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Uso sostenibile dei pesticidi, le richieste di riforma della società civile

La società civile interviene nel dibattito sulla proposta di regolamento che sostituirà la direttiva 2009/128/CE, sull’uso ‘sostenibile’ dei pesticidi. (1)

A seguire l’analisi del testo proposto dalla Commissione europea, le richieste di riforma di una coalizione di associazioni a tutela di ambiente e salute, e gli argomenti a loro supporto.

1) Uso sostenibile dei pesticidi, la proposta di regolamento UE. Premessa

Le raccomandazioni espresse dalla Corte dei Conti europea nel 2020 sono state effettivamente considerate, almeno in parte, nella proposta di regolamento UE sull’uso sostenibile dei pesticidi. (2) Laddove si riconosce che:

  • l’applicazione della difesa integrata è obbligatoria per gli agricoltori, ma non è un requisito per percepire i pagamenti a titolo della politica agricola comune [PAC, ndr] e
  • il sistema per far rispettare tale obbligo è debole,
  • le statistiche UE disponibili e i nuovi indicatori di rischio non mostrano in che misura questa politica sia riuscita a conseguire un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari,
  • la Corte formula raccomandazioni connesse alla verifica della difesa integrata a livello di azienda agricola, al miglioramento delle statistiche sui prodotti fitosanitari e allo sviluppo di indicatori di rischio migliori.

2) Commissione europea, una proposta debole

La proposta di regolamento adottata dalla Commissione europea, nondimeno, appare debole nell’affrontare la crisi ambientale e di salute pubblica causata dall’abuso di pesticidi, erbicidi e altri agrotossici. Oltreché delle microplastiche in essi contenute.

L’unica soluzione a una contaminazione chimica fuori controllo degli ecosistemi – che coinvolge i principi attivi più pericolosi e tossici, di cui è si registrato l’aumento anche in Italia, dal 2012 al 2020 (v. par. 6) – è l’agricoltura biologica. Ma il suo sostegno, ancora una volta, appare privo di concretezza.

3) Strategia UE Farm to Fork

La strategia UE Farm to Fork, a ben vedere, aveva sottolineato l’esigenza di superare l’obiettivo di ridurre l’uso dei pesticidi, proprio attraverso l’aumento delle superfici agricole coltivate con il metodo biologico:

  • dato atto della ‘impellente necessità di ridurre la dipendenza da pesticidi e antimicrobici’, veniva espressa la volontà di
  • ridurre il ricorso eccessivo ai fertilizzanti, potenziare l’agricoltura biologica (che dovrà raggiungere l’obiettivo di almeno il 25% della superficie agricola dell’UE entro il 2030),
  • migliorare il benessere degli animali e invertire la perdita di biodiversità’.  (3)

4) Parlamento europeo, risoluzione 12.2.19

Il Parlamento europeo a sua volta – nella risoluzione 12.2.19 sull’attuazione della direttiva 2009/128/CE, richiamata nel considerando 3 nella proposta in esame (considerando 3.J), aveva già:

  • evidenziato che ‘l’agricoltura biologica svolge un ruolo importante quale sistema con impiego ridotto di pesticidi per cui dovrebbe essere ulteriormente incoraggiata’,
  • invitato la Commissione a proporre un obiettivo vincolante e ambizioso, a livello UE, per la riduzione dell’uso dei pesticidi. Le lobby dei giganti dell’agrochimica hanno però purtroppo avuto la meglio, come si è visto, nella non-riforma della PAC.

5) Input ammessi nell’agricoltura bio, un valore ignorato

Lo schema di regolamento in esame ignora ancora una volta il valore delle 60 sostanze attive autorizzate ai sensi del regolamento (CE) n. 1107/2009 quali input per l’agricoltura biologica.  Sebbene esse, ben meglio di altre, possano assolvere all’obiettivo di ridurre l’uso dei pesticidi più pericolosi.

Tali sostanze hanno invero superato i requisiti più rigorosi in tema di (sostanziale assenza di) tossicità, persistenza e rischio per gli ecosistemi e la salute. E sono state perciò inserite in Allegato I al reg. UE 2021/1165, al preciso scopo di aumentare la SAU (superficie agricola utilizzata) dedicata al bio in tutte le aree sensibili e i loro dintorni.

5.1) Input ammessi nell’agricoltura bio, versatilità

Giova sottolineare che tutti i 60 input autorizzati per l’agricoltura biologica ai sensi del reg. UE 2018/848 ‘possono essere utilizzati nella produzione biologica, purché il loro uso sia stato autorizzato anche nella produzione non biologica’. Inoltre:

  • la Commissione ha già valutato l’utilizzo di taluni prodotti e sostanze nella produzione biologica sulla base degli obiettivi e principi previsti dal regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio’,
  • i prodotti e le sostanze selezionati sono stati successivamente autorizzati in condizioni specifiche dal regolamento (CE) n. 889/2008 della Commissione ed elencati in alcuni allegati di tale regolamento’, ed è stato ritenuto
  • opportuno includere tali prodotti e sostanze negli elenchi ristretti da redigere sulla base del regolamento (UE) 2018/848’.

5.2) Input per l’agricoltura bio, la chimica non nociva

Su un totale di 350 pesticidi oggi ammessi in Europa, 26 delle 60 sostanze attive ammesse in agricoltura biologica contengono sostanze chimiche, spesso di origine naturale e ampiamente presenti in natura. A differenza degli agrotossici ammessi in agricoltura convenzionale, i 26 input in questione si caratterizzano peraltro come chimica non nociva. A seguire il loro elenco:

biossido di carbonio
chitosano cloridrato
cloruro di sodio
deltametrina (solo in trappole)
etilene (solo su banane, patate e agrumi)
fosfato diammonico (solo in trappole)
fosfato ferrico (tra le sostanze a basso rischio)
fruttosio
idrogenocarbonato di potassio
idrogenocarbonato di sodio
idrossido di calcio
idrossido di rame (candidato alla sostituzione)
lambda-cialotrina (solo in trappole)
L-cisteina
lecitine
olii di paraffina
ossicloruro di rame (candidato alla sostituzione)
ossido di rame (candidato alla sostituzione)
perossido di idrogeno
polisolfuro di calcio
poltiglia bordolese (candidato alla sostituzione)
saccarosio
silicato di allumino (caolino)
solfato di rame tribasico (candidato alla sostituzione)
spinosad
zolfo.

6) Obiettivi falliti

Gli obiettivi dichiarati nella proposta di regolamento UE in esame sono identici a quelli previsti nella direttiva 2009/128/CE. Si ripropongono i concetti introdotti quattro decadi or sono, nella dir. 91/414/CEE (sull’immissione in commercio dei prodotti ‘fitosanitari’), ripresi dapprima nella decisione 1600/2002/CE (Strategia tematica per l’uso sostenibile dei pesticidi) e nel reg. CE 396/2005 (livelli massimi di residui di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale). Eppure:

  • le vendite dei pesticidi sono aumentate, in Italia come altrove. Secondo ISTAT, gli acquisti di principi attivi non ammessi in agricoltura biologica sono cresciuti da 29.226 tonnellate nel 2012 a 30.994 t nel 2020. Obiettivo fallito.
  • la società’ – come la stessa Commissione europea rileva, a pagina 2 della proposta di regolamento – ‘si interroga sempre più sui rischi connessi all’uso dei pesticidi e ciò è evidente alla luce dell’elevato numero di petizioni, di due iniziative promosse dai cittadini europei e di interrogazioni parlamentari sull’argomento’.

7) Dieci principi essenziali

Un cambio di paradigma è indispensabile e deve comprendere dieci principi essenziali:

1) obbligo di vendita dei prodotti ‘fitosanitari’ con fatturazione elettronica,

2) consentire l’acquisto e l’uso dei prodotti fitosanitari solo in presenza di un atto fitoiatrico redatto da un professionista abilitato (come richiesto anche dal Consiglio dell’ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali),

3) vietare gli acquisti on line di prodotti fitosanitari, il cui contrabbando – come si è già denunciato – inficia qualsivoglia normativa,

4) proteggere le popolazioni dall’effetto deriva con apposite norme vincolanti e sanzioni dissuasive,

5) introdurre l’obbligo di avvisi preventivi all’uso di prodotti fitosanitari sul perimetro dell’area da trattare,

6) vietare sempre tutte le irrorazioni aeree,

7) garantire sempre idonee distanze dai corsi d’acqua e protezione delle falde acquifere (che, una volta inquinate, non possono più venire bonificate),

8) prescrivere, per i trattamenti non ammessi in agricoltura biologica, opportune distanze dai terreni coltivati con il metodo biologico. Da qualificarsi come ‘aree sensibili’, alla stregua delle ‘superfici non produttive’ un tempo gestite per mantenere i terreni in buone condizioni agronomiche e ambientali (BCAA),

9) eseguire il monitoraggio dei progressi utilizzando le statistiche sui 290 principi attivi non ammessi in agricoltura biologica, anziché genericamente su tutti i 350 principi attivi in commercio, al fine di superare le carenze degli indicatori di rischio che la stessa Corte dei Conti europea ha chiesto di rendere funzionali,

10) riconoscere il diritto dei professionisti laureati e diplomati in materia di esprimersi e fare consulenza in un ambito che spetta anzitutto a loro, prima ancora che ai ‘consulenti abilitati’ dei rivenditori autorizzati.

8) Conclusioni

È necessario proteggere gli ecosistemi e la biodiversità che storicamente caratterizzano la produzione agricola europea, contrastando la tendenza in atto di omologare la stessa ai modelli fallimentari adottati in altri Paesi extra-UE, dagli USA al Brasile. Si deve perciò altresì escludere ogni ipotesi di deregolamentazione dei nuovi OGM, fomentata anche in Italia, a fronte dei concreti rischi già evidenziati dalla scienza indipendente.

9) Regolamento pesticidi, le richieste della società civile

Le associazioni e le imprese italiane di seguito citate (v. par. 9.2) hanno aderito alla consultazione avviata in Francia dalla ONG Générations Futures, con il documento qui allegato che aspira a offrire utili spunti di riflessione su come proteggere l’ambiente, l’agricoltura e la salute dei cittadini nel Vecchio Continente.

9.1) Guida alla lettura del documento

Le richieste di riforma della proposta di ‘regolamento pesticidi’ sono evidenziate in giallo, con riduzione dei caratteri delle parti da cancellare. I passaggi degni di maggiore attenzione sono esposti in neretto e la numerazione a piè di pagina segue quella del testo originale della proposta della Commissione (regolamento e allegati).

9.2) I firmatari

Mario Apicella, direzione tecnica AltragricolturaBio

Marco Bertelli, presidente CREAA

Matteo Carbone, direzione tecnica AltragricolturaBio

Gianni Cavinato, presidente Associazione Consumatori Utenti

Michela Del Vecchio, direzione tecnica AltragricolturaBio

Dario Dongo, Égalité

Mauro Falcione presidente Vitaly Bio

Patrizia Gentilini medico oncologo ed ematologo

Francesco Illy, azienda agricola biologica

Giovanni Malatesta, azienda agricola biologica

Marco Mameli, presidente Assotziu Consumadoris Sardigna

Maurizio Mazzariol, presidente Altragricolura Bio

Giacomo Meloni, Confederazione Sindacale Sarda

Riccardo Piras a Cunfederazione Liberos Massaios e Pastores Sardos

Eugenio Serravalle, presidente Assis

Marco Tiberti, presidente European Cosumers Italia

Dario Dongo e Marta Strinati

ALLEGATO La controproposta italiana al nuovo Regolamento UE sulla utilizzazione sostenibile dei pesticidi

Note

(1) Dario Dongo. Riduzione dei pesticidi, la proposta di regolamento UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.6.22

(2) Dario Dongo, Marina De Nobili. PAC, pesticidi e biodiversità. Relazione della Corte dei Conti UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 29.7.20

(3) Dario Dongo, Marina De Nobili. Speciale Farm to Fork, la strategia presentata a Bruxelles il 20.5.20. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.5.20

(4) Regolamento pesticidi, consultazione pubblica (2022) https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/12413-Uso-sostenibile-dei-pesticidi-norme-UE-aggiornate-_it

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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