In attesa della decisione degli Stati membri sul rinnovo dell’autorizzazione all’impiego del glifosate in Unione Europea, il professor Alberto Mantovani – tossicologo di fama internazionale, già presidente della società europea di teratologia nonché membro per molti anni dei panel EFSA su mangimi e pesticidi – esprime dubbi e domande in merito alla possibile neurotossicità della sostanza.
1) Pesticidi e rischi di neurotossicità, premessa
‘Gli aspetti emergenti della neurotossicità associati all’esposizione ai pesticidi possono venire considerati sotto due diverse prospettive’, spiega il professor Alberto Mantovani:
– correlazioni con la patogenesi e/o l’aumento del rischio di insorgenza di patologie croniche neurodegenerative, quali ad esempio la malattia di Parkinson,
– neurotossicità allo sviluppo. Si riferisce a un’ampia sfera di disturbi di tipo cognitivo e comportamentale, dai disturbi dell’apprendimento alle malattie dello spettro autistico. In
questo caso è determinante l’esposizione durante la maturazione del sistema nervoso,
dalla vita intrauterina alla prima infanzia.
2) Esposizione ai pesticidi e malattia di Parkinson. Studi epidemiologici e AOP (Adverse Outcome Pathway)
EFSA (European Food Safety Authority), nel 2013 e nel 2016, ha pubblicato due importanti documenti scientifici sugli studi epidemiologici che correlano l’esposizione ai pesticidi e gravi malattie quali malattia di Parkinson (PD) e leucemia infantile (childhood leukaemia, CHL).
L’intrinseca debolezza degli studi epidemiologici – che raramente consentono di trarre conclusioni certe sulle relazioni causali – ha indotto i ricercatori a integrare l’analisi epidemiologica con la conoscenza della patogenesi delle malattie e l’esame di dati sperimentali sui meccanismi dei pesticidi per pervenire a ‘prove di effetti neurotossici e di meccanismi biologicamente plausibili che collegano i pesticidi alla malattia di Parkinson’.
Il parere scientifico di EFSA (2017) sul potenziale legame fra meccanismi indotti dai pesticidi e malattia di Parkinson e leucemia infantile ha adottato un nuovo approccio nell’analisi del rischio (‘Integrated Approach for Testing and Assessment’, IATA). Utilizzando il quadro concettuale dello ‘Adverse Outcome Pathway’ (AOP), secondo i criteri OCSE (2013, 2014), per definire la plausibilità biologica delle correlazioni tramite l’identificazione di:
– sintomi specifici delle malattie (‘Adverse Outcome’, AO),
– legame tra un evento molecolare iniziante (molecular initiating event, MIE) e l’AO attraverso una serie di eventi chiave (key events, KEs). (1)
– infine l’analisi dei meccanismi di sostanze chimiche che possono coincidere con MIE e KE, collegandosi quindi con la patogenesi della AO.
In pratica la AOP può collegare in maniera solida i meccanismi di tossicità indotti da una sostanza a livello di fisiologia cellulare (interazioni con recettori, enzimi, etc.) e il rischio di specifiche patologie.

2.1) Glifosate, studi epidemiologici e AOP
‘AOP combina molteplici informazioni e fornisce conoscenze sui percorsi biologici, evidenzia le differenze e le somiglianze tra le specie, identifica le esigenze di ricerca e dovrebbe supportare le decisioni normative. In questo contesto, l’approccio AOP potrebbe aiutare a organizzare le conoscenze sperimentali disponibili per valutare la plausibilità biologica, biologicamente plausibili ed essenziali’ (EFSA, 2017). (1)
La valutazione EFSA sul glifosate (2023), a sei anni di distanza da quello sulle AOP elaborato dalla stessa Autorità, non utilizza le stesse AOP per verificare se le controverse associazioni epidemiologiche fra glifosato e malattia di Parkinson possano avere una plausibilità biologica.
L’uso delle AOP in questo ambito è particolarmente importante. Infatti, mentre la malattia di Parkinson è una grave ed importante malattia neurologica cronica che mostra associazioni epidemiologiche con l’esposizione pesticidi, non esistono test tossicologici,
fra quelli richiesti per la valutazione dei pesticidi, che siano in grado di identificare questo
effetto. La identificazione di pesticidi (o altre sostanze) che inducono malattia di Parkinson
rimane quindi una seria “lacuna” scientifica che l’uso di AOP potrebbe ridurre.
Nel caso del glifosato, spiega il professor Alberto Mantovani – i due elementi da considerare sono da una parte l’esistenza di correlazioni epidemiologiche, fra glifosato e PD che, per quanto siano insufficienti e controverse, non vanno ignorate. L’altro elemento è la possibile significativa esposizione umana, trattandosi dell’erbicida più utilizzato in Europa e nel mondo. (4)
3) Pesticidi e neurotossicità dello sviluppo
I rischi di neurotossicità sullo sviluppo delle strutture e funzioni del sistema nervoso (developmental neurotoxicity) associati all’esposizione ai pesticidi possono venire verificati attraverso test consolidati, in vitro e in vivo (sui ratti). Le industrie che richiedano autorizzazione a immettere principi attivi ad uso fitosanitario in USA sono sempre obbligati a eseguire queste analisi. Non altrettanto in Unione Europea, a causa di un grottesco vuoto normativo nel Pesticides Regulation (EC) No 1107/2009.
L’industria agrochimica è sotto l’accusa delle associazioni ambientaliste per avere occultato gli studi sulla neurotossicità allo sviluppo del glifosate, come si è visto. (6) Un recente studio scientifico svedese (Mie et al., 2023) ha infatti dimostrato come le Big 4 – i monopolisti globali di pesticidi e sementi (7) – abbiano omesso di sottoporre a EFSA un terzo degli studi sulla neurotossicità allo sviluppo invece forniti a EPA (Environmental Protection Agency, USA), anche in relazione al glifosate. (8)
3.1) Glifosate e ‘developmental neurotoxicity’
European Food Safety Authority, nel proprio parere sul glifosate (2023):
– riconosce che esistono prove di neurotossicità dello sviluppo su formulazioni con glifosate e una sostanza a esso analoga (sale di glifosate, non autorizzato in UE), e tuttavia
– rileva ‘lacune di dati che non consentono di risolvere in via definitiva’, tra l’altro, gli effetti negativi su sviluppo del sistema nervoso (oltre ad alcune lacune scientifiche a livello generale come gli effetti sul microbioma).
‘È per lo meno sorprendente questa carenza di studi su una molecola brevettata 50 anni fa, alla base dei ‘plant protection product’ più utilizzati in Europa e a livello planetario’, spiega il professore Alberto Mantovani. ‘La neurotossicità dello sviluppo è un rischio per la salute molto serio. La presenza di sospetti fondati giustifica decisioni basate sul principio di precauzione da parte del legislatore europeo’. A maggior ragione in quanto gli studi in vivo sui ratti sono comunque insufficienti a valutare la patogenesi di malattie neurologiche esclusivamente umane (Mie et al., 2023).
4) Glifosate, rischi di neurotossicità e principio di precauzione
Il glifosato e il suo metabolita AMPA (acido aminometilfosfonico) sono stati rilevati nel 42% e nel 68% delle acque superficiali e sotterranee analizzate da ISPRA, nel biennio 2019-2020, in 14 regioni italiane. (9) Il professor Alberto Mantovani sottolinea come i due gravi aspetti di neurotossicità citati in anteprima – patogenesi e/o aumento del rischio di malattie croniche (i.e. Parkinson’s Disease) e ‘neurodevelopmental toxicity’ – rimangono preoccupazioni irrisolte, per le ragioni accennate nei precedenti paragrafi.
A queste vanno aggiunte le informazioni sull’impatto diretto del glifosato sul microbiota che interagisce costantemente con il sistema nervoso centrale. (10) La valutazione di EFSA ha certamente identificato queste e altre carenze, quali gli effetti dell’esposizione alimentare ai residui di glifosato e gli aspetti di impatto ambientale. Tuttavia, l’impatto serio delle lacune sulla valutazione di sicurezza non è stato messo in luce in modo incisivo.
Dario Dongo
Immagine di copertina da: Lyydia Leino, Tuomas Tall, Marjo Helander, Irma Saloniemi, Kari Saikkonen, Suvi Ruuskanen, Pere Puigbò. Classification of the glyphosate target enzyme (5-enolpyruvylshikimate-3-phosphate synthase) for assessing sensitivity of organisms to the herbicide. Journal of Hazardous Materials, Volume 408, 2021, 124556.
https://doi.org/10.1016/j.jhazmat.2020.124556
Note
(1) EFSA PPR Panel (EFSA Panel on Plant Protection Products and their Residues),
2017. Scientific Opinion on the investigation into experimental toxicological properties of plant protection products having a potential link to Parkinson’s disease and childhood leukaemia. EFSA Journal 2017; 15(3):4691, 325 pp. doi:10.2903/j.efsa.2017.4691
(2) Dr Jose V. Tarazona, Head Pesticides Unit. EFSA (2018) Setting the basis for future health risk assessments: A case study on Parkinson’s disease and paraquat. Presentation at the European Parliament https://tinyurl.com/nw6vjrzy
(3) Dario Dongo, Alessandra Mei. EFSA sorvola sui rischi di sicurezza del glifosate. ‘Stop Glyphosate’! GIFT (Great Italian Food Trade). 22.7.23
(4) Marta Strinati. Glifosato nelle urine del 99,8% dei francesi. GIFT (Great Italian Food Trade). 30.1.22
(5) Marta Strinati. Il glifosate causa leucemia nei ratti giovani anche a basse dosi. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.10.23
(6) Dario Dongo. Glifosate, la società civile denuncia le frodi in vista del rinnovo decennale in UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 3.10.23
(7) Marta Strinati, Dario Dongo. Pesticidi, siamo tutti cavie di Big 4. GIFT (Great Italian Food Trade). 23.8.19
(8) Dario Dongo. Come l’industria agrochimica occulta la tossicità dei pesticidi. Nuovi studi. GIFT (Great Italian Food Trade). 13.6.23
(9) Gabriele Sapienza. ISPRA, rapporto 2022 sui pesticidi nelle acque italiane. GIFT (Great Italian Food Trade). 19.10.23
(10) Dario Dongo. Pesticidi e microbioma, intervista al Prof. Alberto Mantovani. GIFT (Great Italian Food Trade). 22.5.19

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.