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Responsabilità delle Trans-National Corporations, #BindingTreaty

Il 16-20 dicembre 2024 a Ginevra, allo Human Rights Council delle Nazioni Unite, ha luogo il decimo round di negoziati su un #BindingTreaty ove stabilire le responsabilità delle Trans-National Corporations (TNCs) per gli abusi sui diritti umani realizzati nell’ambito delle loro attività economiche e le rispettive supply-chain. (1)

1) #BindingTreaty, contesto

Il 26 giugno 2014 il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite aveva adottato la risoluzione 26/9, con la quale si è deciso di:

– ‘istituire un gruppo di lavoro intergovernativo aperto (Open-Ended Intergovernmental Working Group, OEIGWG) sulle Trans-National Corporations e altre imprese commerciali in relazione ai diritti umani’, a cui affidare il mandato di

– ‘elaborare uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per regolare, nel diritto internazionale dei diritti umani, le attività delle Trans-National Corporations e di altre imprese commerciali’.

2) Dieci anni di negoziati

Dieci anni di negoziati non sono bastati a definire le regole a base del #BindingTreaty (o Legally Binding Instrument, LBI), per colmare le lacune nel diritto internazionale che tuttora consentono alle Corporations trans-nazionali di eludere la responsabilità per i crimini commessi lungo le loro catene globali del valore.

Nell’ultimo decennio le oligarchie finanziarie che controllano le Trans-National Corporations hanno frattanto ottenuto – attraverso le clausole ISDS (Investors-State Dispute Settlements) inserite in vari trattati internazionali (i.e. CETA), regimi di protezione dei loro interessi economici che superano le leggi degli Stati contraenti. (2)

In attesa della definizione di un accordo sul #BindingTreaty, tuttavia, non sono disponibili strumenti giuridici internazionali in grado di affermare le responsabilità delle Corporations per le violazioni dei diritti umani commesse nelle loro catene globali del valore e della produzione (e.g. land grabbing, sfruttamento dei lavoratori anche minori, etc). (3)

3) Trans-National Corporations, de-territorializzazione e impunità

The Global Campaign – un network che rappresenta oltre 250 movimenti sociali, organizzazioni e comunità afflitte dalle attività delle Trans-National Corporations (TNCs) – insiste sulla necessità di focalizzare su tali soggetti le responsabilità di due diligence sui diritti umani, nel contesto del #BindingTreaty. Tenuto conto che:

– l’80% del commercio internazionale, secondo le stime, (4) viene gestito da Trans-National Corporations le cui filiere produttive sono straordinariamente decentralizzate e frammentate (de-territorializzazione);

– le società madri e le holding sono per lo più domiciliate in Paesi ‘sviluppati’ e riescono spesso a sottrarsi ai sistemi giudiziari nazionali quando si verificano violazioni in Paesi ‘in via di sviluppo’, grazie a

– carenze normative, mancanza di trasparenza nelle relazioni commerciali, incapacità di accesso delle vittime di violazioni ai sistemi giudiziari per scarsità di risorse (finanziarie, legali e tecniche); a cui si aggiunge

– la complessità organizzativa delle Trans-National Corporations, con molte aziende (talora suddivise in più sussidiarie o appoggiate ad appaltatori) registrate in diverse giurisdizioni. Le società madri traggono così profitto dalle violazioni senza mai esserne responsabili, salvo rare eccezioni. (5)

4) Identificazione degli operatori responsabili

È indispensabile quindi stabilire disposizioni chiare ed efficaci che definiscano i gruppi economici e riconoscano la responsabilità solidale delle istituzioni multinazionali con tutte le entità lungo le loro catene globali del valore e di produzione, compresi:

– investitori privati e pubblici, istituzioni economiche e finanziarie internazionali, società registrate a livello nazionale con attività transnazionali, nonché banche e finanziatori che partecipano attraverso investimenti nei processi di produzione, per tutte le loro attività.

L’ambito di applicazione del #BindingTreaty dovrebbe perciò comprendere ‘tutte le violazioni o gli abusi dei diritti umani derivanti dalle attività delle multinazionali e altre che abbiano un carattere transnazionale, indipendentemente dalla modalità di creazione, controllo, proprietà, dimensione o struttura’.

5) Ipotesi di estensione delle responsabilità

Un’ipotesi di estensione (arbitraria) del #BindingTreaty a tutti i tipi di imprese commerciali – comprese le imprese statali e le piccole e medie imprese prive di carattere transnazionale o attività transfrontaliera – è stata presentata dal presidente del gruppo di lavoro intergovernativo (l’ambasciatore della Repubblica dell’Ecuador presso l’ONU) nel 2019.

Le proteste degli oltre 250 membri della Global Campaign, nonché i ripetuti e successivi interventi della gran parte degli Stati del Sud del mondo, non sono riuscite a ottenere il ripristino dell’impronta originale del #BindingTreaty. Il cui testo in discussione continua illegittimamente ad applicarsi a qualsiasi tipo di impresa commerciale.

6) Rischi di vanificazione del progetto

La bozza di Legally Binding Instrument è stata così sistematicamente e arbitrariamente annacquata, perdendo la sua necessaria attenzione alle Trans-National Corporations. A marzo 2023, la presidenza del gruppo di lavoro inter-governativo ha addirittura provato a imporre la chiusura del dibattito con un escamotage procedurale, ignorando ancora una volta il carattere democratico del processo. (6)

L’estensione del campo di applicazione del #BindingTreaty a milioni di imprese nel mondo – come già annotato (7) – ha l’evidente scopo di fare perdere l’attenzione sulle attività delle Trans-National Corporations e scaricare le responsabilità sulla miriade di loro sussidiarie e fornitori. Oltreché disperdere i controlli ufficiali e le azioni legali sulle innumerevoli personalità giuridiche distinte, senza risalire alla regia di operazioni e filiere irrispettose dei diritti umani fondamentali.

7) Due diligence, il tramonto prima dell’alba?

La due diligence è lo strumento più efficace mai concepito per costringere le oligarchie finanziarie che dominano il pianeta – gestendo titoli di valore superiore al GDP (Gross Domestic Product) della gran parte dei Paesi del mondo (8,9) – ad assumere responsabilità sull’impatto delle loro operazioni, in una logica ESG (Environmental, Social, Governance).

Lo scenario che si propone oggi al gruppo di lavoro sul #BindingTreaty presso le Nazioni Unite tende perciò a disinnescare il potenziale e straordinario impatto della due diligence sulle popolazioni e l’ambiente, con un meccanismo semplice quanto micidiale:

– estendere i doveri di rendicontazione ESG a tutte le imprese, comprese quelle piccole e medie, così da costringere le politiche nazionali a limitare gli oneri e accontentarsi del greenwashing da parte di tutti;

– indebolire al contempo le piccole e medie imprese, con questi e altri oneri del tutto sproporzionati rispetto alle loro attività, così da favorire l’acquisizione delle stesse o delle loro quote di mercato da parte delle Corporations.

Un meccanismo già attuato, non a caso, nelle politiche dell’Unione Europea che da sempre privilegiano gli interessi delle Corporations rispetto a quelli delle piccole e medie imprese. Due diligence Directive e EUDR (Deforestation Regulation) confermano quanto sopra (10,11).

Dario Dongo

Cover credit Zago Brothers. The Indigestibles https://www.theindigestibles.com

Note

(1) Open-ended intergovernmental working group on transnational corporations and other business enterprises with respect to human rights https://tinyurl.com/yy9hpcdy

(2) Dario Dongo, Sabrina Bergamini. CETA, Court of Justice’s green light for ‘shredder’ to serve ‘corporations’. FT (Food Times). May 6, 2019

(3) Le responsabilità di due diligence delle Corporations sul rispetto dei diritti umani rimangono perciò affidate alle legislazioni nazionali. Si veda ad esempio il precedente articolo di Dario Dongo. Due diligence, investigation in Germany on three meat industries. FT (Food Times). November 9, 2024

(4) La Impunidad de Las Empresas Transnacionales. CETIM. Ginevra, 2016, p.16
(5) Uribe Daniel and Danish. Designing an International Legally Binding Instrument on Business and Human Rights. South Centre, Geneva, 2020 https://tinyurl.com/yuaewxnd

(6) Documento di linee guida per il lavoro intersessionale in vista della 9a sessione. OEIGWG, presidenza, marzo 2023.

(7) Gruppo di lavoro intergovernativo aperto sulle società transnazionali e altre imprese commerciali in relazione ai diritti umani (2021). Allegato alla relazione sulla settima sessione del gruppo di lavoro intergovernativo aperto sulle società transnazionali e altre imprese commerciali in relazione ai diritti umani (A/HRC/49/65)

(8) Dario Dongo. I tentacoli della finanza sulla sovranità alimentare e il nostro cibo. GIFT (Great Italian Food Trade). 31.3.24

(9) Dario Dongo. I signori della guerra alle elezioni europee. Égalité. 2.4.24

(10) Dario Dongo. Directive (EU) No 2024/1760 on Corporate Sustainability Due Diligence, the ABC. FT (Food Times). September 23, 2024

(11) Dario Dongo. Deforestation Regulation. Due diligence on critical raw materials kicks off. FT (Food Times). July 29, 2023

DARIO DONGO

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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