La Corte di Giustizia UE – con sentenza 13.1.22, nella causa tra Tesco Stores ČR a.s. e il ministero dell’Agricoltura della Repubblica ceca (Ministerstvo zemědělství) – statuisce la tolleranza zero sui requisiti linguistici nelle etichette alimentari. (1)
Nel caso specifico si afferma l’illegittimità della traduzione della denominazione legale di un alimento che si discosta, sia pur solo nell’ordine delle parole, dal testo legislativo UE in quella lingua ufficiale.
Tesco v. ministero Agricoltura Repubblica ceca
Il caso è sorto a seguito di contestazione e ordine di ritiro di due dessert e una bevanda a base di latte con cioccolato, distribuiti con private label dalla controllata di Tesco, da parte della SZPI (Státní zemědělská a potravinářská inspekce, inspektorát v Brně (Autorità nazionale di controllo agroalimentare, ispettorato di Brno, Repubblica ceca).
Le etichette dei tre prodotti riferivano, in elenco ingredienti, a čokoládový prášek (polvere di cioccolato) senza precisarne la composizione. La deroga a precisare gli ingredienti di ingredienti composti in effetti si applica a quelle sostanze la cui composizione sia definita da regole UE, quando utilizzate in misura inferiore al 2% nel prodotto finito. (2)
‘Polvere di cioccolato’ o ‘cioccolato in polvere’
La contestazione deriva proprio dalla designazione del ‘cioccolato in polvere’ (čokoláda v prášku) con la dicitura ‘polvere di cioccolato’ (čokoládový prášek). Sebbene le due diciture siano molto simili, in apparenza, esse comunque esprimono concetti lievemente diversi. E soprattutto, è alla sola prima dicitura che riferisce la denominazione legale stabilita nella direttiva 2000/36/CE, su cacao e derivati.
La ECJ, European Court of Justice, si era tra l’altro già pronunciata sulla natura vincolante delle denominazioni legali dei prodotti alimentari con la sentenza 14.6.17. Nel caso TofuTown.com. che, come si è visto, ha messo fine al fenomeno del c.d. cheese sounding (C‑422/16, EU:C:2017:458).
Requisiti linguistici, reg. UE 1169/11
Il Food Information Regulation – come già le precedenti direttive su etichettatura, presentazione e pubblicità dei prodotti alimentari (3) – prescrive che le informazioni relative agli alimenti vengano offerte nella lingua ufficiale e/o le lingue ufficiali definite nello Stato membro ove essi sono commercializzati.
‘Fatto salvo l’articolo 9, paragrafo 3, [4] le informazioni obbligatorie sugli alimenti appaiono in una lingua facilmente comprensibile da parte dei consumatori degli Stati membri nei quali l’alimento è commercializzato.
Sul loro territorio, gli Stati membri nei quali è commercializzato un alimento possono imporre che tali indicazioni siano fornite in una o più lingue ufficiali dell’Unione’ (reg. UE 1169/11, articolo 15. Requisiti linguistici. Comma 1,2).
Conclusioni
Tradurre ‘liberamente una siffatta denominazione, come appare in altre versioni linguistiche di tale direttiva, pregiudicherebbe l’armonizzazione completa delle denominazioni di vendita operata da detta direttiva’. (5)
I riferimenti ai testi legislativi vigenti nel Paese membro ove gli alimenti sono commercializzati devono perciò essere puntuali ed esatti, come chi scrive ha più volte sottolineato. (6) Anche allorché la distribuzione avvenga online.
La nostra squadra di FARE (Food and Agriculture Requirements) fornisce questo tipo di servizi attraverso professionisti con 30 anni di esperienza specifica, per l’export in UE e in ogni Paese del mondo.
Dario Dongo
Note
(1) European Court of Justice (ECJ), Quinta Sezione. Sentenza 13.1.22, nella causa C-881/19. Tesco Stores ČR a.s. v. Ministerstvo zemědělství (ministero dell’Agricoltura, CZ). https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A62019CJ0881
(2) V. nota 4 a precedente articolo Lista ingredienti, l’ABC
(3) Dir. 1979/112/CEE, abrogata mediante dir. 2000/13/CE, a sua volta abrogata dal reg. UE 1169/11
(4) Il reg. UE 1169/11 indica, all’articolo 9.3, la possibilità per la Commissione europea di definire – attraverso atti delegati e di esecuzione – modalità di informazione ‘alternativa espresse attraverso pittogrammi o simboli invece che parole e numeri’
(5) Sentenza in nota 1, punto 51
(6) E-commerce, quali notizie in quali lingue? Risponde l’avvocato Dario Dongo. FARE (Food and Agriculture Requirements). 14.2.18, https://www.foodagriculturerequirements.com/archivio-notizie/domande-e-risposte/e-commerce-quali-notizie-in-quali-lingue-risponde-l-avvocato-dario-dongo
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.