Il rischio di una deregolamentazione dei nuovi OGM (chiamati anche NBT o TEA) agita agricoltori e ricercatori consapevoli dei pericoli associati alla invasione di semi geneticamente modificati in tutta Europa, senza possibilità per gli Stati membri di opporsi, come abbiamo visto. (1)
L’organizzazione ‘Cambiare il Campo!’, sostenuta da ASCI (Associazione di Solidarietà per la Campagna Italiana), sta conducendo una campagna informativa rivolta a cittadini e aziende agricole, in particolare in occasione di fiere e mercati. Di seguito, l’appello. (2,3)
Deregolamentazione dei nuovi OGM
Siamo vicini a una possibile deregolamentazione di un’ondata di nuovi organismi geneticamente modificati (OGM) in Europa, che potrebbe cambiare per sempre la nostra agricoltura e il cibo che mangiamo.
Finora, la commercializzazione di alimenti derivati da OGM e/o che li contengano è stata vincolata ad apposite condizioni di valutazione dei rischi (per la salute umana e animale, la biodiversità e l’ambiente).
Ma la situazione potrebbe cambiare presto.
Agricoltura italiana in svendita
La Commissione Europea ha proposto di cancellare tutti questi vincoli, compresa la possibilità per gli Stati membri di vietare gli OGM sul loro territorio. La proposta intende liberalizzare i nuovi OGM, con l’ingannevole nome di ‘New Genomic Techniques’ (NGTs), o TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita).
La propaganda dei promotori vede in prima linea Coldiretti, seguita da Confagricoltura e CIA. In conflitto d’interessi con le Big 4 (Bayer-Monsanto, Basf, Corteva e ChemChina-Syngenta) che, come si è visto, controllano il 60-70% del mercato globale di sementi e pesticidi.
Queste organizzazioni stanno voltando le spalle ai contadini che dicono di rappresentare, per svendere l’agricoltura italiana a multinazionali la cui strategia si basa sul monopolio di semi e piante OGM coperti da brevetto. Quali rischi corriamo e perché ci dobbiamo mobilitare tutte e tutti?
Cosa sappiamo dei nuovi OGM
1. I nuovi OGM non sono sicuri per la salute
Le NGTS, New Genomic Techniques, vengono promosse come tecnologie ‘mirate e precise’. ANSES, l’Agenzia per la salute e la sicurezza alimentare francese, ha invece mostrato come queste tecnologie possano invece provocare in realtà anche centinaia di tagli involontari e casuali, nel DNA dell’organismo “bersaglio”. E le piante possono così sviluppare tossine e allergeni nuovi, potenzialmente dannosi per la salute.
2. I nuovi OGM non sono la risposta al cambiamento climatico
I promotori dell’ingegneria genetica sostengono che le loro tecniche siano in grado di ridurre l’uso di pesticidi e fornire colture adatte a condizioni climatiche estreme come la siccità e agli agenti patogeni. Tuttavia, queste affermazioni sono prive di fondamento. Negli ultimi trent’anni, le colture geneticamente modificate hanno invece portato a un aumento dell’uso di pesticidi senza dimostrare alcuna maggior tolleranza alla siccità.
3. I nuovi OGM sono un business per le multinazionali
Bayer-Monsanto, BASF, Corteva e ChemChina-Syngenta sono le più grandi multinazionali agrochimiche e sementiere del mondo. Insieme, oggi controllano il 62% del mercato globale delle sementi.
Tramite i brevetti sulle NGT renderanno gli agricoltori sempre più dipendenti da un manipolo di aziende.
Negli Stati Uniti, dove gli OGM sono da sempre deregolamentati, tra il 1990 e il 2020 i prezzi pagati dagli agricoltori per le sementi OGM sono aumentati del 463%. C’è di peggio.
In un sistema dove non c’è più tracciabilità, la biocontaminazione causata da pollini OGM migrati grazie agli impollinatori o agli agenti atmosferici, potrebbe spingere tratti brevettati da un campo all’altro, inquinando quelli di agricoltori biologici o non-OGM. A quel punto, le aziende detentrici dei brevetti potrebbero denunciare i contadini per violazione della proprietà intellettuale, l’agricoltura biologica perdere il suo valore e la nostra sicurezza alimentare essere messa a rischio.
Marta Strinati
Note
(1) Dario Dongo. Nuovi OGM, il tradimento finale. GIFT (Great Italian Food Trade). 22.3.24
(2) https://cambiareilcampo.noblogs.org/
(3) https://sitoasci.wixsite.com/asci/
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".