L’Unicef – United Nations Children’s Fund – ha pubblicato, a gennaio 2018, un documento di discussione volto ad approfondire gli impatti dei pesticidi sulla salute dei bambini. (1) Il lavoro è stato realizzato col contributo di Baskut Tuncak, ‘United Nations Special Rapporteur on the implications for human rights of the environmentally sound management and disposal of hazardous substances and wastes’.
‘Children are uniquely vulnerable to uptake and adverse effects of pesticides because of developmental, dietary, and physiologic factors. Exposure occurs through ingestion, inhalation, or dermal contact. Unintentional ingestion by children may be at a considerably higher dose than an adult because of the greater intake of food or uids per pound of body weight. Children exhibit frequent hand-to-mouth activity, and this is an important source of increased exposure in comparison with adults.’ (2)
La salute dei bambini è soggetta a rischi peculiari per l’esposizione a pesticidi. A causa della loro ingestione (sia pure sotto forma di residui negli alimenti, la cui tolleranza è infatti pari a zero sul baby-food commercializzato in UE), inalazione e contatto con la pelle. Tramite aria, acqua, suoli e oggetti contaminati.
L’impatto degli agenti tossici viene infatti definito in relazione al peso corporeo, con esposizione a progresso geometrico nei corpi più piccoli. Con peculiare incidenza sui bambini, nei primi anni di età, in ragione del grave pregiudizio ai sistemi vitali (sistema nervoso, endocrino e immunitario in particolare) provocato da pesticidi già riconosciuti come neurotossici, genotossici e cancerogeni.
La tossicità dei pesticidi su organi vitali dei minori è amplificata fino a 10 volte, sui reni, rispetto agli adulti. In proporzioni variabili su fegato, polmoni e bronchi. Ma i danni si esprimono già in fase pre-natale, con malformazioni del feto, prevalenza di aborti spontanei e parti prematuri. Perturbazioni al sistema endocrino in età 0-4, maggiore occorrenza di tumori al cervello e leucemie – oltre a ritardi nello sviluppo cognitivo – negli anni a seguire.
Liquidi amniotici, placente, cordoni ombelicali, feti e latte materno nei Paesi in via di sviluppo riportano spesso tracce di DDT e altri agrotossici, che sono tuttora impiegati in contrasto a ogni logica e possono permanere nei suoli per centinaia di anni. (3)
Residui tossici negli alimenti. I bambini in tutte le comunità e Paesi sono esposti ai pesticidi anche attraverso l’ingestione di frutta e verdura. Gli studi condotti nel 2016 dalla Thai Pesticide Action Network hanno trovato residui multipli di sostanze venefiche, vietate pure in Thailandia, sul 35%-100% dell’ortofrutta in vendita al dettaglio.
Lo sfruttamento minorile in agricoltura impegna almeno 108 milioni di bambini e minori di ambo i sessi, a partire dai 5-7 anni. I giovani schiavi lavorano nelle monocolture di palma da olio (come già documentato da Amnesty International – e di cacao, ove spruzzano e inalano agrotossici senza alcun dispositivo di protezione individuale.
È questo il costo sociale degli ‘ingredienti di qualità’ di chi ancora ne rivendica e pubblicizza l’impiego, con apodittiche affermazioni di ‘sostenibilità’ delle rispettive filiere. Guardandosi bene dal documentare le condizioni di lavoro, le rapine delle terre e le deforestazioni dei polmoni verdi del pianeta – con emissioni di gas-serra destinate a protrarsi per quasi un secolo dopo i colossali roghi – portate avanti in nome della bulimica ingordigia di profitto.
La politica dei Paesi c.d. sviluppati dovrebbe subito adottare le misure di dettaglio indicate nella relazione in esame. (5) Per interrompere una volta per tutte il circolo vizioso di stampo neo-coloniale che aggrava di giorno in giorno l’iniquità e le diseguaglianze. (6)
La realpolitik deviata a servizio delle Big 6 (che controllano il 75% del mercato globale di agrotossici e sementi) invece trattiene la Commissione europea dall’adottare le dovute misure in tema di interferenti endocrini, dopo averla spinta a rinnovare l’autorizzazione del glifosato.
Mentre i palmamentari italiani Alberto Cirio (ex v.sindaco di Alba) e Fulvio Martusciello si cimentano a ottenere il divieto di Strasburgo alle diciture ‘senza olio di palma’ e ‘senza OGM’ sulle etichette dei prodotti alimentari.
Children First!
Dario Dongo
PS: sarà un caso, ma il rapporto Unicef in esame non risulta essere stato ripreso granché, un eufemismo, dalla stampa italiana. Quanto è stretto il bavaglio dei grandi investitori in pubblicità e agenzie stampa, sull’informazione in Italia?
Note
(1) Rapporto UNICEF ‘Understanding the Impacts of Pesticides on Children’, su https://www.unicef.org/csr/files/Understanding_the_impact_of_pesticides_on_children-_Jan_2018.pdf
(2) Roberts, James R., and Catherine J. Karr, ‘Technical Report: Pesticide exposure
in children’, Pediatrics, vol. 130, n. 6, dicembre 2012, p. 1766, su http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2012/11/21/peds.2012-2758
(3) Reuben, Suzanne, ‘Reducing Environmental Cancer Risk: What we can do now – President’s Cancer Panel 2008–2009 annual report’, U.S. Department of Health and Human Services, Bethesda, Md., April 2010, p. iii, su https://searchworks. stanford.edu/view/11944288
(4) International Programme on the Elimination of Child Labour, ‘Combating ChildLabour in Cocoa Growing’, International Labour Office (ILO), Geneva, 2002, su www.ilo.org/public/english//standards/ipec/themes/cocoa/download/2005_02_cl_cocoa.pdf
(5) V. documento di cui in Nota 1, pagine 15-17
(6) Senza dimenticare il rapporto ONU 24.1.17 nel quale si è dimostrata la possibilità di ridurre drasticamente l’impiego di pesticidi senza tema di ridurre le rese in agricoltura a livello planetario. Si veda https://www.greatitalianfoodtrade.it/progresso/pesticidi-omicidi-ed-ecocidi-nuovo-rapporto-onu
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.