convenzionali e 11 biologici, i quali sono da favorire sia per l’impiego di ingredienti coltivati senza pesticidi ed erbicidi di sintesi, sia per l’assenza di aromi chimici.

Le etichette messe a confronto ci rivelano:

  • le quantità (non affatto trascurabili) di zuccheri aggiunti e il valore energetico,
  • la qualità del processo. Infusione di tè o aggiunta di un suo estratto all’acqua,
  • la natura degli aromi (naturali o di sintesi),
  • gli additivi, ove presenti. (1)

La porzione standard e la shrinkflation

Un bicchiere da 250 ml è la porzione standard considerata per uniformare il confronto delle calorie e la quantità di zuccheri apportate da ciascuna delle 61 bevande confezionate in vari formati (da 250 ml a 1,5 litri). Si registrano al proposito quattro eccezioni, con due sospetti di shrinkflation (meno prodotto, stesso prezzo).

– Coop riferisce la porzione, su tutti i formati, a 200 ml. Poco realistica nella bottiglia da 500 ml, come in quella da 1,5 litri,

– Coca-cola riferisce i valori nutrizionali a una porzione del suo Fuse Tea all’intera bottiglia da 400 ml. Ed è più credibile poiché chi acquista una bottiglia di tè da 400-500 ml tende a consumarla per intero, sottovalutandone le calorie, come fosse acqua,

– Ferrero riduce la bottiglia standard da 500 ml a 400 ml, e nella sola versione bio di Estathè the verde espone in etichetta ‘contiene due porzioni’. Una furberia ad hoc, poiché lo stesso tè nella bottiglia da 330 ml riferisce la porzione all’intero contenuto.

– Eurospin offre un esempio di shrinkflation nel proporre il più pregiato tè da infuso Blues in una bottiglia da 200 ml, quello da estratto nel formato 250 ml.

5 cucchiaini di zucchero in un bicchiere

La bevanda di tè puro – senza aggiunta di zuccheri e/o edulcoranti – è ancora rara in Italia. E le quantità di zuccheri aggiunti sono spesso pericolose per la salute, alla luce delle raccomandazioni di EFSA a ridurne al minimo gli apporti. (2)

La quantità di zuccheri in un bicchiere di bevanda a base di tè arriva infatti a sfiorare i 30 grammi. Una quantità fuori misura, pari a 5 cucchiaini di zucchero.

Zuccheri, mix e alternative

Tra le bevande convenzionali usano il solo zucchero 6 bevande a base di tè al limone e altrettante al gusto di pesca, cinque tra i deteinati e uno tra i tè verdi.

Per il resto, il sapore dolce è offerto da vari mix di zucchero e altri ingredienti e/o edulcoranti, anche acalorici.

La combinazione più frequente è zucchero, fruttosio, sucralosio, adottata da Beltè, Eurospin, Spinner, Lissa e Consilia. San Benedetto in questo mix sostituisce il fruttosio con lo sciroppo di fruttosio-glucosio.

Da consumare con moderazione

È utile ricordare che i tre dolcificanti di queste combinazioni richiedono moderazione nei consumi:

Il fruttosio è soggetto a una dose giornaliera inferiore ai 50g, pena un aumento del rischio di malattia del fegato grasso (steatosi epatica) e una diminuzione della sensibilità all’insulina. Se consumato in eccesso può inoltre causare aumento di colesterolo e trigliceridi.

Lo sciroppo di glucosio-fruttosio è ultraricco in fruttosio, e ne presenta tutti gli inconvenienti appena citati.

Il sucralosio (E 955) è privo di calorie e possiede uno dei poteri dolcificanti più elevati tra gli edulcoranti. È però sospettato di una correlazione con il rischio di malattie coronariche e cancro. Soggetto a una DGA (dose giornaliera accettabile) di 15 mg/kg di peso corporeo, è vietato negli alimenti destinati ai bambini sotto i 3 anni di età. Non deve venire sottoposto al calore, oltre i 120 °C possono infatti formarsi composti nocivi.

La carica degli edulcoranti

L’opzione edulcoranti – per ridurre il consumo di zuccheri e l’apporto calorico dei drink dolci al tè – merita a sua volta qualche considerazione. La prima sembra una noiosa predica, ma va ricordata: con piccoli sforzi quotidiani è possibile ridurre l’assuefazione al gusto dolce e recuperare il piacere di altri sapori.

Nelle 8 bevande a base di tè senza zucchero selezionate gli edulcoranti sono sempre in combinazione, tre molecole in 5 casi e due nei restanti 3. Il sucralosio è sempre presente, combinato con

Acesulfame k (E 950). Un edulcorante di sintesi da sempre combinato con l’aspartame (E 951). Quest’ultimo è in via di progressivo abbandono dopo i sospetti di potenziale cancerogenicità e di maggior rischio di malattie cerebrovascolari emersi in alcuni studi. LINK Anche l’acesulfame k è peraltro associato al rischio di malattie coronariche e cancro, sebbene EFSA abbia scartato il rischio cancerogeno alla dose massima giornaliera di 9 mg/kg di peso corporeo.

Ciclammato di sodio (E 952). È soggetto a una DGA (dose giornaliera accettabile) di 7 mg/Kg di peso corporeo. Come l’aspartame, è oggetto di controversie. In alcune persone, una frazione variabile del ciclammato assorbito può essere convertita in (tossica) cicloesilammina dai batteri del microbiota intestinale. Studi condotti su animali hanno dimostrato che la cicloesilammina degrada il tessuto testicolare e lo sperma. Infine, studi recenti hanno investigato il legame tra il consumo di dolcificanti intensi e l’alterazione della flora intestinale, che causa un disturbo nella regolazione dei livelli di glucosio.

Edulcoranti, le alternative

Gli edulcoranti alternativi a quelli citati sono utilizzati soltanto nei prodotti senza zucchero di Ferrero. Estathé zero alla pesca e al limone impiegano infatti

  • Glicosidi steviolici da stevia (E 969), con indice glicemico nullo, zero calorie e stabilità al calore. Anche in questo caso, tuttavia, suscita dubbi il rischio di residui chimici generati dal processo di estrazione dei glicosidi steviolici dalla pianta. Oltre alla presenza di sucralosio, nei citati prodotti Ferrero.
  • Eritritolo (E 968). Ottenuto da mais fermentato o amido di mais, è un poliolio non assimilato dall’organismo. Con indice glicemico molto basso e zero calorie, può causare gonfiore intestinale. Recentemente è stato presentato dalla stampa come non raccomandabile, ma al caso abbiamo dedicato un approfondimento che per ora dissolve i sospetti. (3)

La dolcezza, anche assente, nelle bevande a base di tè biologiche

Le bevande a base di tè bio si differenziano da quelle convenzionali anche per l’impiego di dolcificanti alternativi al saccarosio. 6 prodotti contengono succo d’uva, uno succo di agave e due nessun dolcificante: il top, per chi è libero dalla schiavitù del dolce.

Lo sciroppo di agave, però, va consumato con moderazione. È troppo ricco in fruttosio (che partecipa alla malattia del fegato grasso o sindrome metabolica, come abbiamo visto), per questo ha un indice glicemico basso. Apporta 3,5 kcal/g. È inoltre molto dolcificante, quindi abitua a un gusto molto dolce.

I due tè verdi bio di Estathè e Galvanina, invece, aggiungono zucchero di canna, sostanzialmente analogo a quello di barbabietola.

Gli additivi e il colorante

Due additivi sono presenti sulla quasi totalità dei prodotti, insieme, da soli o abbinati ad altro additivo. Nella selezione dei biologici, compaiono solo in 4 prodotti su 11.

Si tratta di sostanze molto diffuse negli alimenti:

  • Acido ascorbico (E 300) è la vitamina C di sintesi. Viene impiegata come antiossidante per evitare l’imbrunimento del prodotto.
  • Acido citrico (E 330). L’acido citrico è un acido naturale presente nella maggior parte dei frutti. Su scala industriale, questo regolatore di acidità è prodotto tramite la fermentazione controllata di un fungo (Aspergillus niger), che può produrre micotossine e innescare reazioni allergiche nelle persone sensibili alle muffe. Il rischio più comune legato a questo additivo riguarda però i danni ai denti, specialmente tra i forti consumatori di bevande gassate, bambini in primis.

Nel campione compaiono inoltre citrato trisodico (E 331) e citrato di calcio (E 333). Sono entrambi sali dell’acido citrico (E330). Valgono quindi le considerazioni riferite a quest’ultimo.

In un solo caso – Carrefour Classic The alla pesca – abbiamo trovato un colorante, il caramello solfito-caustico (E 150b), da evitare in caso di intolleranza ai solfiti.

Aromi artificiali quasi ovunque

Il gusto di tè, limone o pesca viene quasi sempre ottenuto con l’aggiunta di aromi di sintesi. Poche le eccezioni: 7 su 50.

Le bevande a base di tè deteinato sono smaccatamente rivolte ai bambini, come dimostrano i pupazzi in etichetta. Anche qui tuttavia (oltre agli additivi citati sopra) figurano sempre gli aromi di sintesi. Tra i 6 gusti pesca, soltanto Estathè impiega aromi naturali. Tra i 6 al gusto limone, invece, lo fanno in due: Consilia e Lissa.

Per il resto, troviamo solo aromi naturali in cinque casi:

  • Coop, che impiega aroma naturale di pesca e di tè nella sua bevanda al gusto pesca, anche nella versione senza zuccheri
  • Fuzetea (Coca-Cola), che nei due gusti pesca&rosa e limone&lemongrass impiega aromi naturali ed estratti (di rosa e di lemongrass, vale a dire citronella),
  • Consilia Saper Scegliere, the al limone deteinato.

Nelle bevande biologiche, invece, gli aromi sono sempre naturali, come previsto dal regolamento 848/2018, che vieta l’aggiunta di aromi artificiali ma anche di numerosi additivi.

Etichette e misteri

Le etichette come spesso accade suscitano qualche perplessità sulla corretta informazione al consumatore. Quattro esempi.

  • Ferrero per la sua bevanda Estathè the verde bio non specifica nella lista ingredienti che gli aromi sono naturali, sebbene ciò sia previsto nella produzione biologica. Si limita a darne conto sul collo della bottiglia.
  • Coca-cola per il suo Fuse Tea limone&lemongrass non indica la quantità di estratto di lemongrass, pure evidenziato in etichetta come ingrediente.
  • Senza conservanti è un claim presente sulla quasi totalità dei prodotti, che però contengono un antiossidante. Tendenzialmente fuorilegge.
  • Senza glutine è un altro claim molto popolare sulle bottiglie esaminate, decisamente fuorilegge, come abbiamo visto. (4)

Marta Strinati

Note

(1) Le informazioni relative agli additivi sono basate sui lavori pubblicati da Altroconsumo e dalla rivista dei consumatori francesi 60 Millions del consommateurs

(2) Marta Strinati. Il ruolo nocivo degli zuccheri nella dieta, parere EFSA. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.3.22

(3) Gianluca Baccheschi. Eritritolo, il dolcificante sotto accusa. Un po’ di chiarezza. GIFT (Great Italian Food Trade). 3.4.23

(4) Dario Dongo. Tè senza glutine? GIFT (Great Italian Food Trade). 22.12.17

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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