Negli ultimi mesi hanno circolato in Europa notizie allarmanti sulla presunta ‘non autenticità’ di quasi tutto il miele venduto in Germania, Austria, Regno Unito e Finlandia.
È tuttavia necessario approfondire la base di tali affermazioni – un metodo sperimentale di analisi del DNA – per constatarne la totale inaffidabilità e rassicurare gli stakeholders.
1) La natura complessa del miele
Le caratteristiche del miele variano notevolmente a seconda delle origini botaniche delle fonti di nettare, la localizzazione geografica degli alveari, le stagioni di raccolta e
le condizioni meteorologiche. Da tali fattori deriva un universo di mieli con sapori, colori e composizioni diversi. (1)
Il miele è composto principalmente da varie forme di zucchero (fruttosio, glucosio, maltosio e saccarosio), quindi ha ben poche tracce di DNA, che è contenuto solo nelle proteine. E tuttavia contiene altri componenti minori, tra cui vitamine e minerali essenziali, aminoacidi, proteine e composti fenolici, che hanno un impatto positivo sul suo valore nutrizionale ed economico. (2)
Ulteriore complessità è dovuta alla presenza nel miele di tracce di DNA ambientale (eDNA) che deriva sia dal polline e dagli insetti (comprese le api che lo hanno prodotto), sia dai virus, funghi e batteri che caratterizzano l’ambiente microbico dell’alveare e l’ologenoma delle api. (3)
2) Test di autenticità
La natura complessa del miele e dei diversi tipi di adulterazione ha richiesto grande impegno per la ricerca e lo sviluppo di diversi approcci analitici avanzati. La grande variazione nelle composizioni fisiche e chimiche dei tipi di miele naturale con origini diverse ha tuttavia causato una pletora di risultati inaffidabili e interpretazioni errate. (4)
I test di autenticità devono perciò venire convalidati – in conformità con protocolli scientifici accettati a livello internazionale – e armonizzati da organismi di standardizzazione, o da protocolli scientifici internazionali, per fornire risultati affidabili con valore legale.
I soli metodi di analisi armonizzati per verificare l’autenticità del miele e identificare l’eventuale aggiunta degli zuccheri delle piante C3 e C4, vale la pena sottolineare, sono oggi EA-IRMS e EA/LC-IRMS. (5)
3) ‘Non autenticità’ del miele basata sul test del DNA, le bugie diffuse in Europa
Il mainstream media, The Guardian incluso, ha ripreso acriticamente i comunicati stampa della European Professional Beekeepers Association (EPBA), secondo cui la gran parte del miele presente sugli scaffali dei supermercati europei sarebbe contraffatto.
Tali accuse si basano sui risultati dell’analisi sperimentale del DNA metagenomico del miele (MDA) eseguita dal laboratorio di una startup estone, CELVIA CC AS. Risultati che sono peraltro del tutto privi di valore scientifico e legale, come si è già illustrato. (6)
4) Analisi del DNA metagenomico del miele
Il metodo analitico che utilizza l’analisi del DNA metagenomico del miele (MDA) – a differenza dei test armonizzati EA-IRMS e EA/LC-IRMS – non è validato né accreditato (ISO 17025). Questo metodo infatti:
– non è stato testato in modo indipendente per la sua robustezza e accuratezza;
– ha finora fornito risultati che non sono stati confrontati con altri laboratori, in analisi comparative;
– si basa su un database minuscolo e sconosciuto, composto principalmente da campioni di miele estone. (6)
5) Un ‘caso borderline’
Il laboratorio medico CELVIA CC AS non è neppure accreditato per l’analisi del miele (ISO 17025). E non ha risposto alle obiezioni sollevate da rinomate istituzioni come l’Istituto apistico di Celle, l’Università di Hohenheim, l’Istituto statale di apicoltura, l’organizzazione tedesca dei consumatori Stiftung Warentest, il laboratorio specializzato Food QS. (7)
‘Caso borderline’ o ‘non autentico’ è il verdetto emesso da questo laboratorio medico non accreditato sui mieli che non corrispondevano al suo ristretto database, secondo le elaborazioni AI. La vera domanda è se un ‘caso borderline’ sia il verdetto di tali analisi sperimentali o piuttosto il laboratorio che ha eseguito quei test e ne ha pubblicizzato i risultati inaffidabili.
Dario Dongo
Note
(1) B. Lazarević, MS Jovetić, Ž.L. Tešić . Parametri fisico-chimici come strumento per la valutazione dell’origine del miele. Rivista di AOAC International , 100 (4) (2017), pp. 840-851, 10.5740/jaoacint.17-0143
(2) PM da Silva, C. Gauche, LV Gonzaga, ACO Costa, R.Fett . Miele: composizione chimica, stabilità e autenticità. Food Chemistry , 196 (2016), pp. 309-323, 10.1016/j.foodchem.2015.09.051
(3) Bromenshenk JJ, Carlson SR, Simpson JC, Thomas JM. Monitoraggio dell’inquinamento del Puget Sound con api mellifere. Science . 1985 8 febbraio;227(4687):632-4. doi: 10.1126/science.227.4687.632. PMID: 17781823
(4) S. Soares, JS Amaral, MBPP Oliveira, I. Mafra . Una revisione completa sui principali problemi di autenticazione del miele: produzione e origine. Revisioni complete in scienza alimentare e sicurezza alimentare , 16 (5) (2017), pp. 1072-1100, 10.1111/1541-4337.12278
(5) Dario Dongo. Autenticità del miele e metodi di analisi da applicare nell’UE. GHO (Global Honey Organization) . 3 dicembre 2024
(6) Dario Dongo. Autenticità del miele, disinformazione mainstream. FT (Food Times) . 10 novembre 2024
(7) Dario Dongo. ‘Miele adulterato’, FoodQS demolisce le fake news. FT (Food Times) . 15 novembre 2024

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.