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Aspartame, l’ombra di Coca-Cola e Big Soda sul parere del comitato additivi di FAO-WHO

La valutazione sulla sicurezza dell’aspartame eseguita da JECFA – il Comitato di esperti sugli additivi alimentari di FAO/WHO – potrebbe essere stata condizionata da Coca-Cola e Big Soda.

L’associazione no-profit U.S. Right to Know denuncia il conflitto di interessi di quasi la metà dei componenti del panel chiamato a giudicare il rischio di cancerogenicità dell’edulcorante di sintesi. (1)

Aspartame, l’influenza delle lobby di Coca-Cola e Big Soda

L’inchiesta di U.S. Right to Know è nata dalla posizione assunta da JEFCA, il 13 luglio 2023, sulla sicurezza dell’aspartame:

  • subito dopo che la International Agency for Research on Cancer (IARC, WHO), alla luce di nuove evidenze scientifiche, ha inserito la molecola tra i probabili cancerogeni per l’uomo, (2)
  • il Comitato congiunto FAO/WHO di esperti sugli additivi alimentari (JECFA) ha confermato la dose giornaliera di aspartame (40 mg per kg di peso corporeo) dichiarata ‘sicura’ nel lontano 1981. (3)

U.S. Right to Know annota che ‘almeno 6 su 13 membri del panel JECFA hanno legami con ILSI, un gruppo di facciata di lunga data della Coca-Cola. Sia il presidente che il vicepresidente del comitato JECFA hanno legami con l’ILSI. Di conseguenza, ‘a causa di questo conflitto di interessi, le conclusioni del JECFA sull’aspartame non sono credibili e il pubblico non dovrebbe farvi affidamento‘.

Il gruppo di pressione trasversale

ILSI (International Life Sciences Institute) – fondato nel 1978 da Alex Malaspina, allora vicepresidente di The Coca-Cola Company, rimasto legato al colosso delle bollicine fino al 2021 – si presenta come un gruppo che conduce ‘scienza per il bene pubblico‘ e ‘migliora la salute e il benessere umano e salvaguarda l’ambiente‘.

Le indagini condotte da ricercatori indipendenti e giornalisti d’inchiesta mostrano invece come ILSI sia un gruppo di pressione che tutela gli interessi dell’industria alimentare e chimica, non la salute pubblica. Nel 2019 anche il New York Times ne ha svelato le ingerenze nella politica alimentare globale.

Finanziamenti milionari

L’inchiesta condotta da U.S. Right to Know ricostruisce i finanziamenti milionari versati a ILSI dai colossi industriali:

– Big Food. Mars, Mondelez, General Mills, Nestlé, Kellogg, Hershey, Kraft, Dr. Pepper, Snapple Group, Starbucks Coffee, Cargill, Unilever e Campbell Soup,

– Big Soda. Coca-Cola e PepsiCo,

– Big Ag, Big Chem. I monopolisti di pesticidi e OGM, oltreché giganti della chimica. CropLife International, Monsanto, Syngenta, Dow Agrisciences, Pioneer Hi-Bred, Bayer CropScience e BASF. (4)

Esemplare, tra i documenti raccolti da U.S. Right to Know, un scambio di email ove un membro del Consiglio di ILSI propone di utilizzare l’istituto per ‘una generazione scientifica credibile e consensuale sui problemi che affliggono l’industria‘, con particolare riguardo a ‘la sicurezza degli edulcoranti’. Come appunto l’aspartame.

Conflitti di interessi nella ricerca

Il sistema delle porte girevoli è di casa, tra Coca-Cola e ILSI. U.S. Right to Know ricorda il percorso di Rhona Applebaum, presidente lILSI, che nel 2015 ‘si ritirò dal suo lavoro come responsabile sanitario e scientifico della Coca-Cola (e dell’ILSI) dopo che il New York Times e l’Associated Press (AP) riferirono che Coca-Cola aveva finanziato la rete no-profit Global Energy Balance Network, per allontanare la colpa dell’obesità dalle bevande zuccherate’.

Numerosi ricercatori hanno a loro volta collaborato per decenni – anche a pagamento, in alcuni casi – con il gruppo di lobby travestito da istituto di ricerca, con interventi ai convegni e studi scientifici, in spregio delle regole basilari sul conflitto di interessi. (5)

Tra i 13 ricercatori del comitato JECFA che ha confermato la dose giornaliera di aspartame considerata sicura 42 anni prima, ben 6 risultano legati a ILSI:

– Sue Barlow, già membro dell’ILSI International Food Biotechnology Committee,

– Diane Benford (presidente del Comitato JECFA sull’aspartame), già membro di un gruppo di lavoro di esperti ILSI Europe,

– Richard Cantrill (vice-presidente), già membro di un panel di ILSI Europe,

– Jean-Charles Leblanc, già membro di un gruppo di lavoro di esperti ILSI Europe,

– Josef Schlatter, già membro del consiglio di amministrazione di ILSI Health and Environmental Sciences Institute (HESI),

– Michael DiNovi, già membro di un gruppo di lavoro di esperti ILSI Europe.

La lobby dei veleni

I tentacoli dell’ILSI affondano ovunque.

Zucchero. Nel 2016, uno studio finanziato dall’ILSI ha sostenuto che le raccomandazioni di ridurre lo zucchero si basano su prove deboli e inaffidabili. Marion Nestle, professoressa della New York University che studia i conflitti di interesse nella ricerca nutrizionale, ha spiegato al Times che lo studio dell’ILSI ‘esce direttamente dal programma dell’industria del tabacco: mette in dubbio la scienza. Questo è un classico esempio di come i finanziamenti del settore distorcano le opinioni. È vergognoso‘.

Tabacco. Il rapporto di un comitato indipendente della World Health Organization (2020), nell’illustrare le tecniche usate dall’industria per indebolire gli sforzi di WHO per il controllo del tabacco, cita ILSI come caso di studio.

Glifosato. È celebre l’affermazione del maggio 2016 di Alan Boobis – vicepresidente di ILSI Europe e al contempo presidente del comitato FAO-WHO sui pesticidi (Joint Meeting on Pesticide Residues, JMPR) – secondo cui è improbabile il rischio di cancro per esposizione dietetica al glifosato (brevettato da Monsanto, finanziatore di ILSI).

E ancora, U.S. Right to Food riferisce i casi in cui ILSI si è infiltrata in:

  • Centers for Disease Control and Prevention, (CDC), l’organismo federale USA per la salute pubblica,
  • Dietary Guidelines Advisory Committee, gruppo di consulenza al governo statunitense sulle raccomandazioni dietetiche,
  • governo indiano, per forgiare le politiche nutrizionali sullo stile Coca-Cola (‘più attività fisica per combattere l’obesità’), minimizzando il ruolo dello zucchero e della dieta.

Enough!

Marta Strinati

Note

(1) Gary Ruskin. Did a Coca-Cola front group sway a WHO review of aspartame? U.S.Right to Know. 19.7.23 https://usrtk.org/sweeteners/coca-cola-front-group-who-review-of-aspartame/

(2) Marta Strinati. L’aspartame è un possibile cancerogeno, secondo IARC. GIFT (Great Italian Food Trade). 30.6.23

(3) Aspartame hazard and risk assessment results released. WHO, press release. 14.7.23 https://www.who.int/news/item/14-07-2023-aspartame-hazard-and-risk-assessment-results-released

(4) Stacy Malkan. International Life Sciences Institute (ILSI) is a food industry lobby group. U.S. Right to Know. 10.7.23 https://usrtk.org/pesticides/ilsi-is-a-food-industry-lobby-group/

(5) Marta Strinati. Ricerca nutrizionale deviata dalle lobby di Big Food. Nuovo studio. GIFT (Great Italian Food Trade). 27.1.21

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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