Gli aperitivi analcolici vengono spesso considerati bevande gustose e innocue poiché privi di alcol. L’esame delle loro etichette mostra spesso però la profusione di additivi alimentari ‘poco raccomandabili’ e zuccheri semplici in quantità variabile.
Il nostro test su 11 tra le bevande più vendute ne indica 4 come accettabili.
Aperitivi analcolici, molti additivi
Dal Crodino al bitter, gli aperitivi analcolici sono essenzialmente miscele di acqua e zucchero con aromi quasi sempre sintetici. L’aggiunta di coloranti conferisce al liquido la consueta brillantezza, sui toni del giallo o del rosso per lo più. Altri additivi vengono aggiunti come acidificanti, stabilizzanti, edulcoranti.
La nostra tabella comparativa a piè di pagina contrassegna gli additivi con i colori verde-giallo-arancio-rosso, in relazione all’eventuale presenza e gravità di sospetti o evidenze in merito a pericoli per la salute correlati al loro apporto.
Coloranti insostenibili
7 su 11 prodotti – oltre il 63% del campione esaminato – contengono coloranti azoici. Sostanze che l’EFSA (European Food Safety Authority) ha correlato all’insorgenza della sindrome da deficit di attenzione (ADHD) nei bambini, che in due terzi dei casi si protrae anche nella vita adulta con ripercussioni castranti in termini socio-economici. In aggiunta a sospette allergenicità e genotossicità.
La presenza di coloranti azoici nei prodotti alimentari, ivi incluse le bevande con e senza alcol, impone perciò di inserire in etichetta l’avvertenza ‘può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini‘. (1)
Nel campione ricorrono sempre gli stessi tre coloranti:
– E110 – Giallo tramonto FCF, giallo arancio S,
– E122 – Azorubina, carmoisina (colore rosso),
– E102 – Tartrazina, giallo tartrazina.
Il caramello negli aperitivi analcolici
Tra i coloranti aggiunti negli 11 aperitivi analcolici figurano inoltre due tipi di caramello, complessivamente soggetti a una DGA (dose giornaliera accettabile) di 300 mg/kg di peso corporeo:
– E150a. La ricetta ‘base’ del caramello non presenta criticità (esso è perciò contrassegnato in verde, nella nostra tabella),
– E150b, caramello solfito-caustico. Questo colorante è ottenuto mediante l’utilizzo di solfiti. Altroconsumo suggerisce di evitarlo in caso di intolleranza ai questa categoria di allergeni. (3)
Più succhi alimentari, meno coloranti
Evitare i coloranti problematici si può. Lo dimostra San Pellegrino nei suoi Sanbitter bianco e gusto sambuco. Vi rinuncia anche Coop, che nei suoi bitter (bianco e rosso) adotta a scopo colorante i concentrati alimentari (ribes nero e carota). Purtroppo la stessa Coop cede il passo aggiungendo come acidificante l’acido fosforico (E338), un additivo della famiglia dei fosfati poco raccomandabile.
‘Studi recenti hanno dimostrato l’esistenza, all’interno delle popolazioni, di un aumento del livello di fosfato nella parete dei vasi sanguigni. Ciò sarebbe potenzialmente dannoso poiché costituirebbe un fattore di rischio cardiovascolare, in particolare in caso di insufficienza renale’ (Altroconsumo. V. nota 3).
L’E338 è autorizzato su oltre 100 categorie di alimenti. Nondimeno, secondo EFSA, i bambini e gli adolescenti vi sono esposti in quantità superiori alla DGA (Dose Giornaliera Ammissibile) stabilita nel 2019. (4)
Acido citrico industriale
L’acido citrico (E330) è un altro additivo presente in tutti i campioni. È impiegato con funzione antiossidante e come stabilizzante del colore, per prevenire l’imbrunimento degli aperitivi analcolici.
La versione industriale di questo acido, naturalmente presente in molti frutti, viene realizzata mediante fermentazione del fungo Aspergillus niger. È segnalato per tre possibili rischi:
– danni ai denti, soprattutto nei bambini che consumano abitualmente bevande gassate,
– ingestione di micotossine eventualmente prodotte da Aspergillus niger,
– rare reazioni allergiche nelle persone sensibili alle muffe. (2)
Al gusto di laboratorio
In 10 casi su 11, il gusto dei drink analcolici in esame è frutto esclusivo di aromi di sintesi. A dispetto dei claim, anche per il Crodino al gusto di arancia rossa, agrumi o frutti rossi, il sapore è sempre di laboratorio e la miscela priva di frutta.
‘Lo sai che nasco da infusi di erbe e spezie?’Lo sai che i miei infusi, una volta miscelati, devono riposare fino a 6 mesi?‘ (claim Crodino, con aromi di sintesi).
Unica eccezione è il Sanbitter Sambuco, che contiene solo aromi naturali (non meglio precisati) e aroma naturale di fiori di sambuco.
Meno calorie, più rischi
Tra gli additivi aggiunti negli aperitivi analcolici non mancano gli edulcoranti intensivi. Il Sanbitter gusto zenzero ne impiega ben tre:
– E952, ciclammato di sodio. Gli studi scientifici ne correlano il consumo ad alterazione del microbiota. Esperimenti sugli animali hanno evidenziato anche effetti sulla riproduzione,
– E950, Acesulfame K. Danneggia il microbiota ed è sospettato di cancerogenicità,
– E951, Aspartame. È associato ad alterazione del microbioma e a diversi danni alla salute (mal di testa, epilessia, tumori cerebrali, per esempio).
Gli stabilizzanti nel bicchiere
Altra categoria di additivi aggiunti negli aperitivi analcolici sono gli stabilizzanti. Nel campione compaiono nella ricetta del Sanbitter gusto zenzero. Si tratta di
E414 – Gomma arabica (gomma d’acacia). È associata a disturbi gastrointestinali e a rare allergie,
E445 – Esteri della glicerina della resina del legno. EFSA sottolinea la carenza di dati sull’impatto tossicologico di questo additivo, ma non indica rischi per la salute.
Marta Strinati
Note
(1) Gli alimenti che contengono i coloranti E102, E104, E110, E122, E124, E129 devono riportare sull’etichetta l’informazione addizionale ‘Può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini’. Cfr. reg. CE 1333/2008, Allegato V
(4) EFSA. Re-evaluation of phosphoric acid–phosphates – di-, tri- and polyphosphates (E 338–341, E 343, E 450–452) as food additives and the safety of proposed extension of use. 4.6.19. https://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/5674)
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".