HomeMercatiRivoluzione Bio 2022. Il biologico stretto tra guerra e inflazione

Rivoluzione Bio 2022. Il biologico stretto tra guerra e inflazione

Il biologico italiano incassa i colpi della crisi. Dopo la grande crescita nel biennio di pandemia 2020-2021, frenano i consumi domestici. Tornano a crescere invece quelli nella ristorazione e continua a lievitare l’export.

Lo scenario emerge dai dati Nomisma presentati a Rivoluzione Bio 2022, al SANA, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale di BolognaFiere.

Rivoluzione Bio 2022, i dati Nomisma

Il mercato interno del bio nel 2022 (anno terminante a luglio) riflette gli effetti combinati dell’inflazione (+10,4 ad agosto) e dell’attenuazione delle restrizioni dettate dalla pandemia:

– l’89% delle famiglie italiane ha acquistato bio almeno una volta, in linea con il dato 2021. I consumi domestici flettono però dello 0,8%,

– più di 6 italiani su 10 hanno consumato prodotti biologici fuori casa, in bar, ristoranti, pizzerie etc. Qui si registra un incremento dei consumi bio del +53%, in confronto al 2021, per un valore di un miliardo di euro. Grazie alla socialità recuperata e all’offerta di alimenti biologici nella ristorazione collettiva (+20%) e in quella commerciale (+79%).

Complessivamente si tratta di vendite per 5 miliardi di euro, il 3,5% delle vendite al dettaglio biologiche globali.

Dove viene acquistato il bio

Le performance dei canali di vendita nel 2022 in confronto al 2021 confermano una tendenza già osservata:

  • negozi specializzati -8%,
  • distribuzione moderna +0,8%,
  • altri canali +5%. Ne fanno parte la vendita diretta in mercati e aziende, i GAS gruppi d’acquisto solidale, oltre a farmacie, parafarmacie ed erboristerie.

Il primato della distribuzione moderna

La distribuzione moderna rimane il primo canale di riferimento per gli acquisti di biologico. Rappresenta il 57% del totale delle vendite per i consumi domestici. Nel 2022 le vendite valgono 2,3 miliardi di euro.

In questo ambito,

– iper e supermercati veicolano la maggior parte delle vendite bio: 1,4 miliardi di euro a luglio 2022, in flessione rispetto allo scorso anno (-2,0%),

– i discount, secondi per dimensioni, segnano vendite di biologico per 272 milioni di euro, +14%,

– superette + minimarket, con vendite per 159 milioni di euro, cedono il -4,6%,

– gli Specialisti Drug (o Specialisti Casa&Persona) segnano un +5,7% di vendite, pur rimanendo una piccola porzione della distribuzione moderna.

Bene, infine, l’ecommerce. Con un +5% di vendite nel 2022 per 78 milioni di euro.

Cosa acquistano gli italiani

Le categorie di prodotto più vendute nella distribuzione moderna sono

  • drogheria (pasta, prodotti da forno, conserve, sughi), che vale il 57% sul totale delle vendite a valore,
  • fresco (formaggi, salumi, yogurt, uova), 20%,
  • ortofrutta, 13%.

Gli alimenti più venduti sono, come nel 2021, uova, confetture e spalmabili a base di frutta, bevande sostitutive del latte.

L’andamento delle vendite più vivace rileva per pet care e carni bio: +19% e +15%.

L’export a gonfie vele

Se i consumi interni sono ancora a un livello inferiore a quello dei paesi vicini, l’export continua a crescere, classificando l’Italia prima per valore delle esportazioni.

Nel 2022, l’export ha raggiunto i 3,4 miliardi di euro, con una crescita rispetto all’anno precedente del +16%, fino a 3,4 miliardi di euro di vendite sui mercati internazionali.

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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